Il lockdown ha disintegrato il desiderio di coppia
A quanto pare il lockdown ha avuto un forte impatto sulla libido degli italiani. Un crollo verticale che ha interessato il 27% della popolazione, che ha tristemente “appeso gli scarpini al chiodo”, tanto per usare una metafora calcistica. A rivelarlo è uno studio condotto proprio in Italia e pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Epidemiology. In particolare, tra le persone confinate sotto lo stesso tetto tra marzo e maggio 2020, una coppia su cinque ha dichiarato un calo dell’attività sessuale rispetto alle abitudini pre-lockdown. A subire maggiormente l’impatto del lockdown sotto il profilo dell’attività sessuale sono stati i più giovani, costretti a stare a casa e quindi impossibilitati a normali frequentazioni, ma anche gli adulti più istruiti. E, come è facile comprendere, tutti coloro che sono costretti a vivere in condizioni abitative precarie. Neanche a dirlo, i più penalizzati sono stati i single, vista l’interruzione degli spostamenti e l’obbligo di distanziamento sociale. Ma un ruolo cruciale lo hanno giocato anche la paura del contagio, i sentimenti generalizzati di ansia e di tristezza, e per le coppie la presenza dei bambini a casa. Tutti fattori alla base di questo importante decremento nei partner conviventi.
IMPATTO SULLA NATALITÀ
Dunque, chi si attendeva un aumento delle nascite per effetto della lunga chiusura non solo è rimasto deluso, ma deve constatare le grandi difficoltà di coppia nate proprio nel pieno del lockdown. Altro che “baby boom”, il Covid ha drasticamente ridotto una natalità già molto bassa, soprattutto nelle regioni del Nord Italia, che sono state le più colpite nel pieno della prima ondata. Lo studio è frutto del lavoro di un consorzio multidisciplinare che coinvolge psichiatri, psicologi, esperti di sanità pubblica e biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Genova e di Pavia, dell’Istituto Mario Negri, dell’ISPRO e dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria Careggi. «Le nostre analisi si basano su un campione rappresentativo di oltre 6.000 soggetti che stiamo seguendo nel tempo – dice Silvano Gallus, ricercatore del Mario Negri e coordinatore del consorzio -. Queste analisi ci permetteranno di capire come gli stili di vita e le abitudini degli italiani si siano modificate e si stiano continuando a modificare a seguito dell’esperienza pandemica vissuta».