Tempo di lettura: 3 minutiObesi da bimbi, obesi da grandi. E’ scioccante ma è così, se da piccoli ci sono stati problemi di obesità è più facile che da grandi si dovrà combattere contro il grasso in eccesso. Le cattive abitudini alimentari. Gli studi scientifici dimostrano come la prevenzione primaria dell’obesità e di tutte le patologie correlate a stili di vita non corretti, per essere efficace, deve avvenire sin dal concepimento. I primi mille giorni di vita del bambino sono unanimemente considerati determinanti dal punto di vista nutrizionale nel porre le basi della sua salute futura e nella riduzione dei rischi di sovrappeso e obesità. I consigli del pediatra alle neomamme in genere sono seguiti in modo scrupoloso. Il problema nasce dalle “deviazioni” successive, causate da una cattiva interpretazione delle regole da seguire, da scelte sbagliate e ritenute idonee.
La Campana
Purtroppo, maglia nera di un’obesità che dilaga soprattutto al Sud è la Campania (il 26.2% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e il 17.9% è obeso, per un totale complessivo del 44,1%), a dirlo sono i dati diffusi da Okkio alla Salute. Ad incidere sono anche i problei di natura economica che affliggono molte famiglie. Oggi allevare al meglio un figlio, soprattutto nei primi anni di vita, ha spesso costi difficili da sostenere per molte coppie meridionali, la maggior parte monoreddito, diverse con capifamiglia che hanno perduto il lavoro, moltissime non al riparo degli ammortizzatori sociali. Dunque, non solo buoni consigli da trasmettere ai genitori, ma l’urgenza di aiutarli seriamente con adeguati strumenti di sostegno, insieme a una corretta informazione sui danni causati da diete ipercaloriche ritenute economicamente convenienti.
Come intervenire
Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita sarà il tema al centro del quinto appuntamento del ciclo «Donne che sanno» che il prossimo 14 maggio vedrà riuniti a Napoli nei locali della Società di Storia Patria al Maschio Angioino (via Vittorio Emanuele III, terzo piano, sin dalle ore 16) tecnici ed esperti della nutrizione. Fra i protagonisti dell’incontro, che come i precedenti è organizzato alla Fondazione Mario e Paola Condorelli e da L’Altra Napoli, Gina Bonsangue dell’Associazione dei Cristallini; Fortunato Ciardiello presidente European Society for Medical Oncology e professore ordinario di Oncologia Università della Campania Luigi Vanvitelli; Luigi Corrivetti, vicepresidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno e Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Modererà i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli.
Dati preoccupanti
«I dati del Rapporto Okkio alla Salute – spiega la pediatra Raffaella De Franchis – sono molto preoccupanti. Per questo non bisogna abbassare la guardia, ma è importante porre sin da subito le basi per una corretta alimentazione. Le abitudini alimentari si costruiscono sin dal periodo fetale, per cui è importante che la madre segua un regime alimentare equilibrato, e offra al bambino piccolo, sin dalla nascita, il miglior nutrimento possibile. La dieta mediterranea è un regime alimentare ricco di olio di oliva, frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca, con un modesto consumo di pesce e pollame viene sempre più considerata il modello per la salute dell’uomo. I Pediatri di famiglia della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) di Napoli del Gruppo di lavoro “Dieta Mediterranea in Pediatria” stanno da tempo promuovendo la diffusione della Dieta Mediterranea già nelle prime epoche della vita. I dati preliminari del loro lavoro, che saranno presentati al Congresso della Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica (ESPGHAN) a Ginevra dal 9 al 12 maggio 2018, mostrano come la percentuale di bambini svezzati con Dieta Mediterranea e che ad 1 anno hanno un’ottima aderenza a tale schema dietetico, sia pari al 73.4%. Il 23.9% ha un’aderenza intermedia e solo il 2.7% non è in linea con tale stile”.
Pressione arteriosa: 4 giorni di controlli gratuiti in farmacia
PrevenzioneLa pressione si misura gratuitamente in farmacia da giovedì 17 maggio, grazie alla prima campagna nazionale per il controllo dell’ipertensione, che inizia in concomitanza con la Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa. L’iniziativa andrà avanti fino al 20 maggio: le farmacie italiane offriranno la misurazione della pressione a tutti i cittadini che lo desiderano. Inoltre verrà somministrato un questionario anonimo, predisposto dalla SIIA – Società italiana dell’Ipertensione Arteriosa -, il risultato del test sarà elaborato in tempo reale e darà indicazioni sulla propria pressione arteriosa. L’obiettivo della campagna è sensibilizzare i cittadini sulla necessità di tenere sotto controllo la pressione e adottare stili di vita sani.
Le farmacie che hanno aderito all’iniziativa “Abbasso la pressione!”, riconoscibili dalla locandina che promuove la campagna, sono oltre 6000 sul territorio nazionale e i cittadini possono trovare quella più vicina tramite un sistema di geolocalizzazione sul sito www.federfarma.it
La malattia ipertensiva in Italia è il più grande fattore di rischio per infarto miocardico e/o cerebrale (prime due cause di morte nel nostro Paese), scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica e fibrillazione atriale. Più del 30% della popolazione italiana adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali molto superiori in età avanzata e quasi il 10% tra bambini ed adolescenti che risultano già ipertesi.
Alla fine della campagna i dati saranno elaborati dal board scientifico e inviati alle Autorità sanitarie che, sulla base di essi, potranno individuare gli interventi sanitari più utili a contrastare la patologia e le complicanze, riducendo così i costi per la collettività.
“Nel nostro Paese l’ipertensione interessa il 37% di tutta la popolazione adulta, ma viene spesso sottovalutata” spiega Claudio Ferri, presidente della SIIA. “Un quarto degli ipertesi non è consapevole di essere malato, oppure chi lo sa non si cura o non tiene in considerazione i fattori di rischio correlati alla patologia. Abbasso la pressione! fornisce, in maniera totalmente gratuita e a tutti gli utenti, uno strumento utile a monitorare le proprie condizioni di salute e a conoscere gli accorgimenti da mettere in atto per stare meglio”.
La campagna – realizzata da Federfarma in collaborazione con SIIA e con il contributo non condizionato di Teva e Corman – ha il patrocinio di FOFI, Utifar e Cittadinanzattiva.
Indagine Sanità digitale: solo 2 italiani su 10 la utilizzano.
Ricerca innovazioneLa nuova indagine dell’Osservatorio innovazione digitale in sanità della School of Management del Politecnico di Milano fotografa la sanità digitale italiana.
I servizi digitali restano diffusi a macchia di leopardo nel nostro Paese e la maggior parte dei cittadini non utilizza ancora il web per accedere ai servizi sanitari. Circa l’80% degli italiani preferisce, infatti, recarsi di persona per ritirare i documenti clinici, consultare il medico o pagare una prestazione; sette su dieci preferiscono parlare di persona con il proprio medico piuttosto che tramite email, Sms o WhatsApp.
Intanto, la spesa per la sanità digitale cresce e arriva a 1,3 mld di euro,(+2%). Cresce anche la spesa per la telemedicina, ma non la diffusione. Secondo l’ indagine, la quota principale degli investimenti per la Sanità Digitale è stata sostenuta dalle strutture sanitarie, con un budget di 890 milioni di euro (+2% sul 2016), seguite dalle Regioni (320 milioni, +3%), dai 47mila Medici di Medicina Generale (72,9 milioni di euro, in leggera crescita con una media di 1.551 euro) e dal Ministero della Salute (16,7 milioni di euro, stabile). Tra i principali ambiti di innovazione, i budget più consistenti vanno alla Cartella Clinica Elettronica (47 milioni di euro), ai sistemi di front-end (45 milioni) e al disaster recovery (31 milioni).
La Cartella Clinica Elettronica è anche l’ambito più rilevante per il raggiungimento degli obiettivi strategici, indicato dal 72% delle Direzioni Strategiche, seguito dai servizi digitali ai cittadini (59%) e dalla gestione documentale e conservazione a norma (55%). Cresce la spesa per la Telemedicina (24 milioni di euro), ma la diffusione rimane stabile e solo il 38% dei Direttori la considera rilevante. Big Data Analytics e Business Intelligence sono prioritari per quasi un’azienda su due, anche in vista del Gdpr (General Data Protection Regulation) per cui il 76% delle aziende ha revisionato policy e processi.
I medici sono sempre più attenti alle nuove tecnologie e le utilizzano soprattutto per parlare con i pazienti. È il caso, ad esempio, di WhatsApp, usato dal 63% dei medici di famiglia e dal 52% degli specialisti soprattutto per scambiare facilmente dati, immagini e informazioni. Meno digitali i cittadini: solo il 15% usa l’email, il 13% Sms e il 12% WhatsApp per comunicare col proprio medico.
Il suo sangue ha salvato 2,4 milioni di bambini
News PresaSi chiama James Harrison il più valoroso donatore di sangue di tutti i tempi, per lui è arrivato (meritatamente) il momento della “pensione”. Harrison, australiano di 81 anni, va in “pensione” per raggiunti limiti di età.
L’uomo dal braccio d’oro
Negli anni si è meritato il soprannome di Man With the Golden Arm, che tradotto significa uomo dal braccio d’oro. Non certo un caso, visto che ha donato il sangue ogni settimana per 60 anni, tanto che l’Australian Red Cross Blood Service stima abbia aiutato a salvare la vita di oltre 2,4 milioni di bambini australiani. In pratica, una sorta di eroe nazionale.
Proprietà uniche
Il plasma di Harrison ha anticorpi unici che sono stati usati per sviluppare un’iniezione chiamata Anti-D, che aiuta a combattere una condizione in cui il sangue di una donna incinta inizia ad attaccare le cellule del suo bambino non ancora nato. Nei casi peggiori, ciò può provocare danni cerebrali o morte dei piccoli. Si tratta di gravidanze in cui la madre presenta un gruppo sanguigno Rh- (negativo) e il bebè un Rh+ (positivo, ereditato dal papà): in questi casi è possibile che il plasma della donna produca anticorpi che attaccano i globuli rossi del bambino.
Eroe per caso
La donazione è iniziata, come racconta la Cnn, quando Harrison ha subito un intervento chirurgico al torace all’età di soli 14 anni. Le donazioni di sangue gli hanno salvato la vita, quindi si è impegnato a mettere in atto anche lui questo gesto. Alcuni anni dopo, i medici hanno scoperto che il suo sangue conteneva un anticorpo che poteva essere usato per creare iniezioni Anti-D, così e’ passato a fare donazioni di plasma sanguigno per aiutare quante più persone possibili. I sanitari non sono proprio sicuri del perché Harrison abbia questo tipo di sangue raro, ma pensano che potrebbe essere dovuto alle trasfusioni che ha ricevuto. Ad avere questa caratteristica sono non più di 50 persone in Australia. «Ogni sacca di sangue è preziosa, ma il sangue di James è particolarmente straordinario – ha evidenziato Jemma Falkenmire della Croce Rossa australiana – il suo sangue è effettivamente utilizzato per fare un farmaco salva-vita».
Cardiologi – musicisti in concerto al Teatro Ghione per i bimbi africani
BambiniI cardiologi – musicisti di Roma salgono ancora sul palco per donare elettrocardiografi e strumenti musicali ad una scuola della Costa d’Avorio. L’Africa Subsahariana mantiene ancora i tassi di mortalità infantile più elevati al mondo – 92 decessi ogni 1.000 nati vivi – quasi 15 volte più della media nei Paesi ad alto reddito. Il decesso perinatale e in particolare quello causato dalle malattie cardiache congenite è diventato la seconda causa di morte. Queste cifre, così come avviene nei Paesi occidentali, potrebbero ridursi drasticamente se si perseguisse lo sviluppo di attività di screening e diagnosi precoce delle patologie cardiovascolari. Per dare concreto sostegno a questo importante obiettivo, il prossimo 17 maggio le tre band composte da talentuosi cardiologi musicisti torneranno sul palco del Teatro Ghione alle ore 20.30, con il concerto benefico “Le note del cuore battono per l’Africa”, un progetto ideato da 3 associazioni ONLUS romane con il contributo incondizionato di Daiichi Sankyo Italia.
In principio fu il successo di “Battiti”, la prima serata di beneficenza in cui cardiologi e neurologi dei più importanti ospedali romani si misero in gioco nell’inedita veste di raffinati musicisti e attori per spiegare al pubblico la fibrillazione atriale e l’ictus, poi per supportare le attività di diverse associazioni di pazienti e infine, lo scorso anno, per contribuire a dotare gli ospedali romani più periferici di importanti strumenti diagnostici. Per questa terza edizione i cardiologi metteranno a disposizione il loro talento per dare nuove possibilità ai bambini africani, con un progetto che unisce l’Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari, l’associazione pazienti Insieme per un cuore più sano e l’associazione culturale Tre cuori per la musica, creata e presieduta da Marco Rebecchi, chitarrista di una delle band protagoniste e cardiologo al Policlinico Casilino di Roma: “La salute e la musica rappresentano due beni preziosi che vanno di pari passo. Tutti devono avere la possibilità di beneficiare della diagnosi precoce di condizioni patologiche e nello stesso tempo tutti, e soprattutto i bambini, devono godere degli splendidi vantaggi di ascoltare e fare musica”
A salire per prima sul palco sarà la band “Early meets late” capitanata dal cardiologo chitarrista Marco Rebecchi e dal chirurgo vascolare batterista Massimiliano Millarelli (Policlinico Casilino). A completare il gruppo la cantante Alina Mungo, il percussionista Gianfranco Amodio ed il tastierista Luigi Molinaro soci fondatori dell’Associazione Tre Cuori per la Musica. Seguiranno i“QRS largo” con il cardiologo Giuseppe Placanica (Policlinico Umberto I, Università “La Sapienza”) alla batteria e dal dott. Antonio Ciccaglioni (Responsabile del Centro di Elettrostimolazione, Policlinico Umberto I) al basso; a chiudere sarà la jazz band “♭jazz 4et”, capitanati dal nefrologo pianista Rosario Cianci (Policlinico Umberto I) e guidati dal maestro Santi Scarcella. Novità di quest’anno è la categoria “Academy”, per la quale verrà dato spazio sul palco ad una rappresentanza di giovani allievi della scuola di musica “Note blu” di Grottaferrata. Le esibizioni musicali saranno intervallate da momenti di informazione sui dettagli del progetto e sui temi cari alle tre associazioni organizzatrici.
“La prevenzione cardiovascolare nei giovani è un problema di carattere mondiale. E’ fondamentale supportare i Paesi tecnologicamente meno avanzati, quali la Costa d’Avorio, in tale progetto, ma bisogna sottolineare come, anche in Italia, ancora ci sia molto da fare per istituzionalizzare programmi di prevenzione cardiovascolare in tutta la popolazione giovanile indipendentemente dallo svolgimento di attività sportiva” spiega il prof. Francesco Fedele, professore ordinario di cardiologia presso l’Università di Roma “La Sapienza” e presidente dell’Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari.
Il ricavato realizzato grazie alle donazioni liberali del pubblico presente in sala sarà interamente devoluto al progetto Le Note del Cuore Battono per l’Africa, un’iniziativa benefica rivolta ad una scuola della Costa d’Avorio che abbraccia due obiettivi, uno di tipo sanitario e l’altro ricreativo. Per la diagnosi precoce delle aritmie cardiache, la scuola media “Collège Catholique Notre Dame D’Afrique” di Biétry, riceverà un elettrocardiografo con tecnologia di ultima generazione, che consentirà la trasmissione a distanza della traccia elettrocardiografica ad alcuni centri cardiologici di riferimento. I fondi verranno inoltre utilizzati per dotare la stessa scuola di un laboratorio musicale, mediante la donazione della strumentazione necessaria.
Disfunzione erettile, curarla fa bene anche a lei
Ricerca innovazioneA nessun uomo fa piacere dover ammettere di soffrire di disfunzione erettile, per questo in molti preferiscono sopportare e girare la testa dall’altro lato. Questo può creare tensioni di coppia e avere ripercussioni di vario genere, così come curare il problema ha ricadute positive più ampie di quanto si potrebbe immaginare. La terapia della disfunzione erettile funziona infatti per due: anche la partner di un uomo in cura trae numerosi e inaspettati vantaggi, che vanno ben al di là del miglioramento del benessere di coppia.
Benefici
È quanto emerge dal primo studio che ha indagato il lato femminile del trattamento della disfunzione erettile: se lui risolve il suo problema, lei vede aumentare la produttività in ufficio e migliorare l’attività lavorativa, in più ci guadagnano anche i rapporti sociali e la gestione del tempo libero. I dati, presentati in occasione del 42° Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia, a Roma dal 10 al 12 maggio, mostrano per la prima volta che le cure “valgono doppio” perché hanno effetti positivi su entrambi i componenti della coppia. È però vero anche il contrario: una mancata terapia ha ripercussioni pesanti anche sulla donna, che può avere per questo un peggioramento della qualità di vita, delle relazioni sociali e perfino della propria situazione economica.
Qualità di vita
L’indagine è stata condotta da esperti della SIA su 340 donne dai 35 ai 68 anni, partner di pazienti che si sono recati dall’andrologo per una disfunzione erettile. Alle donne sono stati sottoposti i due questionari su funzione sessuale e qualità di vita utilizzati in genere per l’uomo prima e dopo la terapia, per capire come questi parametri cambino con la cura; le partner hanno risposto alle domande al momento della prima visita e dopo alcuni mesi, a trattamento ben avviato. I risultati sono stati molto chiari, come racconta Bruno Giammusso, Presidente della Commissione Scientifica della Società Italiana di Andrologia e coordinatore dello studio: «All’arrivo nel centro di andrologia gli indici di qualità di vita delle partner di uomini con disfunzione erettile erano molto più bassi rispetto a quelli della popolazione generale di donne della stessa fascia di età. Quando la rilevazione è stata ripetuta dopo il trattamento farmacologico del problema maschile gli indici sono molto migliorati, ma solo nelle coppie in cui la terapia ha avuto successo. Il benessere sessuale è incrementato del 55% e ciò non sorprende, ma ci ha molto stupito l’inatteso e netto miglioramento delle relazioni con i familiari (+42%), della gestione del tempo libero (+38%), dell’attività lavorativa (+51%) e addirittura della produttività in termini economici (+35%). Un risultato sorprendente, che tuttavia si può spiegare pensando a quanto incida sulla psicologia della donna avere un compagno con una disfunzione erettile: le partner dei pazienti si sentono insicure della loro femminilità, hanno una minore autostima e questo si traduce in un peggioramento delle relazioni e della fiducia in se stesse, anche sul lavoro. Perciò questi dati suggeriscono anche che una mancata terapia lascia la donna in difficoltà, compromettendone il benessere su molti più fronti rispetto a quanto pensavamo in passato».
Aids/Hiv. 4mila diagnosi ogni anno. Lombardia e Lazio sopra la media
PrevenzioneLazio e Lombardia detengono il triste primato con il maggior numero di contagi. Ad oggi nel nostro Paese sono in terapia più di 100mila pazienti con il virus dell’hiv e i più colpiti hanno dai 25 ai 29 anni. Secondo l’ultimo bollettino del Centro Operativo Aids dell’Iss i cui dati si riferiscono al 2016, ci sono quasi 4mila nuove diagnosi di infezione ogni anno. La trasmissione della malattia, quindi, non si è interrotta.
Nel 50% dei casi si tratta di maschi che fanno sesso con maschi. Il numero di donne con nuova diagnosi di Hiv resta costante al 30%. Nel 2016 sono state segnalate 796 nuove diagnosi di Hiv in donne, di cui 488 (61,3%) erano straniere e 297 (38,7%) italiane. Lombardia e Lazio sono le regioni con il maggior numero di nuove diagnosi (rispettivamente 691 e 557).
A seguire c’è l’Emilia Romagna (328), la Toscana (292), la Sicilia (274), il Piemonte (253) e il Veneto (210). Le regioni con un’incidenza superiore alla media nazionale sono: Lazio (8,5), Marche (7,2), Toscana (7,1), Lombardia (6,7), Liguria (6,6). Emilia Romagna (6,5), Umbria (6,2) e Piemonte (5,8).
Si discute dei problemi connessi alla cura e alla prevenzione delle infezioni virali all’Icar l’Italian Conference on Aids and Antiviral Research, organizzata con la Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e con il patrocinio delle maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica.
Il congresso si tiene dal 22 al 24 maggio 2018 a Roma presso l’Ergife Palace Hotel e sono attesi oltre ottocento specialisti tra ricercatori, medici, specialisti di vari settori coinvolti nell’assistenza e cura dell’infezione da Hiv, volontari delle associazioni impegnate nella lotta contro l’Aids.
Il contagio più diffuso avviene per via sessuale, mentre la trasmissione tramite tossicodipendenza riguarda una quota minimale (pochi punti percentuali). Si osserva, anche, un rilevante numero di stranieri con una nuova diagnosi di Hiv. È stato stimato, inoltre, che il 40% delle persone alla prima diagnosi risulta essere inconsapevole di essersi esposta al virus.
Diabete tipo 2: al via campagna di prevenzione in 17mila farmacie
News PresaLa campagna di prevenzione del diabete di tipo 2 partirà in 17.000 farmacie aderenti a Federfarma che presto esporranno una locandina del progetto. Testimonial dell’iniziativa, portata a avanti dal Ministero della Salute, il presentatore televisivo Amadeus. Inoltre uno spot video e uno spot radio saranno trasmessi sul sito del Ministero. “Le farmacie italiane hanno dato prova concreta delle proprie potenzialità quando a novembre, con il DiaDay, hanno monitorato in soli 11 giorni oltre 163mila persone, scoprendo più di 4mila soggetti diabetici, che non sapevano di esserlo – ha detto Marco Cossolo, presidente di Federfarma. “Scoprire per tempo il diabete – ha continuato – o anche solo accertarne la predisposizione, permette al cittadino di individuare tempestivamente, insieme al medico, le terapie e i comportamenti più opportuni da adottare. Informazione e prevenzione migliorano la salute e riducono i costi del SSN per la malattia”.
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ribadito che “il supporto delle farmacie italiane nella promozione della campagna di prevenzione del Diabete di tipo 2 lanciata dal Ministero della Salute è fondamentale. La farmacia, grazie anche alla sua capillarità sul territorio svolge un lavoro di front office decisivo, non solo nelle grandi città ma soprattutto nelle piccole realtà territoriali. La farmacia non è più solo un posto dove comprare medicine, ma un ausilio al territorio, un aiuto per le persone, un punto di prevenzione prima ancora che di cura. In questi anni – ha aggiunto il ministro della Salute – ci siamo impegnati con numerose norme per rendere le farmacie dei veri e propri luoghi dove professionisti preparati possono offrire ai cittadini servizi di valenza socio-sanitaria (penso per esempio all’assistenza domiciliare, agli screening, alla presa in carico di pazienti cronici per monitorare l’aderenza alle terapie migliorandone gli esiti e riducendo gli sprechi). E in questo senso le farmacie svolgono un ruolo strategico nella comunicazione e nell’informazione dei messaggi che riguardano la salute”.
Prevenzione con il Giro della salute
PrevenzioneTutti pazzi per il Giro d’Italia, tutti pronti a tifare lungo le strade del Bel Paese. I più volenterosi hanno anche rimesso a nuovo la vecchia bici, iniziando a pedale sognando la maglia rosa. Un sogno che per i comuni mortali resterà tale, ma che aiuta a tenersi in salute. Sull’impronta dell’entusiasmo del Giro d’Italia ci sono poi iniziative che sono pensate ad hoc per aiutare i cittadini a fare prevenzione. Tra queste, quella del Centro Diagnostico Italiano, che seguirà per il secondo anno la carovana del 101° Giro d’Italia con il Giro della salute.
In strada
Sino al 27 maggio un camper del CDI, adibito a poliambulatorio, offrirà la possibilità di eseguire gratuitamente il test salivare a risposta rapida per la diagnosi dell’epatite C (HCV) e la misurazione su sangue capillare dell’emoglobina glicata per lo screening del diabete, e della coagulazione per la diagnosi dei disturbi dell’emostasi. Il camper del Centro Diagnostico Italiano sarà a Pesco Sannita (BN), via Delcogliano – via Masone, dalle ore 7.35 alle 11.25 (partenza) nella giornata di domenica 13 maggio.
Epatite e diabete
Secondo i dati dell’Associazione EpaC sono almeno 300.000 in Italia i pazienti portatori cronici del virus dell’epatite C, a questi si deve aggiungere il “sommerso” ovvero la quota di malattia non diagnosticata per assenza di sintomatologia clinica evidente o di diagnosi comprovata. Sono invece il 5,3% dell’intera popolazione, ovvero oltre 3 milioni e 200mila, le persone ad essere affette da diabete. La rinnovata partnership con il Giro d’Italia porterà il poliambulatorio mobile del Centro Diagnostico Italiano a realizzare il Giro della salute: attraversando piccoli e grandi centri in tutta Italia, CDI seguirà 18 tappe in 11 regioni – Sicilia, Calabria, Campania, Abruzzo, Umbria, Emilia Romagna, Friuli, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte e Lazio – dando il suo contributo alla sfida lanciata dal Ministero della Salute per l’eradicazione dell’epatite C. Alcuni dati dimostrano infatti l’importanza della prevenzione e di una diagnosi precoce di questa patologia che, in virtù del “sommerso”, ovvero i casi non diagnosticati, è spesso difficile tenere sotto controllo.
Obesità infantile, salute a rischio soprattutto al Sud
Alimentazione, BambiniObesi da bimbi, obesi da grandi. E’ scioccante ma è così, se da piccoli ci sono stati problemi di obesità è più facile che da grandi si dovrà combattere contro il grasso in eccesso. Le cattive abitudini alimentari. Gli studi scientifici dimostrano come la prevenzione primaria dell’obesità e di tutte le patologie correlate a stili di vita non corretti, per essere efficace, deve avvenire sin dal concepimento. I primi mille giorni di vita del bambino sono unanimemente considerati determinanti dal punto di vista nutrizionale nel porre le basi della sua salute futura e nella riduzione dei rischi di sovrappeso e obesità. I consigli del pediatra alle neomamme in genere sono seguiti in modo scrupoloso. Il problema nasce dalle “deviazioni” successive, causate da una cattiva interpretazione delle regole da seguire, da scelte sbagliate e ritenute idonee.
La Campana
Purtroppo, maglia nera di un’obesità che dilaga soprattutto al Sud è la Campania (il 26.2% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e il 17.9% è obeso, per un totale complessivo del 44,1%), a dirlo sono i dati diffusi da Okkio alla Salute. Ad incidere sono anche i problei di natura economica che affliggono molte famiglie. Oggi allevare al meglio un figlio, soprattutto nei primi anni di vita, ha spesso costi difficili da sostenere per molte coppie meridionali, la maggior parte monoreddito, diverse con capifamiglia che hanno perduto il lavoro, moltissime non al riparo degli ammortizzatori sociali. Dunque, non solo buoni consigli da trasmettere ai genitori, ma l’urgenza di aiutarli seriamente con adeguati strumenti di sostegno, insieme a una corretta informazione sui danni causati da diete ipercaloriche ritenute economicamente convenienti.
Come intervenire
Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita sarà il tema al centro del quinto appuntamento del ciclo «Donne che sanno» che il prossimo 14 maggio vedrà riuniti a Napoli nei locali della Società di Storia Patria al Maschio Angioino (via Vittorio Emanuele III, terzo piano, sin dalle ore 16) tecnici ed esperti della nutrizione. Fra i protagonisti dell’incontro, che come i precedenti è organizzato alla Fondazione Mario e Paola Condorelli e da L’Altra Napoli, Gina Bonsangue dell’Associazione dei Cristallini; Fortunato Ciardiello presidente European Society for Medical Oncology e professore ordinario di Oncologia Università della Campania Luigi Vanvitelli; Luigi Corrivetti, vicepresidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno e Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Modererà i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli.
Dati preoccupanti
«I dati del Rapporto Okkio alla Salute – spiega la pediatra Raffaella De Franchis – sono molto preoccupanti. Per questo non bisogna abbassare la guardia, ma è importante porre sin da subito le basi per una corretta alimentazione. Le abitudini alimentari si costruiscono sin dal periodo fetale, per cui è importante che la madre segua un regime alimentare equilibrato, e offra al bambino piccolo, sin dalla nascita, il miglior nutrimento possibile. La dieta mediterranea è un regime alimentare ricco di olio di oliva, frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca, con un modesto consumo di pesce e pollame viene sempre più considerata il modello per la salute dell’uomo. I Pediatri di famiglia della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) di Napoli del Gruppo di lavoro “Dieta Mediterranea in Pediatria” stanno da tempo promuovendo la diffusione della Dieta Mediterranea già nelle prime epoche della vita. I dati preliminari del loro lavoro, che saranno presentati al Congresso della Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica (ESPGHAN) a Ginevra dal 9 al 12 maggio 2018, mostrano come la percentuale di bambini svezzati con Dieta Mediterranea e che ad 1 anno hanno un’ottima aderenza a tale schema dietetico, sia pari al 73.4%. Il 23.9% ha un’aderenza intermedia e solo il 2.7% non è in linea con tale stile”.
HPV: nuova analisi prova efficacia del vaccino contro virus
PrevenzioneIl vaccino contro l’HPV è sicuro, non ha effetti collaterali gravi e protegge dalle lesioni che potrebbero portare al cancro. Una nuova analisi porta solide prove, sfatando falsi miti e rassicurando i genitori sull’utilità di immunizzare i propri figli adolescenti.
A realizzarla è il gruppo Cochrane (network internazionale indipendente di ricercatori e operatori sanitari). Le infezioni da Human Papilloma Virus (HPV) sono molto diffuse e spesso non hanno sintomi. Possono essere trasmesse da qualsiasi contatto sessuale pelle a pelle con chi ha il virus. Nella maggior parte dei casi vanno via da sole. In alcuni casi, invece, i ceppi ad alto rischio, se non vengono eliminati dall’organismo, a lungo andare potrebbero portare a sviluppare il cancro del collo dell’utero, così come quello del pene, quello anale e quello orale. Da alcuni anni esiste un vaccino e va fatto prima che sia avvenuto un contatto con il virus. In Italia, viene offerto gratuitamente tra gli 11 e i 12 anni, cioè prima che ragazzi e ragazze siano sessualmente attivi. La nuova revisione comparativa indipendente del gruppo Cochrane ha esaminato 26 studi che hanno coinvolto più di 73.000 ragazze e donne. Gravi effetti collaterali dopo il vaccino sono stati rari, ovvero simili tra chi è stato vaccinato contro HPV e chi ha ricevuto un placebo o un altro tipo di vaccino. Non sono risultati eventi avversi gravi, come aborto spontaneo e morte.
Infine, “esistono prove di elevata sicurezza che i vaccini HPV proteggono dal precancro cervicale ragazze vaccinate tra i 15 ei 26 anni di età”. Questo studio si aggiunge alle crescenti prove già esistenti e supporta la posizione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).