Creme solari. Proteggono davvero tutte? Il test
Esporsi al sole senza protezione a lungo andare può avere conseguenze molto gravi. Il rischio aumenta quando si tratta della pelle dei più piccoli. Tra i fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori cutanei in età adulta c’è proprio l’intensa esposizione al sole in età infantile, con scottature ed eritemi. Per questo motivo è importante applicare sulla pelle dei bambini una crema ad alta (Spf 50) o altissima protezione (Spf 50+) quando giocano sotto il sole e limitare l’esposizione diretta dalle 11 alle 16, nelle ore in cui i raggi Uv sono più forti. Per scegliere la crema migliore, meglio non affidarsi al caso. Lo dimostra l’ultimo test effettuato da Altroconsumo a livello europeo. Sono state portate in laboratorio 16 creme solari acquistate tra farmacie, supermercati e discount per capire quali sono le più affidabili. Non tutte, però, hanno superato le prove. Due prodotti, infatti, non proteggono quanto dovrebbero. In generale i risultati del test sulle creme solari con fattore Spf 50+ sono stati rassicuranti: quasi tutti rispettano il grado di protezione riportato in etichetta. Fanno eccezione due prodotti che sono stati segnalati al Ministero della Salute ed è stato richiesto il ritiro dal mercato. Soprattutto in casi come questi, il rischio scottature può essere alto, a maggior ragione perché chi acquista questo tipo di prodotti è convinto di poter contare su un fattore di protezione altissimo e sul fatto che sono indicati per i bambini.
Raggi Uvb e raggi Uva, perché è importante proteggersi
I raggi Uvb sono responsabili della produzione di melanina e degli eritemi. La protezione dai raggi Uvb è indicata dall’Spf, ovvero il numero riportato in etichetta (in questo caso 50+). È possibile scegliere il grado di protezione in base a diversi fattori come ad esempio il fototipo della pelle. I raggi Uva, invece, sono quelli che penetrano più in profondità e causano l’invecchiamento precoce della pelle. La protezione dai raggi Uva è indicata in etichetta semplicemente da un bollo apposto dal produttore, che di fatto si fa garante che quel prodotto protegge da questi raggi. L’utilizzatore non sa però qual è il grado di efficacia reale di questo tipo di protezione. L’elevata esposizione a entrambi costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo dei tumori della pelle. Una raccomandazione europea chiede che ci sia un certo equilibrio tra i due tipi di potere schermante e che la protezione contro i raggi Uva sia almeno un terzo dell’Spf dichiarato in etichetta.
Creme solari per bambini, quali sono da evitare?
Altro punto importante, soprattutto quando la crema è destinata a proteggere i bambini, è che non ci siano ingredienti critici, come fragranze allergizzanti o sostanze che possono disturbare l’equilibrio ormonale del nostro organismo (interferenti endocrini). Alcuni ingredienti in uso nell’industria cosmetica sono sotto la lente d’ingrandimento poiché sospettati di essere dei potenziali interferenti endocrini (sostanze in grado di alterare l’equilibrio ormonale di animali, essere umani compresi). Il problema sollevato non è riferito al “pericolo” indotto dall’uso di una singola sostanza (che raramente espone a dei reali rischi) bensì all’effetto multiplo (il cosiddetto “effetto cocktail”) risultante dal contatto diretto con più sostanze e non solo attraverso i prodotti di personal care. Per quanto riguarda l’ambito specifico dei cosmetici sconsigliamo di scegliere prodotti (e quindi anche solari) che contengono propylparaben, butylparaben (conservanti) e ethylhexyl methoxycinnamate (filtro UV). Per quanto riguarda sensibilizzazioni e allergie, soggetti che presentano una pelle molto delicata dovrebbero evitare prodotti che contenenti le una o più delle 26 fragranze riconosciute come allergeniche: tra queste consigliamo di evitare in particolare la sostanza butylphenyl methylproprional perché è stata recentemente ritenuta non sicura in tutti i prodotti cosmetici, al di là del suo potenziale potere allergenico.
Attenzione alle etichette delle creme solari
Anche per le creme solari vale la regola che l’etichetta deve essere chiara, leggibile e senza claim fuorvianti. In particolare, attenzione a:
- Le avvertenze riportate nei prodotti spray circa l’infiammabilità dei contenitori e degli ingredienti contenuti (gas propellenti e alcol) e le corrette indicazioni d’uso.
- “Senza parabeni”, “Senza ….”: il fatto che non ci siano uno o più ingredienti non è sinonimo di qualità del prodotto, si tratta infatti solo di una strategia di marketing. Ad esempio non tutti i parabeni sono sconsigliati e al loro posto potrebbero esserci altri ingredienti più critici.
- Altri claim inutili, come le indicazioni “ipoallergenico” o “dermatologicamente testato” spesso fuorvianti, visto che alcuni prodotti contengono comunque ingredienti a rischio allergie. In pratica non danno garanzie speciali sulla formulazione.