Sanità peggiora in 10 Regioni. Divario Nord-Sud aumenta
La sanità italiana registra un peggioramento nel 2022. Lo evidenzia il Rapporto della Fondazione Gimbe. Le Regioni adempienti scendono da 14 a 13. Il divario tra Nord e Sud si amplia ulteriormente. La situazione è critica, con solo due Regioni meridionali che garantiscono i Livelli essenziali di assistenza.
Regioni bocciate
Il 2022 mostra un calo delle Regioni adempienti in tutte e tre le aree di valutazione: assistenza ospedaliera, territoriale e prevenzione. Si passa da 14 a 13 Regioni. L’Abruzzo diventa inadempiente per il punteggio insufficiente nell’area della prevenzione. Le Regioni inadempienti al Nord sono solo la Provincia Autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta.
Divario Nord-Sud
Il divario tra Nord e Sud è evidente. Solo Puglia e Basilicata sono tra le Regioni adempienti. Queste si trovano però in fondo alla classifica delle Regioni promosse. Ai primi posti ci sono sei Regioni del Nord e quattro del Centro. Nelle ultime posizioni ci sono quasi esclusivamente Regioni del Mezzogiorno.
Sanità delle Regioni, prevenzione insufficiente
Nel 2022 quasi la metà delle Regioni ha performance inferiori al 2021. L’area della prevenzione è la più colpita, con una perdita complessiva di 146 punti a livello nazionale. Il passaggio all’Anagrafe Vaccinale Nazionale potrebbe aver influenzato questi dati, precisa la Fondazione Gimbe.
Il monitoraggio del ministero della Salute conferma il peggioramento. La frattura tra Nord e Sud si amplia. L’Abruzzo diventa inadempiente e molte Regioni del Sud vedono ridotti i punteggi Lea. Questo avviene mentre entra in vigore la legge sull’autonomia differenziata, che non definisce i Livelli essenziali delle prestazioni in materia di salute.
Conclusioni
Il Rapporto della Fondazione Gimbe mette in luce un peggioramento della sanità in Italia. Il divario Nord-Sud aumenta. Serve un intervento deciso per migliorare la situazione, garantendo a tutti i cittadini un accesso equo ai servizi sanitari essenziali, ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.