Focal One, gli ultrasuoni per sconfiggere il cancro
«Oggi possiamo offrire ai nostri pazienti una soluzione terapeutica che sfrutta un fascio di ultrasuoni ad alta intensità per eradicare il tumore della prostata senza intaccare altre funzioni». È Giovanni Di Lauro, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia a spiegare i vantaggi di una nuova tecnologia entrata a far parte dell’arsenale in forza al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. «Questa tecnologia già molto diffusa in Francia, e che in Italia si trova solo in alcune delle principali strutture del Nord, offre enormi vantaggi in termini di efficacia e qualità di vita dei nostri pazienti – aggiunge -. Per ora trattiamo tumori focali di medio e basso grado (neoplasie localizzate, ndr) con un solo nodulo neoplastico, ma ritengo che in un prossimo futuro sarà possibile valutare applicazioni off-label per trattare anche pazienti con tumori più importanti». Insomma, se oggi la tecnologia Focal One già permette di evitare effetti collaterali quali l’impotenza o l’incontinenza per pazienti affetti da carcinoma della prostata, un domani potrebbe anche garantire il controllo di neoplasie più aggressive, migliorando la qualità della vita di chi ne è affetto. I pazienti a cui è rivolta questa opzione terapeutica, sono quelli idonei alla “sorveglianza attiva”, che prevede continue analisi. Quindi, l’utilizzo del Focal One fa risparmiare alle casse del sistema sanitario migliaia di euro, evitando continue risonanze e biopsie, e consente ai pazienti di sentirsi liberati dalla malattia. Ma come funziona la tecnologia Focal One? Semplificando un po’ si può dire che i pilastri di questo sistema sono tre: localizzazione del tumore, tecnologia ablativa clinicamente provata e validazione dell’efficacia del trattamento. Questa macchina gestisce 8 punti focali di azione. Questo si traduce in enorme precisione, una maggiore probabilità di riuscita della procedura e un minor rischio di avere zone non trattate nell’area bersaglio. L’apparecchio ha un sistema robotizzato che adatta la sonda al trattamento di tutta la zona target. Grazie ad un’immagine ecografica in tempo reale il chirurgo ha infatti un controllo assoluto e può ottimizzazione l’area da trattare in modo dinamico e continuo per tutta la durata della procedura. «I trattamenti – spiega Di Lauro – durano circa 20 minuti. In questo modo abbiamo un beneficio per il paziente, ma anche in termini di minor impegno delle sale operatorie».
CENTRO D’ECCELLENZA
Come detto, questa tecnologia ha ampliato l’arsenale a disposizione del Santa Maria delle Grazie (primo ospedale del Centro Sud ad essersene dotato) e che ora più che mai offre opzioni terapeutiche e chirurgiche tra le più moderne e le più varie. «La scelta della nostra direzione generale – spiega il chirurgo – ha un volare strategico, perché si colloca nel contesto di un Centro di alta specialità che affronta ogni patologa prostatica, sia benigna che maligna, a partire dalla diagnosi per arrivare alle possibili soluzioni. Si pensi ad esempio alla chirurgia robotica, alla radioterapia per o alla terapia oncologica». Il Centro diretto da Di Lauro è dunque sempre più un’eccellenza della sanità campana, dove oggi più che mai ci si prende cura del paziente a 360 gradi. Dalla diagnosi oncologica, con la risonanza magnetica multiparametrica o le biopsie fusion ad alta precisione, a tecniche d’intervento all’avanguardia. È qui, ad esempio, che viene realizzata una tecnica che in molti casi consente di salvare l’eiaculazione dopo la distruzione prostatica. Moltissimi inoltre gli interventi realizzati con la chirurgia laser (evitando quindi gli interventi tradizionali) o con la chirurgia robotica attraverso il sistema Da Vinci e, oggi, sfruttando il potere degli ultrasuoni ad alta intensità.