Formiche in ospedale, l’indignazione tardiva
Le formiche hanno potuto più di chiunque altro. All’Ospedale San Paolo di Napoli si è fatto in due giorni quello che nessuno era riuscito a fare in due anni. Certo è servita tutta la forza mediatica di quell’immagine divenuta ormai tristemente nota, ma almeno il terremoto che ne è seguito ha portato a qualche risultato concreto. Sistemato il verde, smaltiti i materiali che negli anni si erano accumulati in ogni anglo (fortunatamente solo all’esterno) e realizzata la disinfestazione, adesso i pazienti potranno dormire sonni tranquilli. Almeno non dovranno preoccuparsi di ritrovarsi ricoperti di insetti.
La vicenda
Tutto è iniziato nella giornata di lunedì, quando da un cellulare del San Paolo è partita una foto incredibile. Al principio si è pensato ad un fotomontaggio, poi le parole del direttore sanitario hanno confermato: «Un episodio inqualificabile». Ed effettivamente inqualificabile è forse il modo più giusto per definire questa vicenda. Una donna riversa nel suo letto di degenza, completamente ricoperta di formiche.
Le reazioni
L’immagine ha fatto il giro del web alla velocità della luce. All’improvviso i riflettori si sono accesi sull’ospedale di Fuorigrotta e tutti, proprio tutti, hanno gridato allo scandalo. Sorprendente. Non perché non sia scandaloso quello che è accaduto, ma perché è come se ci si scandalizzasse a scoprire che il fuoco brucia, o che l’acqua sia bagnata. Sì, perché a turno tutte le testate giornalistiche locali si sono occupati di questa realtà. Decine di titoli sono stati pubblicati su questo fatto, con l’unico risultato di ottenere da chi aveva la responsabilità di vigilare e di cambiare le cose una sequela di “faremo” e “diremo”. Anche i sindacati hanno più volte provato negli anni passati a far sentire la propria voce. Non avrebbero dovuto arrendersi? Ovviamente, ma è veramente difficile buttare giù un muro di gomma. Alla fine solo la realtà è riuscita nell’impresa.
L’immagine di Napoli
In tanti ovviamente si sono lanciati in commenti razzisti sulla città e sulla Campania in generale. «Questa è la sanità di Napoli», «e poi si lamentano» e così via. Questo è inaccettabile, e lo dice uno che la notizia l’ha data senza fare sconti a nessuno. Tuttavia non si può liquidare la cosa in un modo tanto banale. Non è accettabile che a farlo siano le stesse persone che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a creare questa situazione. Napoli e i medici napoletani, ma anche gli infermieri, gli operatori socio sanitari, non sono i responsabili di quanto accaduto al San Paolo. La responsabilità è politica, anzi delle mancanze della politica nei confronti della Campania. E poi certo che ci sono “colpe” anche a livello locale, ma è la politica che deve verificare e fare in modo che ai posti di comando ci siano persone di valore. Proviamo a premiare il merito, ma anche a punire il demerito. E poi, bene così, al San Paolo in due giorni si è fatto più di quanto non si sia fatto in anni di denunce e battaglie. Speriamo solo che il ragionamento non sia come quello di Tancredi nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Perché ancora oggi è abitudine italica cambiare tutto, per fare in modo che tutto rimanga come è.