Assemblea Farmindustria: farmaceutica vale 2% del pil, crea valore, innovazione e traina il Paese
L’industria farmaceutica crea innovazione ed è un traino per l’economia italiana. Un orgoglio dell’Italia in Europa l’ha definita Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel corso dell’Assemblea pubblica presso l’Auditorium della Conciliazione, a Roma, inaugurata con centinaia di rappresentati del settore e delle istituzioni. Un valore rappresentato dai numeri, con “49 miliardi di euro di produzione nel 2022, di cui 47,6 miliardi di export, 3,3 miliardi investiti in produzione e R&S, 68.600 addetti, di cui le donne rappresentano il 44% del totale”, – ha continuato Cattani.
Non possiamo gestire con regole vecchie quello che sarà il futuro, ha sottolineato Cattani. “Viviamo una trasformazione epocale – ha continuato – dovuta ai mutamenti geopolitici e demografici, alla competizione internazionale, all’innovazione che corre velocissima grazie alle nuove tecnologie, ai big data e all’intelligenza artificiale. Rispondiamo alla domanda di salute con un’innovazione diversificata, arrivando al record storico di oltre 20.000 farmaci in sviluppo nel mondo, tra cui molti medicinali e vaccini innovativi. Un dinamismo confermato anche dalle previsioni sugli investimenti: tra il 2023 e il 2028 raggiungeranno 1.600 miliardi di dollari a livello globale.
È quindi il momento di sviluppare una visione con nuove regole, che permetta all’Italia di crescere e recuperare velocemente il gap competitivo con altri Paesi, in un sistema a misura di paziente e rivolto al futuro” ha ribadito Cattani. “L’industria farmaceutica è strategica – ha continuato – risponde infatti a esigenze di salute, crescita, sicurezza nazionale ed efficienza della spesa pubblica, evitando costi nelle altre prestazioni sanitarie e di welfare”. I numeri confermano anche un’occupazione di qualità che ha segnato un +9% in 5 anni, soprattutto tra i giovani (+16%) e le donne (+13%).
Innovazione aumenta sopravvivenza
Gli investimenti significano ricerca che si traduce in mesi e anni di vita dei pazienti. Secondo i dati: in dieci anni le persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore sono 1 milione in più e oggi 2 persone su 3 alle quali viene diagnosticato un cancro sopravvivono dopo 5 anni, mentre 30 anni fa erano 1 su 3. L’83% di questo progresso si deve ai nuovi farmaci. Inoltre con le vaccinazioni sono state eradicate delle malattie e altre sono sotto controllo. Gli antibiotici innovativi, invece, contrastano le infezioni resistenti. Sono tanti i trattamenti in più per patologie acute e croniche, anche grazie alle terapie avanzate. In 20 anni è diminuita la mortalità per le patologie croniche del 41%.
L’industria farmaceutica made in Italy
La concorrenza è globale e l’Europa vede perdere quote mondiali di investimenti rispetto a Usa e Cina. Inoltre corrono anche Paesi emergenti, come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Singapore con forti politiche attrattive. “Una concorrenza alla quale l’Italia e l’Europa devono rispondere come Nazione e come continente – ribadisce Cattani. “L’industria farmaceutica made in Italy è un patrimonio di sviluppo che deve essere considerato tale nei progetti di nuove politiche industriali per il Paese e i territori”. Per questo è necessario “intervenire urgentemente, rivedendo la proposta di revisione della legislazione farmaceutica europea presentata dalla Commissione Europea che indebolisce la proprietà intellettuale e quindi la competitività e la qualità delle cure, con rischi anche per la salute dei cittadini”.
Il futuro
“Sfruttateci come un valore“ – ha detto Cattani rivolgendosi ai ministri. Tra i nodi da sciogliere, il payback: “servono regole nuove, innanzitutto nella gestione della spesa, che è fondamentale per l’attrattività degli investimenti, messa a forte rischio da livelli ormai insostenibili di payback, proiettati a 1,5 miliardi nel 2023 e 1,8 nel 2024 (15% del fatturato di chi lo sostiene). E ancora: rimodulare i due tetti di spesa, includere già dal 2023 i farmaci a innovatività condizionata nel fondo innovazione, aumentare le risorse e uniformare le regole di gestione della spesa a livello regionale, che creano differenze sui territori”.
Inoltre ha auspicato un “rapido completamento della riforma dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), che consentirà di modernizzare le valutazioni delle terapie basate sul valore per migliorare ulteriormente la disponibilità e per gestire la spesa in modo compatibile con la presenza industriale”. “Il Governo – ha ribadito Cattani – ha manifestato fin dall’inizio grande disponibilità al dialogo, in un clima di fiducia, dimostrando nei fatti di credere nella nostra industria come valore per l’intera Nazione. E assumendo anche una posizione forte in Ue a tutela della proprietà intellettuale”.
Schillaci: semplificare i processi affinché il farmaco arrivi al paziente quanto prima
Anche il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito la necessità di una “sanità del terzo millennio: la sfida – ha detto – è mettere insieme le caratteristiche demografiche italiane e il tema delle malattie croniche degenerative che portano con sé e la tecnologia che avanza in modo mirabolante, anche per merito dell’industria. Il vero tesoro è la mente degli italiani, la ricerca e l’università sono il punto di partenza e poi il partner è l’industria. Tutto questo però deve essere sostenibile e accessibile”.
Sull’Aifa ha detto: vogliamo che sia “al passo con i tempi, a me interessa soprattutto che le medicine e la tecnologia che arrivano siano prontamente disponibili”. Poi, ha aggiunto: “dobbiamo semplificare i processi per l’industria ma anche per i cittadini affinché il farmaco arrivi al letto del paziente quanto prima”.
“Da settembre – ha affermato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini – avremo 4mila posti in più l’anno a Medicina e da domani con il ministro Schillaci ci focalizzeremo sulle specializzazioni, cercando di valorizzare i talenti di ciascuno e puntando a più borse di specializzazione tarate sui fabbisogni di salute”.
Urso: allineare la politica della salute con quella dell’industria
“Allineare la politica della salute con quella dell’industria è fondamentale: lo sappiamo noi e ora lo deve comprendere anche la Commissione Europea ed è questo un passo fondamentale di questo Governo”, ha affermato il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. “Se abbiamo insediato subito con il ministro Schillaci il tavolo sulla farmaceutica che si riunirà ancora il 20 luglio – ha continuato – è perché questo è un governo coeso, politico, che sceglie la strada di perseguire obiettivi insiee con il sistema industriale del Paese.
Ma abbiamo assolutamente bisogno di una Commissione europea consapevole, che ponga fine a una visione ideologica della realtà e che con noi realizzi una politica industriale della farmaceutica e del biomedicale basata sull’investimento in ricerca e sviluppo per garantire autonomia e competitività delle imprese e quindi la salute dei cittadini europei. La Commissione europea deve far scendere in campo gli Stati – ha proseguito – nel sostenere le imprese nella loro competitività globale perché non possiamo rinunciare ai livelli di benessere che abbiamo raggiunto e che caratterizzano il mondo occidentale”.