Il futuro della sanità passa dall’intelligenza artificiale e dalla digitalizzazione
“Le nuove tecnologie possono aiutarci a preservare la qualità della vita dei pazienti, intercettando i loro bisogni anche al di fuori degli ospedali”. Così il Senatore Guido Liris ha sintetizzato l’urgenza di un cambiamento radicale nel sistema sanitario italiano, durante la terza edizione dell’Healthcare Innovation Forum, tenutasi ieri all’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis a Roma. L’evento ha messo al centro l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione come motori di una trasformazione necessaria per affrontare le sfide sanitarie del futuro.
L’Healthcare Innovation Forum, organizzato da CORE con il contributo scientifico di esperti del settore, ha messo al centro i grandi temi che stanno ridisegnando la sanità, come l’intelligenza artificiale, la “Value-Based Healthcare” e l’Health Technology Assessment. Tematiche orientate alla sostenibilità del sistema sanitario, alla qualità delle cure e alla centralità del paziente.
One health al centro delle politiche sanitarie
Il concetto di “One Health” è stato uno dei temi chiave del dibattito. Questo approccio olistico riconosce che la salute umana è strettamente legata a quella animale e ambientale, da qui l’importanza di promuovere politiche sanitarie che considerino l’interdipendenza tra i tre ambiti. Non si tratta solo di un concetto teorico, ma di un obiettivo pratico che deve essere integrato nel sistema sanitario per garantire un futuro più sostenibile. Tra i punti più urgenti, la necessità di affrontare l’antibiotico resistenza (Amr) che causa nel mondo cinque milioni di morti ogni anno. Un fenomeno che vede l’Italia maglia nera in Europa, con 11 mila morti l’anno dovute a infezioni da batteri resistenti, con percentuali tra le più alte d’Europa. Inoltre, secondo un nuovo studio del Global Research on Antimicrobial Resistance (GRAM) Project, pubblicato su Lancet , il numero di morti supererà i 39 milioni in tutto il mondo nei prossimi 25 anni.
Gli esperti presenti al forum hanno sottolineato come la “One Health” possa essere potenziata dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dalla ricerca traslazionale. Queste tecnologie permettono di monitorare e prevedere l’evoluzione delle malattie in maniera più efficace, promuovendo interventi tempestivi e mirati. Il passaggio verso una sanità basata sulla prevenzione e sull’integrazione tra salute umana, animale e ambientale è, quindi, una delle sfide cruciali per il futuro del sistema sanitario nazionale.
Value based healthcare: i costi non fanno il valore
La necessità di ripensare il modello sanitario in termini di sostenibilità ed efficienza ha guidato il dibattito sul concetto di “Value-Based Healthcare” (VBHC). Questo modello si basa sul valore che le cure portano al paziente, non sul costo. Per esempio, alcune terapie possono portare benefici nel lungo periodo che possono rivelarsi più sostenibili rispetto ad altre che hanno un costo più basso, riducendo i costi di ospedalizzazione. L’obiettivo è migliorare i risultati clinici, ridurre gli sprechi e garantire un accesso più equo ai servizi sanitari, abbattendo le disuguaglianze regionali.
Uno strumento centrale per implementare questo modello è l’Health Technology Assessment (HTA), che permette di valutare l’impatto delle nuove tecnologie sanitarie. Senza una valutazione accurata, il rischio è di investire in tecnologie che non apportano un reale beneficio al paziente o che non migliorano l’efficienza del sistema. L’HTA permette di evitare questi errori e di orientare le scelte politiche e amministrative verso soluzioni concrete che migliorino la qualità dell’assistenza.
L’intelligenza artificiale: alleato per il sistema sanitario
L’intelligenza artificiale (IA) è emersa come una delle soluzioni più promettenti per rivoluzionare il settore sanitario. Ma come ha sottolineato Pierpaolo Truglia, Healthcare Senior Sales Manager di Engineering, l’IA non è fine a se stessa. “È una leva fondamentale per trasformare il settore sanitario, migliorando la prevenzione, la diagnosi e la gestione delle malattie”, ha dichiarato Truglia. Durante il forum, è stato discusso come l’IA possa essere utilizzata per raccogliere e analizzare enormi quantità di dati clinici, migliorando le diagnosi precoci e rendendo più efficiente la gestione delle strutture sanitarie, accelerando gli studi clinici.
Un uso più strategico dell’IA permetterebbe di ridurre i tempi di attesa e i costi operativi, consentendo ai medici di concentrarsi su casi più complessi e di migliorare l’esperienza complessiva dei pazienti. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’importanza di implementare queste tecnologie in modo etico e sicuro, garantendo la protezione dei dati sensibili dei pazienti e rispettando la normativa sulla privacy.
Operation management: riorganizzare per migliorare l’efficienza
L’Operation Management (OM) è un altro tema affrontato durante il forum. La gestione operativa delle strutture sanitarie è essenziale per garantire un servizio efficiente, riducendo sprechi e ottimizzando le risorse. Il modello dell’OM si propone di abbattere le inefficienze che oggi affliggono il sistema sanitario, in particolare le liste d’attesa, uno dei maggiori problemi per i pazienti italiani.
L’utilizzo della tecnologia e dei dati può contribuire a migliorare i flussi di lavoro, ottimizzando la gestione dei reparti e garantendo che le risorse siano allocate nel modo più efficiente possibile. Questo approccio non solo riduce i costi, ma migliora anche la qualità delle cure, permettendo ai pazienti di ricevere assistenza in tempi più rapidi. La digitalizzazione delle procedure è il primo passo in questo processo di trasformazione.
Alcuni interventi
Tutti gli interventi hanno sottolineato la necessità di un cambiamento radicale. Il Senatore Guido Liris ha evidenziato come l’invecchiamento della popolazione stia aumentando la pressione sul sistema sanitario. “La popolazione è sempre più longeva, e questo genera una domanda crescente di assistenza sanitaria”, ha dichiarato Liris. Ha aggiunto che le nuove tecnologie sono essenziali per rispondere a questa sfida, permettendo di mantenere alta la qualità della vita dei pazienti anche al di fuori degli ospedali tradizionali.
Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, ha posto l’accento sull’importanza della prevenzione. “Per troppi anni la prevenzione è stata vista come un costo, quando invece è un investimento”, ha affermato. Aurigemma ha chiesto un impegno maggiore per uniformare i servizi sanitari tra le diverse regioni, sottolineando che oggi esistono forti disparità che devono essere superate.
Giuseppe Navanteri, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Clinica e ICT all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, ha sottolineato l’importanza di innovare il sistema sanitario, andando oltre le strategie tradizionali. “Il nostro sistema sanitario nazionale deve evolversi”, ha detto Navanteri, aggiungendo che l’innovazione non riguarda solo l’introduzione di nuove tecnologie, ma anche l’adozione di nuovi modelli organizzativi che possano migliorare i risultati clinici.
L’evento è stato realizzato con il contributo incondizionato di AGFA HealthCare, B. Braun Milano S.p.A., Biessemedica, Enbiotech, Engineering, Fujifilm Healthcare, KBMS, NGC Medical, Oracle, Samsung e con il patrocinio di AgID, AIIC, Confindustria Dispositivi Medici e Regione Lazio.