PFAS, dove si trovano e quali sono i rischi
Ci sono sostanze chimiche rilasciate nell’ambiente che rappresentano un rischio per la salute. Si tratta dei Pfas. L’acronimo indica le sostanze perfluoro alchiliche, utilizzate da oltre settant’anni dalle industrie di tutto il mondo, e delle quali solo di recente si è scoperto la pericolosità per l’uomo. L’Italia è tra i Paesi più colpiti dalla contaminazione da PFAS e in particolare, la regione Veneto.
Vengono utilizzate per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti quali carta, carta igienica e rivestimenti per i contenitori di alimenti, ma anche per detergenti e pellicole fotografiche. Dopo la produzione e l’uso, I Pfas possono finire ovunque in natura e, con l’acqua e il cibo, anche sulle tavole.
I rischi dei Pfas
I PFAS sono un gruppo di migliaia di sostanze chimiche di sintesi prodotte dalle industrie, ancora oggi ampiamente usate. Nel nostro Paese non esiste una legge che ne vieti la produzione e l’utilizzo. Nel corpo umano queste sostanze sono state trovate nel sangue, nelle urine, nella placenta, nel cordone ombelicale e persino nel latte materno.
Sono stati osservati diversi effetti causati dai Pfas, quali la restrizione della crescita fetale, o ancora la comparsa di tumori, diabete, ipertensione, aumento del colesterolo, colite ulcerosa, malattie della tiroide e infertilità.
Secondo uno studio condotto dal Maine Medical Center Research Institute di Portland, i Pfas sono risultati pericolosi anche per le ossa degli adolescenti, perché le renderebbero più fragili. Nei mesi scorsi cinque nazioni europee hanno chiesto di vietare l’uso e la produzione di queste sostanze. L’Italia ancora no.