Il 10-15% delle donne in età riproduttiva sono affette da endometriosi e almeno 3 milioni hanno una diagnosi conclamata. I dati che riguardano l’Italia sono stati diffusi dal Ministero Salute. Il report sottolinea che una “limitata consapevolezza della patologia è causa di un grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai 7 anni”. Nel nostro Paese sono 300.000 le esenzioni per forme più grave. L’endometriosi, infatti, è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati (moderato o III grado e grave o IV grado”) che dà il diritto alle pazienti di usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo.
Endometriosi: i campanelli d’allarme
Il sintomo principale che caratterizza questa malattia è: il dolore mestruale, spesso cronico e persistente, che si associa spesso a fenomeni depressivi e a infertilità: la patologia interessa infatti circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. La diagnosi spesso arriva dopo un lungo percorso dispendioso e che comporta un grave carico emotivo, con ripercussioni sulla salute psicologica, la diagnosi arriva in media tra i 25 e i 35 anni. Le donne che hanno la madre o la sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore. Tra i trattamenti, l’ormone progestinico è capace di migliorare il quadro sintomatologico in quanto abolisce la stimolazione ormonale e la crescita degli impianti endometriosici. Il trattamento più invalidante con gli analoghi del GnRH, farmaci che bloccano totalmente la stimolazione delle ovaie sono limitati a casi che richiedano un intervento chirurgico. Ma sono in corso diversi studi con composti che pur inibendo la stimolazione ovarica, creano meno effetti collaterali. La dottoressa Maria Rita Rampini, ginecologa, esperta in diagnosi e terapia dell’infertilità, ribadisce che forti dolori durante il ciclo mestruale non sono normali. “Recatevi subito da uno specialista – esorta l’esperta – perché, qualora si tratti di endometriosi, è importante diagnosticarla il prima possibile, per gestirla al meglio, tenerla sotto controllo e preservare la vostra fertilità”.