Tempo di lettura: 2 minutiRimangono soltanto le prossime due generazioni per provare a salvare la Terra. L’appello arriva dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi, secondo il quale: “è questo il tempo che ci resta per mettere in atto misure concrete, poi potrebbe essere troppo tardi”. Intanto, le emissioni del principale gas serra, l’anidride carbonica aumenteranno anche quest’anno, come erano aumentate nel 2017. È il contrario di quello che dovrebbe succedere per evitare una tragica evoluzione degli effetti che i cambiamenti climatici potrebbero avere sulla specie umana. L’allarme è confermato da due ricerche differenti, che arrivano proprio mentre alla conferenza Cop24 di Katowice in Polonia i paesi dell’Onu cercano faticosamente il modo per attuare l’Accordo di Parigi sul clima.
Per l’Università britannica dell’East Anglia, le emissioni mondiali di CO2 da combustibili fossili nel 2018 cresceranno del 2,7%, raggiungendo i 37,1 miliardi di tonnellate. Il risultato sarà che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera salirà a 407 parti per milione, sul clima peseranno 2,3 parti in più rispetto al 2017. La produzione mondiale di anidride carbonica era calata per tre anni dal 2014 al 2016, ma nel 2017 era aumentata dell’1,6%. Anche l’Agenzia internazionale per l’Energia (Iea), organismo dell’Ocse, per il 2018 si aspetta “una crescita delle emissioni globali di CO2”, dovuta a “un consumo di energia in aumento e una economia mondiale che si espande del 3,7%“. Intanto, per provare a invertire la tendenza verso un consumo sostenibile è stata appena siglata la Carta di Roma, alla sessione conclusiva del I Simposio Health and Climate Change, presso l’Istituto Superiore di Sanità, al termine di tre giorni di dibattiti e di riflessioni tra 500 ricercatori esperti su salute e cambiamenti climatici.
La carta racchiude ventiquattro raccomandazioni relative alla salute e vuol essere un indirizzo trasversale a tutte le politiche. “Questa Carta, la prima che indica le azioni capaci di contrastare i rischi che i cambiamenti climatici causano alla salute non è un’enunciazione di principi, ma vuol essere un richiamo alle responsabilità di tutti, soggetti pubblici e privati, decisori politici e semplici cittadini affinché ognuno faccia la propria parte per tutelare la salute collettiva – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS. La comunità scientifica non poteva esimersi da questa responsabilità ed è per questo che ha sentito il bisogno di riunirsi e indicare le azioni che, sulla base delle evidenze scientifiche, sono necessarie per evitare una catastrofe che colpirebbe in primis bambini e persone fragili”.
Il futuro non può prescindere da una tecnologia sempre più pulita, dal risparmio dell’acqua, del cibo, del suolo, dal riutilizzo delle materie prime e dalla promozione dei parchi e delle aree protette.
“Qui nel Simposio è nata una comunità che osserverà costantemente la qualità delle azioni prodotte dai diversi Paesi e dalle diverse realtà sociali – continua Ricciardi – il nostro prossimo appuntamento sarà a Boston a settembre 2019, ci confronteremo sullo stato dell’arte, aggiorneremo le indicazioni sulla base delle nuove evidenze e offriremo nuovamente le nostre conoscenze a servizio dei cittadini che abitano il pianeta. Ma anche i cittadini hanno un ruolo importante in questa sfida – conclude – perché a proteggere la natura, e perciò la salute di tutti, si comincia a casa propria”.
La Carta è un urgente appello ad agire e un costante richiamo all’interdipendenza tra Clima e Salute.
Festività, ecco come evitare gli eccessi
AlimentazioneCon le feste in arrivo è bene iniziare a pensare a una strategia per prevenire aumenti di peso tra Natale ed Epifania, come difendersi dalle minacce in agguato tra cenoni e pranzi in famiglia: infatti, studi dimostrano che in questo periodo la bilancia sale di mezzo chilo in media, che resta addosso per tutto l’anno. Se l’effetto è cumulativo nel tempo significa prendere anche fino a 25 chili in 50 anni.
Per evitarlo, spiegano gli scienziati del The Bronfenbrenner Center for Translational Research presso la Cornell University sul magazine USA Psychology Today, ci sono alcuni accorgimenti pratici alla portata di tutti.
Sport a volontà
Per cominciare, spiegano, se ti lasci andare al troppo cibo devi rinforzare anche la pratica sportiva. Studi hanno dimostrato che per non prendere peso bisogna bruciare almeno 1500-2000 calorie a settimana in attività fisica – quindi almeno un’ora di camminata al giorno a passo moderato o un totale di circa 20 km di corsa a settimana. A tal proposito, ad esempio, Shirley Cramer della Royal Society of Public Health a Londra ha stilato una tabella con la cosiddetta ‘attività equivalente’, ovvero il tipo e la quantità di attività fisica che bisogna fare per smaltire un certo cibo: ad esempio per bruciare le calorie di una barretta di cioccolato sono necessari o 42 minuti di camminata o 22 di corsa; per una porzione di dolce qualcosa come 48 minuti di camminata o 25 di corsa.
Diario alimentare
Come fare, quindi, per non soccombere a cenoni della vigilia e a ricche colazioni di Natale? Bisogna distribuire nel corso della giornata l”attività equivalente’ alle calorie ingerite con accorgimenti semplici ma efficaci quali scegliere le scale al posto dell’ascensore, passeggiare nelle pause pranzo di lavoro, parcheggiare lontano dall’ufficio e fare una camminata fino a destinazione. Oltre al movimento aiuta molto a prevenire l’aumento di peso tenere un diario di cosa mangiamo (e quindi prendere nota delle fette di panettone, del torrone e dei bicchierini consumati nei giorni di festa). Anche pesarsi ogni giorno ha effetti concreti contro l’aumento di peso. E poi se ti aspetta un cenone pantagruelico dalla suocera, cerca di contenerti e di mangiare sano nei giorni precedenti e seguenti l’invito, ad esempio seguendo la regola di riempire con frutta e verdura metà del tuo piatto ai pasti, spiegano. Insomma, anche se le feste sono un momento in cui è lecito lasciarsi andare alle tentazioni, si possono prevenire brutte sorprese sulla bilancia con pochi accorgimenti e la consapevolezza di quanto e cosa si mangia.
sleep texting, un disturbo già molto diffuso tra i giovani
News PresaIl telefono vicino anche di notte per connettersi a internet e scambiare messaggi mentre si dorme. Si chiama sleep texting ed è un fenomeno già largamente diffuso negli Stati Uniti. In pratica, sempre più adolescenti e studenti universitari si connettono con gli amici tramite i dispositivi elettronici nel cuore della notte e spesso, la mattina dopo, non ricordano di averlo fatto. I Millenials, insomma, tendono a inviare messaggi mentre stanno per prendere sonno o sono ancora addormentati, in uno stato di incoscienza. Le comunicazioni sono spedite e il più delle volte prive di senso. Il risultato è che al mattino seguente sì trovano spesso di fronte a messaggi insensati o imbarazzanti.
La ricerca
Uno studio condotto su 372 ragazzi dalla Villanova University, pubblicata sulla rivista Journal of American College Health ha fatto emergere il fenomeno. La maggior parte dei ragazzi non aveva memoria del fatto di aver inviato messaggi o del loro contenuto. Elizabeth B. Dowdell, autrice dello studio ha spiegato: “il fatto di non ricordare non è sorprendente, poiché la ricerca sul sonno ha scoperto che le persone che si svegliano dopo aver dormito per più di qualche minuto non sono in grado di ricordare i minuti prima di addormentarsi”. Più di un quarto (25,6%) degli studenti nel sondaggio ha riferito di aver inviato messaggi nel sonno; la maggioranza (72%) ha riferito di non ricordare di averlo fatto.
Sleep texting: nuovi disturbi del sonno
Secondo gli esperti, lo ‘sleep texting’ è collegato a un sonno interrotto, questo è facile immaginare come influisca sulla qualità del sonno stesso. I ragazzi che dormono in maniera insufficiente e irregolare oltre ad avere ripercussioni sul rendimento scolastico e universitario possono anche sviluppare degli squilibri emotivi, affaticamento e scarsa concentrazione. Ma a salire sul banco degli imputati non sono solo i cellulari, secondo gli esperti andrebbero valutati con attenzione anche laptop, tablet e e-reader. Quando è stata misurata la quantità di sonno durante la settimana rispetto al weekend, gli studenti con quattro o più dispositivi tecnologici in camera da letto risultavano dormire molto meno di quelli con tre o meno dispositivi. In altre parole, la luce del monitor interferisce sulla regolazione del sonno, in questo senso viene in aiuto la luce del monitor che se impostata su una tonalità più calda nelle ore serali, può limitare conseguenze sul sonno.
I giovani e il sonno, un rapporto in crisi
PsicologiaI disturbi del sonno sono diffusi e in aumento tra i giovani. Lo rivela un’indagine pubblicata sul Journal of Sleep Research secondo cui ben il 34,2% delle studentesse (circa una su 3) e il 22,2% dei maschi (oltre uno su 5) soffrono di insonnia. Lo studio è stato condotto da Brge Sivertsen, dell’Istituto di Salute Pubblica norvegese coinvolgendo studenti universitari. E’ emerso che durante la settimana difficilmente i giovani raggiungono un monte ore di sonno soddisfacente rispetto a quanto raccomandato (in genere si consigliano 8 ore di riposo a notte), mentre nel week end i giovani dormono in media circa 8 ore e mezza.
Campanello d’allarme
Non solo, i disturbi del sonno tra i giovani sono in aumento: nel 2010 riguardavano il 22,6% dei giovani (più di uno su 5), ma nel 2018 sono saliti al 30,5% (ben oltre 1 su 4). «Questi risultati sono paradigmatici di una crisi della salute mentale dei giovani – conclude Sivertsen – i disturbi del sonno vanno considerati come attenzione e rappresentano un possibile problema di salute pubblica per questa popolazione di individui».
Il caldo e lo stress
L’aumento delle temperature porta a maggiori livelli di stress aggravando i tassi di ansia e depressione. In una ricerca appena pubblicata sul Medical Journal of Australia, gli scienziati di base nella Macquarie University di Sydney hanno identificato per la prima volta una relazione fra le temperature mediane massime annuali e gli stati depressivi, sia di uomini che di donne. «In Australia i giorni molto caldi hanno un effetto dannoso sull’intera popolazione equivalente a quello della disoccupazione» dichiarano gli autori, che predicono inoltre un aumento delle ospedalizzazioni per autolesionismo. «E’ stata anche per noi una rivelazione, non era stata identificata prima», scrive Paul Beggs, professore associato della Macquarie University. «L’associazione continua a crescere con l’andare del tempo, e con l’espansione dei tropici». Le ondate di caldo hanno un’ampia gamma di effetti sulle persone, aggravando lo stress e quindi ansia e depressione, aggiunge Beggs, sottolineando che il caldo estremo è solo un aspetto di come il cambiamento climatico stia danneggiando la salute umana.
Totti al Bambin Gesù. “Aiuterò a costruire un nuovo ospedale”.
News PresaSembra un pomeriggio come tanti all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, quando a sorpresa arriva l’ex capitano giallorosso Francesco Totti per fare visita ai bambini. Al di là della propria squadra del cuore, i bambini hanno festeggiato insieme a Totti, simbolo positivo del mondo sportivo e personaggio amato in tutto il mondo. Il campione ha assicurato il suo sostegno per la costruzione di un nuovo ospedale. L’ex capitano giallorosso si è intrattenuto con i bambini in ludoteca e poi ha visitato i reparti di Cardiologia, Medicina dello Sport e Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica. “Mi ha fatto piacere stare qua oggi e passare un po’ di tempo con i bambini, con i genitori, gli infermieri e i medici. So che il prossimo anno il vostro ospedale compirà 150 anni di storia – ha detto – e so che avete grandi progetti per il futuro, in particolare l’ampliamento della sede di Palidoro e una nuova sede a Villa Pamphilj. Mi piacerebbe far parte di questa storia e mi sento di sostenere e contribuire alla realizzazione del nuovo Ospedale e continuare ad aiutare i bambini di Roma e di tutto il mondo che vengono a curarsi da voi”. Totti ha incontrato la presidente dell’Ospedale, Mariella Enoc, e il direttore generale, Ruggero Parrotto. La presidente del Bambino Gesù ha ringraziato Francesco Totti, “Sei un riferimento per tanti bambini e ragazzi. I nostri pazienti e le loro famiglie ti vogliono bene. Mi auguro che il tuo gesto possa essere di esempio e che la Comunità del Bambino Gesù possa contare sull’aiuto di persone speciali come te”.
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News Presa, PsicologiaVi è mai capitato di vedere un tenerissimo bimbo e di pensare “mamma mia, ti mangerei di baci”? O di voler “stritolare d’amore” un cucciolo, Gli specialisti hanno identificato questi istinti di amore “aggressivo” definendolo «cute aggression», che si può tradurre come «aggressività tenera». Tranquilli, non siete malati e non siete certamente i soli. Di «cute aggression» si è parlato per la prima volta in uno studio nel 2015, e ora una nuova ricerca della University of California- Riverside, pubblicata su Frontiers in Behavioral Neuroscience, ha esaminato questo meccanismo, individuando anche le basi neurali, cioè cosa accade a livello cerebrale quando lo mettiamo in atto. Guidati da Katherine Stavropoulos, gli studiosi hanno reclutato 54 partecipanti, tra 18 e 40 anni.
Reazioni cerebrali
Tutti hanno accettato di indossare caschi con elettrodi, mentre esaminavano quattro blocchi di 32 fotografie divise in 4 categorie: bambini carini e altri che lo erano meno, cuccioli teneri o animali adulti che ispiravano meno. Dopo aver visto ciascun blocco di immagini, ai partecipanti è stata sottoposta una serie di affermazioni, con le quali dovevano dire quanto fossero concordi. Il sondaggio è stato progettato per valutare quanta aggressività tenera avessero sperimentato. È stato chiesto loro anche quanto si sentissero sopraffatti, travolti, e con la voglia di prendersi cura dell’animale o del bimbo che avevano visto. Usando l’elettrofisiologia, è stata misurata l’attività cerebrale prima, durante e dopo. In coloro che hanno sperimentato la cute aggression i risultati hanno offerto una prova diretta che sia il sistema di ricompensa del cervello che quello emotivo sono coinvolti nel fenomeno. La relazione tra quanto è carino qualcosa e quanta aggressività tenera si sperimenta sembra inoltre essere legata a quanto si è sopraffatti. In sostanza, lo studio sembra evidenziare che la cute aggression è il modo del cervello di mediare con la sensazione di sopraffazione.
Sensazioni dissonanti
Quello che accade con la cute aggression lo si può sperimentare in molte altre situazioni. Un esempio sono le risate nervose. Non è raro che persone molto sotto pressione o in ansia inizino a ridere senza un motivo apparente, come avviene a molti, per esempio, sull’altare, o a chi deve parlare in pubblico. Altre volte, invece, dobbiamo comunicare una notizia triste. Anche in questo caso, la pressione può portarci a una risata poco adeguata. Un altro esempio sono le famose lacrime di gioia. Piangiamo perché ci sentiamo molto felici, come in occasione di una laurea. Ma la felicità provata in quel frangente rischia di ridurre il nostro senso di controllo su noi stessi, quindi deve essere regolata.
C’è PreSa tra le 100 Eccellenze italiane
Eventi d'interesse, News Presa, RubricheUn premio all’eccellenza nel comunicare sui temi della Sanità. Nella Sala della Lupa a Palazzo Montecitorio, Marco Trabucco Aurilio (fondatore e direttore scientifico del Networ editoriale Prevenzione e Salute – PreSa) ha ricevuto il riconoscimento «100 Eccellenze Italiane». Nella stessa occasione è stato anche presentato l’omonimo volume (edito da Riccardo Dell’Anna con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri), giunto quest’anno alla sua quarta edizione.
«Un momento di grande emozione – spiega Trabucco Aurilio – perché questo premio ci ripaga dell’impegno profuso in questi anni e del lavoro che, tutti i giorni, mettiamo in campo con il solo intento di promuovere sani stili di vita e di far arrivare alle persone messaggi chiari e certificati in fatto si salute».
Eccellenze Italiane i premiati
Tra coloro che hanno ricevuto il premio 100 Eccellenze italiane meritano certamente di essere nominati il generale Enzo Vecciarelli (Capo di Stato Maggiore della Difesa – FORZE ARMATE), l’ammiraglio Giovanni Pettorino (Comandante Generale della Guardia Costiera e Capitanerie di Porto – SICUREZZA MARITTIMA), il Ct Antonio Conte – SPORT), il professor Francesco Saverio Mennini (docente di Economia Sanitaria ed Economia Politica – Università Tor Vergata), lo stilista Renato Balestra (MODA), l’artista Gaetano Curreri (CANZONE) e il nonno d’Italia Lino Banfi.
Orgoglio campano
Non è un caso che per la premiazione sia stata scelta la Sala della Lupa, luogo nel quale nel 1946 fu proclamato il risultato del referendum costituzionale. Il premio «100 Eccellenze Italiane» cerca di individuare e pubblicamente riconoscere i meriti di coloro che, attraverso il proprio lavoro, consentono all’Italia di essere considerata sinonimo di eccellenza nel mondo è una pratica virtuosa oltre che concreto, e legittimo, motivo di orgoglio nazionale. Va detto che per il riconoscimento al network editoriale PreSa c’è molto orgoglio campanilistico. Ormai da anni Corriere del Mezzogiorno PreSa pubblica in partnership con Corriere del Mezzogiorno l’inserto mensile nel quale le novità in fatto si salute e le eccellenze della sanità del Mezzogiorno trovano accoglienza e lustro. Proposte ai lettori con un linguaggio semplice e diretto, senza mai rinunciare al rigore scientifico.
Il team
Nel ritirare il premio Marco Trabucco Aurilio ha voluto ringraziare tutta la squadra che collabora alla realizzazione di quello che il direttore scientifico ha definito «l’ambizioso obiettivo di contribuire a colmare il vuoto comunicativo nel settore sanitario. Ci proponiamo di promuovere una cultura della prevenzione “partecipata”, che veda il cittadino non solo come statico destinatario delle politiche sanitarie, ma come parte attiva del sistema, come “sentinella della salute” della collettività».
Tra le proposte nate negli anni, quella lanciata nel 2016 di inserire l’educazione sanitaria come materia propedeutica nei programmi delle scuole primarie e secondarie e prevedere la presenza del medico in classe. L’idea è quella di coinvolgere gli specializzandi e gli studenti dell’ultimo anno di medicina: una proposta a costi invariati per il sistema sanitario nazionale sulla quale c’è tutt’oggi un grande dibattito nelle istituzioni del nostro paese.
La proposta
«La salute delle future generazioni – dice Trabucco Aurilio – è minacciata infatti da più parti, basti pensare alla crescita esponenziale dell’obesità infantile che interessa non meno di 41 milioni di bambini nei Paesi avanzati, e che nell’ultimo decennio è diventato un’emergenza anche in Italia».
Il medico in classe potrebbe contribuire a promuovere la “cultura della prevenzione” rendendo parte attiva i giovani anche su un tema fondamentale come il progressivo calo delle vaccinazioni che ha investito l’Italia in questi ultimi anni dovuto principalmente ad una grave carenza di informazione e di coinvolgimento delle famiglie.
Brasile: prima nata grazie a un utero di donatrice morta
Ricerca innovazioneIn Brasile è nata la prima bambina da una madre a cui era stato trapiantato l’utero di una donatrice morta. Fino ad oggi era successo solo da donatrici viventi. La neomamma trentaduenne aveva ricevuto il trapianto nel 2016, a San Paolo in Brasile. Dopo avere effettuato un trattamento di fertilità, ha dato alla luce la bimba nel dicembre 2017. La neonata è sana e sta bene; alla nascita pesava 2,5 chili. La notizia è stata riportata solo oggi dalla Bbc.
Il trapianto di utero
Ad oggi nel mondo ci sono già stati 39 trapianti di utero da donatrice vivente. In diversi casi si è trattato di madri che lo hanno donato alle proprie figlie e hanno portato alla nascita di 11 bambini. Il caso brasiliano è invece il primo andato a buon fine a seguito di un trapianto da donatrice morta. C’erano già stati dieci trapianti precedentemente, ma tutti erano falliti o avevano portato ad un aborto spontaneo. Nel caso della neomamma brasiliana, affetta dalla sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser (che porta alla mancata formazione di vagina e utero), la donatrice di utero, quarantenne, era morta dopo un’emorragia cerebrale. I medici brasiliani hanno somministrato alla paziente dei farmaci che hanno indebolito il sistema immunitario, per evitare che il suo corpo rigettasse l’utero trapiantato. A 6 settimane dall’intervento ha iniziato ad avere il ciclo mestruale e sette mesi dopo i suoi ovociti, precedentemente fecondati, le sono stati impiantati. Dopo una gravidanza normale, la bambina è nata con taglio cesareo. “Il primo trapianto di utero da donatrice vivente è stata una pietra miliare della medicina – ha commentato Dani Ejzenberg, dell’Ospedale das Clinicas di San Paulo – ma presenta delle limitazioni, perchè le donatrici viventi sono poche, e di solito si trovano tra familiari o amici stretti”. Questa nuova prospettiva permette di ampliare la platea di potenziali donatrici.
Oli Essenziali “aiutano” antibiotici e antitumorali. La ricerca
Ricerca innovazioneGli Oli Essenziali (OE) sono miscele estratte da piante aromatiche. Gli studi hanno dimostrato le loro proprietà biologiche, tra cui un’attività antimicrobica che aumenta l’effetto degli antibiotici e degli antitumorali. Inoltre potrebbero essere d’aiuto nei casi di farmacoresistenza, agli antibiotici come agli antitumorali, in campo umano come in campo veterinario. Oltre a rappresentare nuove soluzioni ecosostenibili di conservazione degli alimenti per l’industria alimentare.
“Tenendo presente che molti farmaci antimicrobici, cardiovascolari, immunosoppressori e antitumorali, impiegati nella medicina occidentale, contengono uno o più ingredienti derivati dalle piante o sono sviluppati sinteticamente da esse – ha detto Francesca Mondello del Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS, durante un recente workshop sul tema – la comunità scientifica mostra un interesse crescente verso l’enorme biodiversità del mondo vegetale, in quanto quest’ultimo rappresenta una fonte importante di potenziali molecole con ampio e poliedrico spettro di azione. Enti finanziatori quali la Comunità Europea e i National Institutes of Health (NIH) statunitensi hanno infatti dedicato speciali sezioni a questa materia, spesso in combinazione con la ricerca sui nanomateriali, con la prospettiva di trovare nuove soluzioni terapeutiche e/o preventive più efficaci”. Il numero di brevetti, recentemente depositati, riguardo la scoperta e l’uso di principi e formulazioni di prodotti a base di sostanze naturali è in continuo aumento. Ad oggi sono 4.653 i brevetti con varie applicazioni solo per gli Oli Essenziali (di cui 1.963 per Tea Tree Oil).
Nel 2016, in uno studio pubblicato su Medical Journal of Obstetric and Gynecology, un team di studiosi coordinati dall’ISS, ha dimostrato per la prima volta l’efficacia della terapia combinata di probiotici e ovuli vaginali a base di Tea Tree Oil (TTO) in volontarie con candidosi vaginale. Si è visto che quest’associazione, da una parte, era in grado di aggredire il micete decontaminando il canale vaginale con il Tea Tree Oil e dall’altra di contrastare la sua colonizzazione reintegrando la flora benefica con ceppi probiotici. Il tutto senza riscontrare alcun residuo dei componenti del TTO a livello sistemico tanto meno effetti collaterali associati a questi componenti naturali.
“Alla luce dei nostri studi preclinici pregressi – ha detto la dott.ssa Mondello – insieme a quelli di altri ricercatori e al nostro studio pilota, sarebbero utili studi clinici randomizzati controllati per determinare l’indice terapeutico del TTO e del suo principale componente, il terpinene-4-olo, contro la candidosi vulvovaginale ricorrente, per cui attualmente nessuna cura eradicante è disponibile”.
Gli Oli Essenziali nella prevenzione e trattamento dei tumori
Gli Oli Essenziali trovano impiego da secoli soprattutto per le loro proprietà antimicrobiche, analgesiche, antinfiammatorie, spasmolitiche e anestetiche locali, anche se molti studi recenti hanno dimostrato che i loro componenti possiedono anche un’attività di tipo antitumorale sia in vitro che in vivo. Infatti, studi hanno evidenziato che gli OE sono degli eccellenti antiossidanti, grazie proprio alla presenza di terpenoidi e polifenoli. Utili, quindi, come conservanti naturali, ma potenzialmente anche nella prevenzione di patologie indotte da un eccessivo sovraccarico di reazioni di stress ossidativi, quali ad esempio le patologie tumorali.
Visite gratuite in piazza, ecco il calendario
PrevenzioneAnche a dicembre la parola d’ordine è “prevenzione”. Proprio oggi ha preso il via Villaricca (provincia di Napoli) la seconda edizione del tour «Ci prendiamo cura di te», iniziativa di promozione in piazza dello screening oncologico realizzata dall’Asl Napoli 2 Nord con il supporto di undici amministrazioni dei Comuni del territorio. Si tratta di un programma di offerta attiva di visite quali pap test, visita senologica e consegna dei kit per lo screening del tumore del colon retto che si effettuerà “piazza per piazza” a partire da domani fino al prossimo 18 dicembre.
Il programma
Il tour si avvale di una “clinica mobile” che ospita due ambulatori viaggianti e uno stand di 40 metri quadri in cui si effettuano gratuitamente pap test e visite senologiche. Inoltre, in uno spazio antistante è stato allestito una “hospitality” presso cui si distribuiscono kit per lo screening del colon retto e si prenotano mammografie presso le sedi dell’Asl. Il tour, della durata di tredici giorni, toccherà i comuni di Villaricca, Giugliano, Ischia, Forio, Procida, Melito, Mugnano, Pozzuoli, Quarto, Marano, Qualiano. Alla Asl Napoli 2 Nord il solo screening del tumore del colon retto partito solo 1 anno e mezzo fa ha già coinvolto 46.630 cittadini e salvato la vita di 94 persone, che hanno potuto sottoporsi precocemente alle terapie. Tutte le informazioni sono comunicate sulla pagina Facebook dell’ASL Napoli 2 Nord.
Il Pap test
Molte donne, spesso le più giovani, non conoscono il Pap test. Si tratta di un esame di screening, che si effettua cioè anche in donne sane senza alcun segno di possibile malattia. Lo scopo è individuare precocemente tumori del collo dell’utero o alterazioni che col passare degli anni potrebbero diventare tali. L’introduzione del Pap test ha contribuito significativamente a ridurre la mortalità per tumore del collo dell’utero (anche detto della cervice uterina) per cui andrebbe eseguito con regolarità, ogni tre anni, da tutte le donne dopo l’inizio dell’attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età. L’esame si effettua con le stesse modalità di una visita ginecologica, durante la quale si applica lo speculum, uno speciale strumento che dilata leggermente l’apertura vaginale in modo da favorire il prelievo. L’operatore inserisce poi delicatamente una speciale spatola e un bastoncino cotonato che servono a raccogliere piccole quantità di muco rispettivamente dal collo dell’utero e dal canale cervicale. Su questo campione, in laboratorio, si farà l’esame citologico, sulle cellule esfoliate dal tessuto di rivestimento della cervice, esaminandole con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame computerizzato.
Clima e Salute. Appello urgente dall’ISS: “solo 20 anni per salvarci”
News PresaRimangono soltanto le prossime due generazioni per provare a salvare la Terra. L’appello arriva dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi, secondo il quale: “è questo il tempo che ci resta per mettere in atto misure concrete, poi potrebbe essere troppo tardi”. Intanto, le emissioni del principale gas serra, l’anidride carbonica aumenteranno anche quest’anno, come erano aumentate nel 2017. È il contrario di quello che dovrebbe succedere per evitare una tragica evoluzione degli effetti che i cambiamenti climatici potrebbero avere sulla specie umana. L’allarme è confermato da due ricerche differenti, che arrivano proprio mentre alla conferenza Cop24 di Katowice in Polonia i paesi dell’Onu cercano faticosamente il modo per attuare l’Accordo di Parigi sul clima.
Per l’Università britannica dell’East Anglia, le emissioni mondiali di CO2 da combustibili fossili nel 2018 cresceranno del 2,7%, raggiungendo i 37,1 miliardi di tonnellate. Il risultato sarà che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera salirà a 407 parti per milione, sul clima peseranno 2,3 parti in più rispetto al 2017. La produzione mondiale di anidride carbonica era calata per tre anni dal 2014 al 2016, ma nel 2017 era aumentata dell’1,6%. Anche l’Agenzia internazionale per l’Energia (Iea), organismo dell’Ocse, per il 2018 si aspetta “una crescita delle emissioni globali di CO2”, dovuta a “un consumo di energia in aumento e una economia mondiale che si espande del 3,7%“. Intanto, per provare a invertire la tendenza verso un consumo sostenibile è stata appena siglata la Carta di Roma, alla sessione conclusiva del I Simposio Health and Climate Change, presso l’Istituto Superiore di Sanità, al termine di tre giorni di dibattiti e di riflessioni tra 500 ricercatori esperti su salute e cambiamenti climatici.
La carta racchiude ventiquattro raccomandazioni relative alla salute e vuol essere un indirizzo trasversale a tutte le politiche. “Questa Carta, la prima che indica le azioni capaci di contrastare i rischi che i cambiamenti climatici causano alla salute non è un’enunciazione di principi, ma vuol essere un richiamo alle responsabilità di tutti, soggetti pubblici e privati, decisori politici e semplici cittadini affinché ognuno faccia la propria parte per tutelare la salute collettiva – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS. La comunità scientifica non poteva esimersi da questa responsabilità ed è per questo che ha sentito il bisogno di riunirsi e indicare le azioni che, sulla base delle evidenze scientifiche, sono necessarie per evitare una catastrofe che colpirebbe in primis bambini e persone fragili”.
Il futuro non può prescindere da una tecnologia sempre più pulita, dal risparmio dell’acqua, del cibo, del suolo, dal riutilizzo delle materie prime e dalla promozione dei parchi e delle aree protette.
“Qui nel Simposio è nata una comunità che osserverà costantemente la qualità delle azioni prodotte dai diversi Paesi e dalle diverse realtà sociali – continua Ricciardi – il nostro prossimo appuntamento sarà a Boston a settembre 2019, ci confronteremo sullo stato dell’arte, aggiorneremo le indicazioni sulla base delle nuove evidenze e offriremo nuovamente le nostre conoscenze a servizio dei cittadini che abitano il pianeta. Ma anche i cittadini hanno un ruolo importante in questa sfida – conclude – perché a proteggere la natura, e perciò la salute di tutti, si comincia a casa propria”.
La Carta è un urgente appello ad agire e un costante richiamo all’interdipendenza tra Clima e Salute.