Epilessia, il dolore della malattia e dello stigma
L’epilessia è una malattia che ancora oggi coinvolge più di 50 milioni di persone in tutto il mondo. È una delle prime cinque cause di disabilità neurologica ed è responsabile di 125mila decessi all’anno. Oggi si celebra la Giornata Internazionale dell’Epilessia, voluta per accendere un faro su questa patologia e, quest’anno, per combattere lo stigma che colpisce chi ne soffre.
PIÙ DIRITTI
Per questa ragione lo scorso anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato un piano dedicato (Intersectoral Global Action Plan on Epilepsy and other Neurological Disorders) che mira a ridurre lo stigma, migliorare l’accesso alle cure e migliorare la qualità della vita delle persone con disturbi neurologici, dei loro caregiver e delle loro famiglie. Il piano si pone inoltre l’obiettivo che l’80% dei Paesi abbia sviluppato o aggiornato la propria legislazione per promuovere e proteggere i diritti delle persone con epilessia entro il 2031.
COME SI MANIFESTA
Questa malattia del sistema nervoso centrale (disturbo neurologico) compromette l’attività delle cellule nervose nel cervello provocando convulsioni, momenti di comportamento inusuale e qualche volta anche perdita di coscienza. Gli esperti sottolineano l’importanza di prestare attenzione ad eventuali campanelli d’allarme. I sintomi della manifestazione di una crisi epilettica possono cambiare profondamente da persona a persona: durante la crisi certe persone si incantano a fissare un punto per alcuni secondi, invece altre possono arrivare a contrarre ripetutamente braccia e gambe. Anche le crisi leggere devono essere trattate, poiché possono diventare rischiose durante attività come la guida o il nuoto. La cura, a base di medicinali o interventi chirurgici, è capace di tenere sotto controllo la condizione nell’80% delle situazione. Oggi, in tutto il mondo sono in programma eventi di informazione e sensibilizzazione, come la tradizionale illuminazione dei monumenti di viola, il colore della lotta all’epilessia.