Mai più donne con genitali mutilati. Il mondo si mobilita
Oggi è la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, un fenomeno che riguarda 200 milioni di donne nel mondo, circa 57.000 in Italia, provenienti soprattutto da Nigeria ed Egitto.
Una pratica usata in almeno 30 paesi che costituisce una grave violazione dei diritti fondamentali della persona. Una pratica di crudeltà che lede la dignità delle donne e le espone a gravi conseguenze fisiche, come emorragie e cicatrici dolorose che in alcuni casi portano alla morte. Un problema che interessa anche l’ Europa. Sebbene infatti siano vietate, le mutilazioni riguardano anche bambine e giovani donne migranti che vivono nel nostro territorio, spesso a rischio di subire barbare mutilazioni quando tornano nel loro paese di origine durante periodi di vacanza per visitare i parenti.
Action Aid in collaborazione con l’ università Bicocca di Milano ha realizzato un’ indagine e ha tracciato la reale dimensione di questa pratica tra le comunità residenti nel nostro Paese. In Italia, nelle comunità migranti, vi sono molte donne con mutilazioni genitali femminili con percentuali che variano a seconda del paese di origine. Secondo le stime aggiornate al 2016 il numero di donne straniere maggiorenni con mutilazioni genitali femminili presenti in Italia si attesti tra le 46mila e le 57mila unità, a cui si aggiungono le neocittadine italiane maggiorenni originarie di paesi dove la pratica esiste (quantificate tra le 11mila e le 14mila unità) e le richiedenti asilo. Oltre il 60% delle donne con mutilazioni genitali femminili presenti in Italia proviene da Nigeria ed Egitto.
Se si considera invece la prevalenza all’ interno delle principali comunità sono le donne somale ad essere più colpite (83,5%), seguite da quelle che provengono dalla Nigeria (79,4%) e dal Burkina Faso (71,6%). Al quarto posto per diffusione delle mutilazioni c’ è la comunità egiziana (60,6%), seguita da quelle eritrea (52,1%), senegalese (31%) e ivoriana (11%). La nuova mappa che emerge dallo studio della Bicocca conferma che le mutilazioni sono un tema di grande importanza anche in Italia. La presenza di donne con mutilazione genitale femminile apre il dibattito sulla necessità di mettere in atto politiche di prevenzione nei confronti delle bambine migrate da piccole o nate in Italia.
Per combattere questa forma di violenza di origine tribale, ActionAid ha lanciato il progetto AFTER che prevede percorsi di empowerment per le donne e attività di informazione ed educazione per le loro comunità affinché rifiutino questa pratica.
In occasione della Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili ActionAid ha promosso inoltre la mobilitazione online (hasthtag #endFGM). Testimonial, attivisti e influencer sono intervenuti attraverso i loro profili social, postando una foto con indosso il simbolo della campagna: un soffione viola, simbolo di libertà ed espressione del desiderio di lasciar andare il passato, permettere al presente di trasformarsi in un futuro libero da vincoli fisici ed emotivi. Ogni attivista diventa quindi il simbolo positivo di un seme del soffione che vola nel vento per informare, sensibilizzare, mobilitare, affinché in futuro nessuna bambina subisca più questa pratica crudele e pericolosa. Aderiscono alla campagna di sensibilizzazione, tra gli altri, la Federazione Italiana Rugby.