Interventi al cuore, il Cardarelli tra le strutture al top
Chiaramente nessuno vorrebbe mai dover fare i conti con una malattia cardiaca, ma è una buona notizia che (nel malaugurato caso di un problema) in Campania ci siano due delle migliori unità cardiochirurgiche d’Italia. A dirlo è il portale «Dove e come mi curo», che si occupa di public reporting delle strutture sanitarie italiane. Il sito ha realizzato un’indagine, alla ricerca dei migliori ospedali per volume di interventi di angioplastica coronarica, bypass aortocoronarico, aneurisma dell’aorta addominale non rotto e di ricoveri per infarto al miocardio. E tra i primi tre spuntano il Cardarelli (unità diretta da Ciro Mauro) e il Ruggi di Salerno. Non si deve dimenticare che la scelta del giusto ospedale, nel caso di un problema, può rivelarsi determinante e (stando ai dati del portale) in Italia solo 1 ospedale su 2 rispetta gli standard ministeriali per quanto riguarda i volumi di ricoveri per infarto al miocardio (100 casi l’anno) e di interventi di angioplastica coronarica (250 casi l’anno).
La classifica
Dall’indagine di «Dove e come mi curo» emergono per l’infarto miocardico almeno 5 strutture (che effettuano un maggior numero di ricoveri) Ospedale di Parma (n° ricoveri 1010), Arcispedale Sant’Anna, Cona (FE) (n° ricoveri 851), Azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli, (n° ricoveri 834), Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Trieste – Cattinara – Maggiore, Trieste (n° ricoveri 817) e Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna (n° ricoveri 813)
Come confrontare
Basta andare all’indirizzo doveecomemicuro.it, inserire nel «cerca» la parola chiave prescelta (ad esempio cuore) e selezionare la voce che interessa (ad esempio “cuore – angioplastica coronarica con Ptca”). In cima alla pagina dei risultati compariranno i centri più performanti per questo tipo di intervento. Il semaforo verde indica il rispetto della soglia ministeriale mentre una barra di scorrimento mostra il posizionamento delle singole strutture nel panorama nazionale. La valutazione viene fatta considerando indicatori istituzionali di qualità come, appunto, i volumi di attività (dati validati e diffusi dal Pne – Programma Nazionale Esiti gestito dall’Agenas).
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