Diabete. Bambini già stressati e peggiorano patologia
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica americana Diabetic Medicine rivela i meccanismi psicologici del diabete sugli under 16: ne emerge che 1 su 3 è già stressato. Gli studi più recenti confermano quanto lo stress correlato alla gestione della malattia agisca anche sulla mente e come le tecnologie di ultima generazione possano fare la differenza In America lo definiscono “burden”, fardello, peso: è l’insieme di ansia e preoccupazione derivanti dalla percezione di non essere in grado di tenere sotto controllo il diabete tutti i giorni, soprattutto se si parla di bambini, ragazzi e genitori. In Italia sono 11mila gli under 16 con diabete di tipo 1 costretti a gestire una malattia che li accompagnerà per sempre. Gli studi parlano anche di angoscia, di senso di fallimento per non essere in grado di raggiungere gli obiettivi glicemici. Il livello di stress di alcuni bambini poi si alza raggiungendo la depressione in età adolescenziale. Le ragazze con diabete, dicono le ricerche, hanno una maggiore incidenza di sovrappeso, obesità e disturbi del comportamento alimentare, quindi tendono a mangiare meno, a non seguire la terapia (omettendo anche i boli per paura di ingrassare) con il relativo altissimo rischio di complicanze.
“Lo stress ha un forte impatto sulla glicemia, provocando picchi ipoglicemici sui spesso seguono crolli improvvisi, e questo scombina tutta la sottile strategia ed equilibrio del tenere la glicemia e le temute crisi ipoglicemiche sotto controllo – spiega Valentino Cherubini, Direttore SOD Diabetologia Pediatrica Ospedali Riuniti di Ancona – Lo stress e gli effetti che produce sulla glicemia sono pericolosi quanto il saltare i pasti. E il problema non esiste solo a scuola, coinvolge tutte le attività dei ragazzi, anche quelle extrascolastiche. Tute le emozioni sia positive sia negative disegnano una specie di mappa della glicemia nella giornata con i suoi su e giù per come il bambino/ragazzo si è comportato, ha sentito psicologicamente, ha vissuto”.
I diabetologi, i medici di famiglia e i pediatri stanno concentrando molti dei loro sforzi nel dare alla gestione familiare e personale del diabete l’importanza primaria che ha. Sono i genitori la vera misurazione e regolazione di insulina del bambino, soprattutto quando molto piccolo.
Ma poi è il bambino in crescita a essere la sua misurazione, il suo memo di quello che deve fare lui e devono fargli gli altri nella gestione quotidiana. Lo stress di non farcela, di non essere all’altezza, di sbagliare rappresenta un grandissimo ostacolo su questo percorso.
Ma come è possibile intervenire su questo circolo vizioso? Altre evidenze scientifiche dimostrano che i bambini e i ragazzi che utilizzano device per il controllo della glicemia e/o per la gestione dell’insulina hanno i livelli di stress più bassi.
“A casa il primo device medicale è la mamma. La tecnologia permette di avere una costante “vice mamma” che dialoga wireless, incidendo anche sullo stress del bambino, che dopo un po’ può dimenticarsi di ricordare a sé e agli altri la misurazione e la puntura. Oggi grazie ai sistemi di microinfusore continua – conclude Cherubini – è possibile ovviare al disagio di iniettarsi l’insulina più volte al giorno e grazie alla tecnologia del monitoraggio continuo (allarmato e visualizzabile a distanza), si può avere sotto controllo in tempo reale la propria glicemia senza ricorrere a continue punture. Fin da piccoli, i pazienti possono contare su dispositivi sicuri, precisi, la cui efficacia e affidabilità sono provate da numerosi studi scientifici e dalla pratica clinica”.
Tra le ultime tecnologie c’è un cerotto intelligente che gestisce la terapia. Si tratta di un microinfusore che ha le dimensioni di un “micro-mouse” (il Pod, appunto) e fornisce la somministrazione continua di insulina. Il sistema Omnipod consente di nuotare, praticare sport, fare la doccia (impermeabile fino a 7,6 metri) e condurre la propria vita sociale fin da molto piccoli, sapendo che monitoraggio e terapia vengono gestiti in sicurezza. L’erogazione dell’insulina che necessita il bambino può essere cambiata in qualsiasi momento.