Tempo di lettura: 3 minutiI medici napoletani si preparano ad andare alle urne per eleggere il nuovo consiglio direttivo. La notizia è certamente più interessante per gli addetti ai lavori che per i «comuni mortali», ma questo non significa che il tema non debba interessare i cittadini. L’Ordine di Medici, lo ha ribadito spesso il presidente uscente Silvestro Scotti, è prima di tutto un organo ausiliario dello stato al servizio dei cittadini.
Appello al voto
«Unisci il tuo ordine» è il nome della lista unitaria che si presenta alle elezioni del 25, 26 e 27 novembre. L’appello ai comici bianchi è stato quello di presentarsi numerosi al voto, per dare un segnale forte di legittimazione e partecipazione. Ancora una volta Silvestro Scotti (presidente uscente) ha raccolto attorno a sé grande consenso, riuscendo a unire le diverse anime della categoria e puntando con sempre maggior forza alla partecipazione in lista di donne e della componente universitaria. «Rafforzare la partecipazione dell’Ordine e il ruolo nel rapporto con la Regione, le aziende ospedaliere» sono alcuni degli obiettivi che Scotti si propone. «L’Ordine – dice – è a difesa della salute del cittadino e ai cittadini va garantito un diritto equo di accesso alle cure. Forte ancora una volta la posizione sui vaccini, riferendosi alla polemica nata con il Comune di Napoli nelle scorse settimane. «Non ho mai rifiutato un confronto, ma dentro la scienza e non al di fuori. Restiamo dell’idea – ha spiegato – che l’obbligo informativo venga prima di tutto».
Stabilità e crescita
Al termine del triennio, così come spiegato durante la presentazione della lista, l’Ordine intende continuare la propria proposta di stabilità e crescita. L’obiettivo è potenziare i professionisti sia rafforzandone il ruolo primario nei vari contesti assistenziali e istituzionali sia consolidando una identità professionale sempre più forte. Quattro i punti fondamentali che si intende perseguire: tutelare la professionalità e i professionisti, investire sui giovani, mantenere il ruolo di salvaguardia della salute dei singoli e del territorio e garantire sempre più servizi agli scritti. In quest’ultimo caso, l’Ordine dovrà continuare – come si legge nel programma «a rappresentare un luogo fisico di incontro, studio, supporto alla ricerca, formazione».
Patto tra cittadini e medici
Per Bruno Zuccarelli è il momento di «consolidare il patto tra medici e cittadini, per fare in modo che la Sanità campana possa rialzare la testa. In un sistema ormai schiacciato dalle difficoltà è fondamentale trovare unità di intenti. Questa è il percorso intrapreso che intendiamo portare avanti».
Donne e università
Tra i candidati Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli. «Sono stati coinvolti molti rappresentanti del mondo universitario – ha sottolineato – e questo perché l’università non è più il luogo della formazione del medico o della sua specializzazione, oggi entra a pieno titolo anche nel post specializzazione perché c’è una grande richiesta di formazione costante continua».
Un lavoro da portare a compimento
Mario Delfino, in lista per l’Ordine, ha evidenziato che «il lavoro fino a qui svolto ha visto coinvolgimento non solo delle componenti sanitarie territoriali, ma anche quelle ospedaliere e accademiche. È un aspetto che ha caratterizzato le ultime consiliature – ha concluso – ed è un percorso che deve proseguire».
I giovani e l’Ordine
Convinto dell’esigenza di portare avanti il discorso intrapreso con la precedente consiliatura è anche Corrado Calamaro (Fimmg Napoli). «Il grande pregio di questa lista – spiega – è quello di essere riusciti ad unire le diverse componenti che animano la categoria. Quello che mi auspico è una grande partecipazione, anche e soprattutto dei giovani. Di qui a qualche anno, del resto, dobbiamo preparaci ad un importante cambio generazionale».
La lista
Candidato presidente è ancora per il prossimo triennio Silvestro Scotti, nella sua lista: Mario Delfino (professore Universitario), Antonio De Falco (chirurgo – Cimo), Antonio De Rosa (patologo clinico – Anaao), Luigi Di Marino (chirurgo – Giovani Medici), Pierino Di Silverio (dirigente medico Anaao), Giuseppe Galano (anestesista rianimatore – 118 Aaroi Emac), Mario Iovane (medico di medicina generale Smi), Andrea Montella (otorinolaringoiatra -Sumai), Maria Triassi (professore universuraio), Giannamaria Vallefuoco (pediatra di famiglia – Fimp), Gennaro Volpe (medico di sanità pubblica Card) e Bruno Zuccarelli (Immunoematologo Anaao). Candidati revisori dei conti: Domenico Adinolfi (medico di medicina generale – Fimmg), Santo Monastra (gastroenterologo – Anaao) e Gaetano Piccinocchi (medico di medicina generale – Simg). Candidato revisore supplente: Clara Imperatore
Family day nelle Tin, una giornata per far incontrare le famiglie
News PresaQuando è nato il piccolo Gerardo pesava solo 470 grammi. Ora, grazie alle cure ricevute nell’avveniristico reparto di Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Evangelico Betania, il bimbo sta per andare a casa e con un’ottima prognosi futura. La storia che arriva da Napoli è di quelle che mettono speranza a moltissimi genitori che oggi pregano per la salute dei propri figli nati prematuri. Nei mesi scorsi, infatti, nell’ospedale evangelico partenopeo è nato un bambino di appena 470 grammi per un gravissimo ritardo di crescita intrauterino a solo 27 settimane di gestazione. Il «piccolo pulcino», come piace chiamare i prematuri al team dell’ospedale, è solo uno degli oltre 500 casi trattati ogni anno dall’Unità operativa complessa di neonatologia, Tin e Patologia neonatale.
Una giornata in famiglia
Per sensibilizzare i genitori in attesa e le coppie che già vivono questo distacco precoce, anche quest’anno, l’ospedale di Ponticelli in occasione della Giornata mondiale della prematurità, promuove il Family Day, l’iniziativa che apre per un giorno le porte della Tin anche agli altri familiari. E così il 17 novembre i piccoli pulcini della Terapia intensiva neonatale potranno conoscere i loro fratellini e sorelline, i nonni e gli zii. Come nel caso del piccolo Gerardo che conoscerà meglio il fratellino ed i nonni che in questi 4 mesi hanno fatto il tifo per lui. Sarà concesso un tempo di trenta minuti a nucleo familiare. Nonne, zii e fratelli e sorelle saranno aiutati a prendere confidenza con i loro piccoli da medici e infermieri della Unità operativa complessa di Neonatologia e Tin dell’ospedale.
Il video
Per celebrare la Giornata mondiale della prematurità e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema in collaborazione con l’associazione “Pulcini combattenti” è stato anche realizzato un video in cui sono protagonisti alcuni dei piccoli pazienti della Tin, medici e infermieri. «Come in molte Tin del mondo, anche noi all’Ospedale evangelico Betania festeggeremo la Giornata della prematurità per essere più vicini anche solo con il pensiero ai nostri supereroi ed alle loro famiglie – dice il direttore della della Neonatologia e Tin Marcello Napolitano – ma anche per divulgare la conoscenza di una realtà assistenziale che purtroppo viene scoperta dai più solo in occasione di un parto pretermine».
I numeri
Nel 2016 nell’ospedale evangelico Betania sono venuti al mondo 2.280 bambini, di questi 620 sono stati ricoverati, in Patologia neonatale (475) e in Terapia intensiva neonatale (145). A loro vanno aggiunti 277 ricoveri in day hospital, che significa 831 trattamenti (erano stati 745 nel 2015), con una degenza media di 6.4 giorni per le patologie neonatali e di 27 per quelli in Tin. Tra le principali cause di ricovero vanno annoverati i neonati affetti da grave immaturità o con distress respiratorio, prematuri con e senza affezioni maggiori, neonati a termine con affezioni maggiori.
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Social, ecco chi influenza le nostre scelte di salute
News Presa, Ricerca innovazioneNella comunicazione globale anche la saluta rischia di diventare social, anzi, in parte già è così. Il problema è che il mondo dei social non risponde alle stesse regole di quello medico e il rischio è che messaggi del tutto sbagliati assumano le sembianze di verità assolute. Per questo comprendere i meccanismi della rete può servire a migliorare la salute dei «naviganti». Per questo è nato il primo Social Report in oncoematologia, fortemente voluto dall’associazione Lampada di Aladino onlus, in collaborazione con l’assessorato al Welfare della Regione Lombardia. Un primo progetto che ha svelato già alcune interessanti, e per certi versi incredibili, verità sui social e sulle convinzioni degli internauti.
Influencer
Tra gli autori più «coinvolgenti» e quindi in grado di creare un maggior numero di reazioni ci sono il calciatore della Juventus Paulo Dybala e il giovane talento musicale Federico Rossi. Tra i contenuti più ripresi ci sono le inchieste e gli scandali, come il servizio de Le Iene sul presunto inquinamento radioattivo in Calabria che si uniscono alle storie di malati veicolate da fondazioni e associazioni, e immagini, che rimbalzano di Vip prestati ad attività di fundraising. Un’analisi di 12 mesi di messaggi affidati alla rete da voci più – o meno – competenti legati a un tema delicato. Conversazioni che avvengono quotidianamente e che possono portare conforto, dare informazioni e consigli più o meno utili, influenzare, indirizzare le scelte: di una terapia, di un comportamento, di una struttura sanitaria. A proposito di influenza sulle scelte dei pazienti o caregivers, un dato emerge sugli altri: il 70% delle conversazioni sui trattamenti/terapie da utilizzare avviene nelle web tribes, spazi di conversazione che si aprono e si alimentano su un tema specifico, nelle aree commento delle social news o in aree di discussione di advocates, soggetti che parlano in maniera ricorrente di questo tema.
Web tribes
A chiedersi se la salute in rete sia un progresso o un potenziale pericolo è Davide Petruzzelli, presidente di Lampada di Aladino Onlus. «L’asimmetria delle conoscenze – dice – ha per anni governato il rapporto medico–paziente, il web sta riducendo ogni giorno queste differenze ed è diventato in molti casi un prezioso alleato per pazienti e familiari. Se da un lato, infatti, le web tribes e, in generale, il confronto, anche in rete, tra pazienti o familiari – non mediato o moderato da medici o Associazioni di pazienti come la nostra – è positivo perché in molti casi rappresenta una condivisione di un problema, un momento di conforto e sostegno reciproco, dall’altro è anche rischioso, in particolare quando affronta argomenti legati alle terapie che possono includere anche rimedi alternativi che non poggiano su basi scientifiche solide; e tutto questo avviene ogni giorno, più volte al giorno e a nostra insaputa. L’unica certezza che abbiamo è che si tratta di una realtà inconfutabile con la quale urge confrontarsi, ed è controproducente ignorarla. Per questo abbiamo voluto questo Report che rappresenta un primo importante Osservatorio di quello a cui i pazienti sono esposti ogni giorno e ci potrà permettere di costruire insieme il percorso necessario a maneggiare al meglio uno strumento potente ma anche insidioso come i social network».
I numeri e i principali risultati del Report
Negli ultimi 12 mesi sul tema dell’oncoematologia e delle principali malattie oncoematologiche sono stati scritti online 59,3K messaggi, il 3,6% del totale di quelli relativi all’oncologia. La malattia è raccontata attraverso le fasi che i malati stanno vivendo e rappresenta un vero e proprio fatto di famiglia: emergono infatti con forza parole legate alle relazioni parentali e affettive. A livello più macro, i topics più ricorrenti nella discussione sono legati alla categoria generica di oncoematologia che raccoglie da sola il 37,5% delle citazioni. A seguire il Linfoma (con il 33,2%), la Leucemia (con il 17,3%) e il Mieloma (12%). Interessante infine sottolineare come quando si parla di Leucemia circa 1 volta su 10 ci si riferisca in maniera specifica alla Leucemia Linfatica Cronica (LLC).
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Riposino: aiuta a star bene e in forma, ma a certe condizioni
Stili di vitaSoprattutto nelle grandi città, la vita segue un ritmo frenetico e risulta difficile ritagliare uno spazio per il riposino. Spesso le persone tendono a dormire in un’unica volta la giorno.
Eppure ci sono un sacco di buone ragioni per cui fare il riposino pomeridiano e hanno tutte a che vedere con la salute. Innanzitutto, le persone stanche tendono a mangiare cibi più calorici e grassi: dormire quindi aiuta anche a perdere peso, o per lo meno a non ingrassare. Il riposo aumenta la capacità di concentrazione e di memoria, così come anche la produttività. Dormire mantiene giovani, diminuisce il rischio di infarto e di ictus e migliora l’umore, d’altronde è difficile essere di buon umore senza aver dormito. Infine, il riposo diminuisce i livelli di stress.
Gli effetti positivi del riposino sulla memoria sono scientificamente provati.
La National Aeronautics and Space Administration (NASA) insieme con il National Space Biomedical Research Institute ha condotto degli studi con gli astronauti dimostrando che farlo regolarmente migliora la memoria. Gli effetti si hanno quando ci si addormenta davvero, non basta quindi chiudere gli occhi.
Tuttavia, anche il riposino ha delle regole. La “pennica” deve durare al massimo 20 minuti: deve finire prima che subentri la fase di sonno profondo (è sufficiente mettere la sveglia). Non tutti gli orari sono adatti al riposino: se a metà giornata o nel primo pomeriggio dà la carica, nel tardo pomeriggio può interrompere il ciclo di sonno normale. Infine, via libera al caffè prima del riposino, dicono gli esperti: infatti, ci vogliono 20 minuti prima che il corpo avverta gli effetti della caffeina (al risveglio dunque). Gli effetti del riposino non sono legati al luogo o alle modalità, si può fare anche in ufficio, incrociando le braccia e poggiando la testa. L’importante è addormentarsi, e in questo può aiutare una musica rilassante. Inoltre, certe persone possono avvertire al risveglio la sensazione di essere più stanche di prima, questo è dovuto alla pressione sanguigna che è più bassa dopo aver dormito. A questo si può ovviare bevendo, per esempio, dell’acqua con limone o facendo le scale o qualche esercizio di stretching che riporti il sangue in circolazione.
Promuoviamo salute
Due bicchieri di birra contro il mal di testa al posto dell’antidolorifico. Lo studio
PrevenzioneDue bicchieri di birra, ad esempio contro i dolori di testa, potrebbero essere più efficaci dell’analgesico. A dirlo è uno studio pubblicato su The Journal of Pain. I ricercatori dell’Università di Greenwich hanno scoperto che consumare due pinte di birra può ridurre il disagio di un quarto. Alzare il contenuto di alcool nel sangue di circa lo 0,08 per cento, permette al corpo di aumentare leggermente la soglia del dolore, riducendo moderatamente, quindi, l’intensità di quello percepito.
Come spiegano i ricercatori: “i risultati suggeriscono che l’alcool è un analgesico efficace che fornisce riduzioni clinicamente significative nei punteggi di intensità del dolore. Questo potrebbe spiegare l’abuso di alcol in coloro che hanno un dolore persistente, nonostante le potenziali conseguenze per la salute a lungo termine”.
Tuttavia c’è ancora da chiarire se l’alcol riduca la sensazione di dolore perché colpisce i recettori del cervello o perché abbassa la tensione e rilassa. Il dottor Trevor Thompson, che ha condotto lo studio all’Università di Greenwich di Londra, ha detto a The Sun: “L’alcool può essere paragonato con farmaci oppiacei come la codeina e l’effetto è più potente del paracetamolo“.
C’è però da tenere in conto, a lungo andare, gli effetti nocivi dell’alcool sulla salute.
Gli esperti, ci tengono a chiarire che i risultati del nuovo studio non dimostrano che l’alcool sia un buon viatico per la salute, ma a lungo termine gli effetti del consumo di alcool si rivelano appunto dannosi.
promuoviamo salute
Giornata contro la polmonite. In Italia tra le prime cause di morte
News PresaOgni anno in Italia, le conseguenze delle polmoniti uccidono circa 9 mila persone, una cifra che supera di quasi tre volte le morti per incidenti stradali. In Europa sono oltre 120 mila, secondo la ricerca PneuVUE, i decessi che potrebbero essere risparmiati con un’adeguata prevenzione e immunizzazione. Le conseguenze correlate alle polmoniti, quindi, sono ai primi posti tra le morti evitabili. Ieri si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Polmonite, un’iniziativa supportata dall’International Federation on Ageing (IFA) nata nel 2009 da oltre 100 organizzazioni che si sono unite per formare una vera e propria coalizione globale contro queste patologie.
In Italia, a partire da quest’anno, oltre al vaccino anti influenzale, quello anti pneumococco è gratuito per i sessantacinquenni. La novità è prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017 -2019 ed è inserita nei nuovi Livelli essenziali di assistenza.
Tra le varie iniziative, c’è quella di
HappyAgeing, Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo membro dell’IFA per l’Italia, che ha avviato una campagna di sensibilizzazione contro le polmoniti batteriche e altre malattie evitabili come influenza o herpes zoster, rivolta principalmente agli anziani. Obiettivo dell’iniziativa di comunicazione è aumentare la consapevolezza sui rischi connessi alla mancata vaccinazione e far conoscere le principali modalità di prevenzione da queste malattie. La campagna “Io ci vado” con il claim il vaccino “ti spetta. Tu che aspetti?” esorta i nati nel 1952 e tutti gli anziani ad avvalersi del diritto di vaccinarsi gratuitamente. La polmonite è la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali. Questa, come numerose altre campagna hanno lo scopo di diffondere una corretta informazione, per promuovere una scelta consapevole.
promuoviamo salute
Eccellenze pediatriche in Italia, il Santobono: intervista alla Dott.ssa Minicucci
PodcastSanità Ocse 2017: Italia al top per accesso cure, ma troppi antibiotici
PrevenzioneL’Italia è nelle prime posizioni per la salute nell’Ocse: ha il primato (100%) per l’accesso alle cure della sua popolazione,
In più ha una spesa inferiore di circa 600 dollari procapite rispetto alla media. Un dato sul quale l’Ocse non esprime giudizi ma che ovviamente può essere letto in positiva o negativa.
Inoltre l’Ocse nel suo rapporto sulla salute 2017 ridimensiona anche un dato che aveva fatto discutere, quello sul mancato accesso alle cure degli italiani per motivi economici: secondo il report in realtà rinuncierebbe alle cure per i costi elevati solo il 4,8% della popolazione (tra i valori più bassi dell’Ocse che si traducono in 2,8 milioni di cittadini).
Passando alle note negative: in Italia si prescrivono troppi antibiotici, ci sono molto meno infermieri della media Ocse e meno letti per persona, anche se quest’ultimo dato non va letto negativamente in funzione delle cure sul territorio e l’aria più “sporca” della media Ocse.
Gli altri valori sono sostanzialmente in media Ocse, con meno fumatori e meno bevitori, un po’ meno di morti per infarto del miocardio.
I risultati dell’analisi sono contenuti nel rapporto “Salute in un colpo d’occhi” che annualmente l’Ocse pubblica analizzando e confrontando i risultati di tutti gli stati membri.
Una critica all’Italia è tuttavia sugli effetti dei “grossi” vincoli di bilancio dopo la crisi finanziaria che, sottolinea l’Ocse, provocano preoccupazioni per quanto riguarda la capacità delle singole Regioni di fornire servizi adeguati, soprattutto al Sud.
promuoviamo salute
Via libera all’olio nell’ insalata: aiuta ad assorbire i nutrienti
AlimentazioneL’insalata è tra i cibi meno calorici in assoluto, a fare la differenza sono i condimenti che la accompagnano. Una recente ricerca americana tuttavia dimostra che aggiungere un po’ d’ olio aiuta a prendere il meglio dalle verdure. In altre parole, l’olio di semi di soia (molto comune in Usa) usato per condire lattuga e altre verdure presenti nell’insalata migliora l’assorbimento di nutrienti importanti per la salute umana.
È quanto emerge da uno studio della Iowa State University, pubblicato su American Journal of Clinical Nutrition. Per lo studio sono state prese in esame 12 donne che hanno mangiato cinque tipi d’ insalata con diverse gradazioni di condimento: 0, 2, 4, 8 o 32 grammi di olio di semi di soia. Sono stati presi dei campioni di sangue per verificare il grado di assorbimento di alcuni nutrienti. I risultati hanno permesso di evidenziare che l’olio aggiunto ha aiutato nell’assorbimento di sette diversi micronutrienti nelle verdure. Quattro carotenoidi – alfa e beta carotene, luteina e licopene – due forme di vitamina E e vitamina K. L’olio ha anche promosso l’assorbimento della vitamina A, l’ottavo micronutriente tracciato nello studio. L’assorbimento migliore si è registrato con la quantità massima di olio, circa 32 grammi. Lo studio però, sottolineano i ricercatori, non è un via libera al condimento indiscriminato dell’ insalata. Dunque, meglio attenersi alla regola dei due cucchiai al giorno dettata dalle linee guida sulla dieta Usa, oppure non superare i tre cucchiai come suggerisce la Fondazione Umberto Veronesi, preferendo, i condimenti della Dieta Mediterranea, come l’olio extravergine di oliva. Quest’ultimo, infatti, oltre a tenere a bada i livelli di colesterolo, è indicato per contrastare l’invecchiamento cellulare.
promuoviamo salute
Santobono, l’eccellenza al servizio dei piccoli
News Presa, PartnerUn’azienda ospedaliera che lavora per raggiungere l’eccellenza e si pone come unico obiettivo la salute dei piccoli. Domani, alle 11.00 circa, ai microfoni di Radio Kiss Kiss parlerà Annamaria Minicucc: direttore generale del Santobono Pausilipon, ospedale pediatrico di Napoli che negli anni ha introdotto buone prassi e innovazioni tecnologiche. Tra queste, in ordine di tempo, l’esoscheletro stampato in 3D che già in molti casi sta sostituendo il gesso. Tra i temi da affrontare anche quello delle nuove sfide in prospettiva futura. Tutto questo e molto altro ancora in Good Morning Kiss Kiss, nello spazio realizzato in collaborazione con il network editoriale PreSa, dedicato alla Salute e alla Prevenzione.
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Medici al voto, ecco la lista «Unisci il tuo ordine»
News PresaI medici napoletani si preparano ad andare alle urne per eleggere il nuovo consiglio direttivo. La notizia è certamente più interessante per gli addetti ai lavori che per i «comuni mortali», ma questo non significa che il tema non debba interessare i cittadini. L’Ordine di Medici, lo ha ribadito spesso il presidente uscente Silvestro Scotti, è prima di tutto un organo ausiliario dello stato al servizio dei cittadini.
Appello al voto
«Unisci il tuo ordine» è il nome della lista unitaria che si presenta alle elezioni del 25, 26 e 27 novembre. L’appello ai comici bianchi è stato quello di presentarsi numerosi al voto, per dare un segnale forte di legittimazione e partecipazione. Ancora una volta Silvestro Scotti (presidente uscente) ha raccolto attorno a sé grande consenso, riuscendo a unire le diverse anime della categoria e puntando con sempre maggior forza alla partecipazione in lista di donne e della componente universitaria. «Rafforzare la partecipazione dell’Ordine e il ruolo nel rapporto con la Regione, le aziende ospedaliere» sono alcuni degli obiettivi che Scotti si propone. «L’Ordine – dice – è a difesa della salute del cittadino e ai cittadini va garantito un diritto equo di accesso alle cure. Forte ancora una volta la posizione sui vaccini, riferendosi alla polemica nata con il Comune di Napoli nelle scorse settimane. «Non ho mai rifiutato un confronto, ma dentro la scienza e non al di fuori. Restiamo dell’idea – ha spiegato – che l’obbligo informativo venga prima di tutto».
Stabilità e crescita
Al termine del triennio, così come spiegato durante la presentazione della lista, l’Ordine intende continuare la propria proposta di stabilità e crescita. L’obiettivo è potenziare i professionisti sia rafforzandone il ruolo primario nei vari contesti assistenziali e istituzionali sia consolidando una identità professionale sempre più forte. Quattro i punti fondamentali che si intende perseguire: tutelare la professionalità e i professionisti, investire sui giovani, mantenere il ruolo di salvaguardia della salute dei singoli e del territorio e garantire sempre più servizi agli scritti. In quest’ultimo caso, l’Ordine dovrà continuare – come si legge nel programma «a rappresentare un luogo fisico di incontro, studio, supporto alla ricerca, formazione».
Patto tra cittadini e medici
Per Bruno Zuccarelli è il momento di «consolidare il patto tra medici e cittadini, per fare in modo che la Sanità campana possa rialzare la testa. In un sistema ormai schiacciato dalle difficoltà è fondamentale trovare unità di intenti. Questa è il percorso intrapreso che intendiamo portare avanti».
Donne e università
Tra i candidati Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli. «Sono stati coinvolti molti rappresentanti del mondo universitario – ha sottolineato – e questo perché l’università non è più il luogo della formazione del medico o della sua specializzazione, oggi entra a pieno titolo anche nel post specializzazione perché c’è una grande richiesta di formazione costante continua».
Un lavoro da portare a compimento
Mario Delfino, in lista per l’Ordine, ha evidenziato che «il lavoro fino a qui svolto ha visto coinvolgimento non solo delle componenti sanitarie territoriali, ma anche quelle ospedaliere e accademiche. È un aspetto che ha caratterizzato le ultime consiliature – ha concluso – ed è un percorso che deve proseguire».
I giovani e l’Ordine
Convinto dell’esigenza di portare avanti il discorso intrapreso con la precedente consiliatura è anche Corrado Calamaro (Fimmg Napoli). «Il grande pregio di questa lista – spiega – è quello di essere riusciti ad unire le diverse componenti che animano la categoria. Quello che mi auspico è una grande partecipazione, anche e soprattutto dei giovani. Di qui a qualche anno, del resto, dobbiamo preparaci ad un importante cambio generazionale».
La lista
Candidato presidente è ancora per il prossimo triennio Silvestro Scotti, nella sua lista: Mario Delfino (professore Universitario), Antonio De Falco (chirurgo – Cimo), Antonio De Rosa (patologo clinico – Anaao), Luigi Di Marino (chirurgo – Giovani Medici), Pierino Di Silverio (dirigente medico Anaao), Giuseppe Galano (anestesista rianimatore – 118 Aaroi Emac), Mario Iovane (medico di medicina generale Smi), Andrea Montella (otorinolaringoiatra -Sumai), Maria Triassi (professore universuraio), Giannamaria Vallefuoco (pediatra di famiglia – Fimp), Gennaro Volpe (medico di sanità pubblica Card) e Bruno Zuccarelli (Immunoematologo Anaao). Candidati revisori dei conti: Domenico Adinolfi (medico di medicina generale – Fimmg), Santo Monastra (gastroenterologo – Anaao) e Gaetano Piccinocchi (medico di medicina generale – Simg). Candidato revisore supplente: Clara Imperatore