Green Economy per salvare il pianeta e la salute umana. L’appello da Istanbul
La nostra salute dipende da quella del pianeta. Affrontare le sfide climatiche richiede un grande sforzo di cooperazione e investimenti globali nelle energie rinnovabili, in altre parole una visione comune, così come ha insegnato duramente la pandemia. Un appello è arrivato a margine della quinta edizione dell’Istanbul Economy Summit 2021, che si è tenuto venerdì a Istanbul e ha visto la partecipazione di funzionari, dirigenti e rappresentanti dei vari settori privati da tutto il mondo. L’inquinamento atmosferico, responsabile del surriscaldamento, è la prima causa di morti premature dovute a fattori ambientali in Europa (400 mila all’anno) e in Italia, dove si sono registrate oltre 65 mila morti premature nel 2018, soprattutto tra bambini, anziani e pazienti affetti da patologie croniche cardiovascolari e respiratorie.
Il vertice dal titolo “Green Economy”, durato un giorno, è stato organizzato da una delle principali società di energia rinnovabile turca, Kalyon PV. Le sfide del futuro per la transizione ecologica coinvolgono tutti i settori dell’economia: dal processo mondiale di cambiamento e trasformazione delle energie rinnovabili, ai temi dei nuovi equilibri nella catena di approvvigionamento interrotta dalla recente pandemia, fino all’agricoltura digitale e all’ecoturismo.
I danni delle emissioni di CO2
“Negli ultimi 100 anni, abbiamo causato molti danni alla natura a causa dell’abuso industriale e umano del mondo. Nel prossimo secolo, possiamo lasciare un mondo molto migliore alle generazioni future. Il vertice economico di Istanbul non pretende di salvare il mondo, ma ha la pretesa di riunire persone che affermano di salvare il mondo”, ha detto Abdullah Değer, presidente del comitato esecutivo dell’Istanbul Economy Summit, aprendo il vertice. “Il mondo è ancora lontano dagli obiettivi fissati nell’accordo sul clima di Parigi – ha detto l’ex ministro turco, Kürşad Tüzmen, presidente del consiglio di amministrazione del vertice economico di Istanbul.
L’obiettivo dell’accordo di Parigi del 2015 è limitare l’aumento delle temperature globali ben al di sotto dei 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit) al di sopra dei livelli preindustriali, proseguendo gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5 gradi Celsius”. Anche dalla conferenza COP26 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow, in Scozia, il mese scorso è emerso che “siamo lontani dall’80%” dal raggiungimento di questo obiettivo. Se da un lato ci sono i paesi in via di sviluppo che non sono in grado di raggiungere facilmente una consapevolezza dell’economia verde, dall’altro anche le nazioni sviluppate non hanno rispettato i loro impegni”. “Possiamo superare questo problema se i paesi si impegnano concretamente”, ha affermato Tüzmen. La Turchia ha due principali forze trainanti, le esportazioni e il turismo, da cui vuole partire per fornire risorse all’economia verde, ha concluso.
Il capo dell’Assemblea degli esportatori turchi (TIM), Ismail Gülle, ha sottolineato: “esaminando i dati sulle emissioni globali di carbonio, i primi 3 paesi che producono la maggior parte delle emissioni sono Cina, Stati Uniti e India che da soli rappresentano più della metà delle emissioni totali”. Secondo gli ultimi rapporti, se non ci sarà un cambiamento radicale negli stili di vita e nelle abitudini di consumo dei paesi più ricchi del mondo, bisognerà adottare misure molto più drastiche per raggiungere gli obiettivi attuali. Ankara ha firmato l’accordo di Parigi nell’aprile 2016 ma non ha avviato il processo di ratifica, sostenendo che non dovrebbe essere considerato un paese sviluppato ai fini dell’accordo ed è responsabile di una quota molto piccola delle emissioni storiche di carbonio.
Forum di Istanbul. La salute del pianeta, sfide e opportunità
La transizione verde ha due priorità: pari opportunità e digitalizzazione – ha affermato Annemarie Straathof, vicepresidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). “C’è una crescente consapevolezza del cambiamento climatico che minaccia la nostra salute, ma anche delle opportunità per le imprese e la finanza” – ha aggiunto. “Vogliamo attirare l’attenzione sull’efficienza energetica. Miriamo a ridurre le emissioni totali di gas serra. Il nostro lavoro va di pari passo con l’accordo di Parigi. La crisi climatica è il più grande disastro del nostro secolo e la sua urgenza è certa».
L’appello del ministro dell’Uzbekistan: unire le forze per la salute del mondo
Ibrokhim Abdurakhmonov, Ministro dello sviluppo innovativo della Repubblica dell’Uzbekistan, in Asia, ha parlato del disastro ambientale a cui è stato esposto il Lago d’Aral e degli esempi che hanno dato origine alla crisi climatica globale. Spiegando come l’agricoltura e l’acqua dovrebbero essere usate correttamente, mentre l’approvvigionamento alimentare e la natura dovrebbero essere protetti, Abdurakhmonov ha detto: “Come governi, ci sono molte cose che possiamo fare insieme. La pandemia ci ha anche insegnato lezioni importanti in questo processo”, ha affermato. “Le società di tutto il mondo richiedono un’economia verde, l’industria pulita e il cibo sano. Il cambiamento climatico sta avanzando sotto i nostri occhi. Devono esserci azioni congiunte per trasformare la sfida in opportunità. Dobbiamo sfruttare l’energia pulita e le risorse che possono derivare. L’economia circolare è molto cosa bella, ma deve essere pulita. Abbiamo bisogno di approcci innovativi per questo. Un singolo strumento elettronico ha bisogno di 80 chili di rame. È necessaria un’estrazione pulita. È necessaria una pianificazione o dobbiamo capire dove dobbiamo incanalare i nostri sforzi”.