Gli effetti collaterali del cortisone costano ogni anno 243 milioni di euro. A fare i conti per la prima volta è uno studio italiano che ha valutato la spesa per le condizioni causate dall’uso orale in alte dosi, spesso usato nella forma grave dell’asma. Il cortisone aumenta di 5 volte il rischio di osteoporosi e fratture, triplica il rischio di malattie digestive e raddoppia quello di diabete, obesità e insufficienza renale. La ricerca, presentata a Milano, è stata condotta grazie ai dati del Registro del progetto Sani (Severe Asthma Network Italy), è stata promossa da Siaaic in collaborazione con la Società Italiana di Pneumologia (Sip), le linee guida Gina (Global Initiative on Asthma) e i farmacoeconomisti dell’Università di Pavia.
I numeri
Sono 4 milioni gli italiani asmatici, di cui 200mila hanno la forma grave. Il 64% di questi ultimi viene trattato con corticosteroidi per via orale: sono i pazienti con maggior rischio di complicanze proprio a causa della terapia che assumono. Già dopo 6 mesi aumenta la probabilità di fratture spontanee e aumenta la glicemia. I rischi del cortisone crescono all’aumentare del dosaggio e della durata della cura.
I risultati dello studio, pubblicati sul World Allergy Organization Journal, sono stati ottenuti valutando il costo di ogni evento avverso correlato al tasso di probabilità che questo si manifesti. La spesa cresce all’aumentare dell’impiego dei cortisonici per via orale. Un soggetto non asmatico costa circa 1000 euro l’anno, chi soffre di asma grave invece circa 2000 euro.
La spesa
Il costo di 243 milioni l’anno per la gestione dei danni da cortisone orale supera la somma della spesa per terapie inalatorie, pari a 138,5 milioni, e quella per i farmaci biologici, stimata intorno ai 50 milioni. Secondo le linee guida internazionali, i corticosteroidi per via orale nell’asma dovrebbero essere utilizzati nelle crisi acute. In caso di asma grave si consigliano i minori dosaggi possibili e come trattamento di seconda scelta, dopo aver valutato le terapie biologiche, come gli anticorpi monoclonali anti-IgE o anti-IL5, attualmente approvati in Italia, ed altri in arrivo e già approvati dalla FDA.
I danni
L’osteoporosi colpisce il 16% di questi pazienti contro il 3% della popolazione generale; i disturbi della digestione riguardano il 65% contro il 24% di chi non ha asma grave; l’insufficienza renale dal 7% sale al 14%; il diabete arriva al 10% contro il 6% di chi non ha asma grave; il rischio di obesità sale al 42% contro il 23% della popolazione generale. Dai dati del registro Sani emerge che il 64% dei pazienti con asma grave utilizza cortisonici in cronico, esponendosi quindi a un elevato rischio di eventi avversi. I pazienti, quindi, vanno incontro a problemi anche gravi, che potrebbero essere evitati limitando l’uso del cortisone e preferendo i farmaci biologici. Inoltre dal punto di vista economico, espone a costi maggiori proprio per la necessità di gestire gli effetti collaterali.
Gli esperti consigliano di non ricorrere alla cura di cortisone come prima scelta. Inoltre raccomandano di eseguire correttamente le terapie inalatorie prescritte e di ricorrere ai nuovi farmaci biologici che “risparmiano” cortisone, con minori costi ed effetti collaterali, per la salute dei pazienti e per la tenuta dei conti del Sistema Sanitario.