Tempo di lettura: 2 minutiE’ inutile essere troppo rigidi con i più piccoli durante le feste, meglio rispettare le tradizioni e concedere loro qualche dolcetto in più. Del resto i bambini, più dei grandi, sono pronti a digerire meglio qualche strappo, e a dirlo sono proprio i pediatri. «Il cibo fa parte dell’educazione dei bambini. Quando arrivano le festività i divieti a tavola non sono ammessi», spiega il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani. «Pandoro, panettone, dolcetti tradizionali non devono essere eliminati dai pasti, ma di sicuro le porzioni non devono essere eccessive. Certamente non si darà da mangiare un torrone a un bambino di un anno, o mezzo panettone a un piccolo di sei anni. La regola è che bisogna concedere ai figli le cose buone ma senza esagerare». Natale, Capodanno, la Befana sono anche l’occasione per i bambini per stare con i genitori e con i parenti.
All’aria aperta
Così per mamma e papà è anche il momento buono per condividere più tempo con i figli, sottolinea Villani. E questo significa unire l’utile al dilettevole e portarli al parco, farli stare all’aria aperta. «Una bella passeggiata, quattro tiri al pallone e specialmente giocare a rincorrersi, a nascondino soddisfano la voglia di aggregazione, danno allegria e aiutano a smaltire qualche eccesso a tavola», aggiunge Villani. Insomma il movimento è un toccasana, ma non bisogna neppure demonizzare i giochi da tavolo «perché una bella partita a monopoli è sempre meglio di un’ora davanti allo smartphone».
Niente digiuno
E dopo pranzi e cene, come riportare alla normalità alimentare i bambini? «No a digiuni o a periodi punitivi – dice il presidente Sip – bisogna semplicemente tornare alla normalità della dieta mediterranea». Cioè per i piccoli in età scolare pasti con un primo di 60-80 grammi, un secondo a base di pesce, specie azzurro, due volte a settimana, e tre volte la carne, quindi contorno e un piccolo frutto. Per i ragazzi dai 10 ai 16 anni, se fanno sport, dagli 80 ai 100 grammi di pasta, secondo e contorno. La frutta, volendo, anche a merenda. Fondamentale la colazione, dice ancora Villani, «e in questo periodo festivo al posto di biscotti e cereali, insieme con il latte va bene pure una piccola fetta di panettone». Poi arriva la Befana, e il giorno dopo tutti a scuola. Come evitare quel senso di depressione e rifiuto dei bambini che non hanno voglia di riprendere la routine? «E’ importante che la famiglia non drammatizzi il rientro, ma anzi sottolinei il bello di tornare a scuola e incontrare di nuovo i compagni – conclude – l’atmosfera che i bambini respirano a casa è fondamentale per la loro serenità».
DNA umano modificato. Le grandi sfide scientifiche del 2019
Ricerca innovazioneLa rivista Nature ha fatto una lista delle più grandi attese scientifiche del 2019. C’è il progetto per il successore dell’acceleratore più grande del mondo. Ci sono le questioni aperte sulla tecnica del taglia e incolla del Dna, ossia la Crispr (dopo la nascita delle gemelle cinesi da embrioni con il genoma modificato) e nuovi grandi telescopi. Proprio nel 2019 potrebbe avvenire la realizzazione dell’International Linear Collider (ILC) dal costo di 7 miliardi di dollari, destinato a succedere al Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. La comunità dei fisici in Giappone aveva proposto di ospitarlo e la decisione del governo è attesa entro il 7 marzo. Intanto si prepara a diventare pienamente operativo il radiotelescopio più grande al mondo, il Fast (Five-hundred-meter Aperture Spherical Radio Telescope), costruito in Cina.
DNA modificato
Dopo le polemiche susseguite alla nascita delle gemelle cinesi da embrioni con il Dna modificato, quest’anno si attende anche un quadro normativo. L’annuncio della nascita dei primi esseri umani geneticamente modificati al mondo è stato dato alla stampa da un ricercatore cinese lo scorso novembre. Le due gemelle sarebbero nate a ottobre del 2018 e il loro Dna sarebbe stato modificato con un ‘nuovo potente strumento’ in grado di riscrivere il codice genetico. L’obiettivo di quest’anno è, quindi, regolare le modifiche sul Dna umano, sia negli embrioni sia in sperma e ovociti. Secondo Nature, nel 2019, sarà la Cina il paese che spenderà di più in ricerca e sviluppo, mentre in Europa, si punterà a concordare una proposta da 100 miliardi di euro nel prossimo programma di finanziamento della ricerca dell’Ue, Horizon Europe.
Obiettivi per il 2019. La scienza svela i segreti per raggiungerli
PsicologiaLa fine dell’anno è spesso il momento di fare bilanci. Si tirano le somme dei mesi appena passati ed è l’occasione per prefissare nuovi obiettivi. Se la lista di buoni propositi per il 2019 è lunga, allora è il caso di affidarsi ai consigli della scienza per portarli a termine tutti. Il segreto, spiega sul magazine Psychology Today la psicologa del comportamento Susan Weinschenk, è non prefiggersi obbiettivi irraggiungibili in poco tempo, come passare dall’essere sedentario al fare due ore di palestra al giorno, ma cambiare a piccoli passi. Insomma, chiedendo troppo a se stessi, sarà molto probabile che le nuove abitudini durino poco. Si stima che ben l’80% dei buoni propositi di fine anno si traducano in un fallimento entro la seconda settimana di febbraio, tra questi i più diffusi sono sicuramente perdere peso, adottare una dieta sana e praticare sport. La scienza dunque è chiara, bisogna fare piccoli passi alla volta, senza essere troppo severi con se stessi.
Obiettivi circoscritti
L’esperta però scende nei dettagli e spiega: la prima regola è fare piccole, ma concrete, azioni. Per esempio “fare più esercizio” non è un obiettivo definito, quindi è molto probabile che il proposito non funzioni. Lo stesso discorso si può fare per l’alimentazione:”mangiare più sano” è un traguardo troppo vago. Il segreto è puntare a obiettivi più circoscritti come “camminare almeno 20 minuti al giorno per almeno 4 volte a settimana” o “mangiare almeno una porzione di spinaci o altre verdure al giorno”. La pazienza è l’arma migliore per raggiungere i traguardi sperati, perdonandosi anche qualche eventuale debolezza. L’importante è andare avanti, spiegano gli esperti.
Abbuffate delle feste “regalano” 20% in più di colesterolo
News PresaDurante le feste di Natale è difficile non cedere alle abbuffate. E tra pranzi e cene con parenti e amici, a suon di pietanze tipiche e panettoni, intanto il girovita aumenta, e con lui anche il colesterolo. È stato stimato che subito dopo l’Epifania i livelli sono superiori del 20% rispetto all’estate. In altre parole, il rischio di avere il colesterolo alto è sei volte maggiore dopo la pausa natalizia. Il problema riguarda nove persone su dieci.
Lo studio
L’analisi è stata condotta dall’Università di Copenaghen e pubblicata sulla rivista scientifica Atherosclerosis. Dall’indagine che ha coinvolto circa 25mila danesi, è emerso che dopo le feste il colesterolo si innalza di un quinto per ben nove persone su dieci. I ricercatori non hanno dubbi: lo studio mostra come i livelli di colesterolo sono influenzati dal cibo grasso che viene consumato durante il periodo natalizio. Un innalzamento dei valori che riguarda un numero molto ampio di persone, tanto che gli analisti sottolineano la necessità di ricontrollare questi valori successivamente e durante l’anno.
L’importanza della dieta e dell’attività fisica
Il colesterolo viene prodotto per circa l’80% dall’organismo e il 20% viene assorbita dal cibo di origine animale. Quando questo equilibrio viene interrotto (ad esempio per le continue abbuffate), si ha l’ipercolesterolemia. Le cause possono essere molteplici: legate alla genetica, alla dieta (troppe calorie, troppi grassi saturi o trans, troppi zuccheri semplici), a particolari malattie come il diabete, o a problemi endocrini (tiroide), al fumo o ad una scarsa attività fisica. Dieta mediterranea e attività fisica regolare sono le armi più efficaci per battere l’ipercolesterolemia: gli eccessi di colesterolo nel sangue responsabili della possibile insorgenza di malattie cardiovascolari.
Attrazione di coppia ? Ce lo svela la voce
News PresaSe siete in cerca dell’anima gemella attenzione al tono della voce quando una donna o un uomo vi parla: se si abbassa, potrebbe essere un segnale di attrazione nei vostri confronti. Emerge da una ricerca della University of Sussex School of Psychology, pubblicata su The Royal Society Proceedings B. Rispetto ad altri studi, è proprio sulle donne che si focalizza la novità offerta da questo nuovo lavoro scientifico. Se infatti è stato già dimostrato che il sesso femminile tende ad apprezzare gli uomini con voci più profonde che sono considerate più “maschili” e legate al testosterone, gli uomini invece sembrerebbero tendere a preferire un tono di voce più alto nelle donne, considerato sinonimo di femminilità e giovinezza, ma il segnale di attrazione lanciato dalle donne è l’opposto.
Lo studio
I ricercatori hanno analizzato 30 partecipanti a uno speed-date in un bar. Ogni appuntamento durava 6 minuti. Tra un’interazione e l’altra, uomini e donne hanno indicato la loro preferenza per la persona appena incontrata, con un “Sì” o “No” accanto al nome. Quando i ricercatori hanno ascoltato le conversazioni, hanno scoperto la tendenza ad adottare un tono di voce leggermente più basso durante l’incontro con quello che si considerava un potenziale partner, anche per distinguersi dagli altri. Gli uomini hanno parlato in tono più basso anche con le donne che hanno ricevuto molti “Sì” da altri uomini nella sala, pur se avevano assegnato loro un “No”. Le donne invece hanno abbassato il tono solo per gli uomini che trovavano al tempo stesso attraenti e che erano stati valutati positivamente anche dalle altre. Studi precedenti suggeriscono che le donne oggi parlano in modo più profondo delle loro madri o nonne. «Forse le cose stanno cambiando e le donne stanno cercando di rappresentare altri valori quando usano un tono più basso – spiega alla Bbc l’autrice principale della ricerca, Katarzyna Pisanski – potrebbe comunicare competenza, maturità o persino dominio».
Festività, dolci e bambini, istruzioni per l’uso
BambiniE’ inutile essere troppo rigidi con i più piccoli durante le feste, meglio rispettare le tradizioni e concedere loro qualche dolcetto in più. Del resto i bambini, più dei grandi, sono pronti a digerire meglio qualche strappo, e a dirlo sono proprio i pediatri. «Il cibo fa parte dell’educazione dei bambini. Quando arrivano le festività i divieti a tavola non sono ammessi», spiega il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani. «Pandoro, panettone, dolcetti tradizionali non devono essere eliminati dai pasti, ma di sicuro le porzioni non devono essere eccessive. Certamente non si darà da mangiare un torrone a un bambino di un anno, o mezzo panettone a un piccolo di sei anni. La regola è che bisogna concedere ai figli le cose buone ma senza esagerare». Natale, Capodanno, la Befana sono anche l’occasione per i bambini per stare con i genitori e con i parenti.
All’aria aperta
Così per mamma e papà è anche il momento buono per condividere più tempo con i figli, sottolinea Villani. E questo significa unire l’utile al dilettevole e portarli al parco, farli stare all’aria aperta. «Una bella passeggiata, quattro tiri al pallone e specialmente giocare a rincorrersi, a nascondino soddisfano la voglia di aggregazione, danno allegria e aiutano a smaltire qualche eccesso a tavola», aggiunge Villani. Insomma il movimento è un toccasana, ma non bisogna neppure demonizzare i giochi da tavolo «perché una bella partita a monopoli è sempre meglio di un’ora davanti allo smartphone».
Niente digiuno
E dopo pranzi e cene, come riportare alla normalità alimentare i bambini? «No a digiuni o a periodi punitivi – dice il presidente Sip – bisogna semplicemente tornare alla normalità della dieta mediterranea». Cioè per i piccoli in età scolare pasti con un primo di 60-80 grammi, un secondo a base di pesce, specie azzurro, due volte a settimana, e tre volte la carne, quindi contorno e un piccolo frutto. Per i ragazzi dai 10 ai 16 anni, se fanno sport, dagli 80 ai 100 grammi di pasta, secondo e contorno. La frutta, volendo, anche a merenda. Fondamentale la colazione, dice ancora Villani, «e in questo periodo festivo al posto di biscotti e cereali, insieme con il latte va bene pure una piccola fetta di panettone». Poi arriva la Befana, e il giorno dopo tutti a scuola. Come evitare quel senso di depressione e rifiuto dei bambini che non hanno voglia di riprendere la routine? «E’ importante che la famiglia non drammatizzi il rientro, ma anzi sottolinei il bello di tornare a scuola e incontrare di nuovo i compagni – conclude – l’atmosfera che i bambini respirano a casa è fondamentale per la loro serenità».
Cosmesi e farmaceutica tirano il Pil e non conoscono crisi
Stili di vitaAumenta la cura dell’aspetto estetico e la ricerca del benessere. Lo conferma il crescente numero delle società di farmaceutica e cosmesi. Non solo: negli ultimi quattro anni, questi settori hanno aumentato il loro fatturato del 25,3%.
Un business in crescita
Per la prima volta, nel 2018 sono più di 100 le aziende italiane con fatturato superiore ai 50 milioni di euro e i 50 miliardi di euro come fatturato aggregato. A tirare le somme è stato il Centro Studi CoMar che ha realizzato la seconda edizione dell’analisi dei bilanci 2014-2017 delle Società del settore. In particolare, nel 2017 il fatturato complessivo è stato di 49,7 miliardi di euro (+ 5%) rispetto al 2016; il margine operativo netto è stato di 4,6 miliardi di euro (-1,9%); gli addetti sono cresciuti dai 92.099 del 2014 ai 110.492 di fine 2017 (+6,7%), in aumento di 18.393 unità nei quattro anni; il fatturato per dipendente è stato di circa 450mila euro nel 2017, in aumento rispetto ai 447mila del 2016 e ai 430mila del 2014; i debiti finanziari, tra il 2016 e il 2017, si sono incrementati del 14,3% a 8,8 miliardi di euro.
Perché cresce
Cosmesi e farmaceutica continuano il trend di successi e trainano il Pil. Tra le motivazioni del successo ci sarebbero, secondo lo studio, i forti investimenti realizzati in ricerca e sviluppo e innovazione di prodotto, oltre che l’attrattività verso talenti e profili professionali qualificati. Inoltre le esportazioni incidono in maniera significativa: c’è una forte spinta all’export, che rappresenta oltre il 50% della produzione complessiva. Ad avere un peso è anche la capacità di inserirsi nelle filiere internazionali nella parte alta del valore aggiunto; dei costanti miglioramenti nei canali della distribuzione. Salute e bellezza, insomma, non conoscono crisi, ma solo aspettative di crescita.
Selfie: Tutte le patologie. Oltre la psiche, a rischio il polso
PrevenzioneI selfie hanno fatto finire in ospedale già molte persone da quando esistono gli smartphone. Tra i problemi più frequenti ci sono i disturbi al polso che ne risente addirittura a lungo termine. Poi ci sono i rischi per la psiche naturalmente.
Le patologie da selfie sono ormai oggetto di studio della comunità scientifica. Dopo ore passate davanti alla telecamera, quando gli autoscatti arrivano a più di dieci volte al giorno, a pagare le conseguenze è prima di tutto il braccio e, in particolare, il polso. La dottoressa Levi Harrison, chirurgo ortopedico di San Francisco si è specializzata sulle patologie che riguardano le foto fatte a se stessi da cellulare e in uno studio ha costatato l’aumento negli ultimi anni di pazienti che presentano un intorpidimento della mano e dolori al polso.
Una patologia ribattezzata come “sindrome da polso da selfie”. Si tratta di un’infiammazione del tunnel carpale diffusa soprattutto in adolescenti e giovani donne. L’iper-flessione del polso verso l’interno può causare una sensazione di formicolio o anche un dolore acuto causato dall’infiammazione del nervo.
Non sono a riparo dal rischio neanche personaggi famosi come Kim Kardashian, regina indiscussa del selfie, che ha rivelato di soffrire di un problema al polso e al gomito. Spesso le problematiche si sviluppano non tanto per lo scatto in sé, ma per tutto il tempo trascorso sforzando il polso per cercare l’inquadratura ideale.
La dottoressa Harrison suggerisce (se proprio non si riesce a fare a meno di postare foto sui socia al network) di fare attenzione all’impugnatura del cellulare, non bisogna incurvare troppo il polso. Inoltre sono utili esercizi di rotazione a pugno chiuso.
Ma le ripercussioni sono soprattutto psicologiche. Secondo un articolo del Boston Medical Centers, i selfie lavorano sulla psiche, spingendo le ragazze a sottoporsi a interventi di chirurgia plastica.
Calendario della salute, dodici mesi per i più piccoli
PrevenzioneSi chiama, con un nome che dice tutto, “Ricomincio dai bambini” ed è il calendario che la Federico II di Napoli ha voluto dedicare al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Il calendario è solo la parte più visibile di un progetto che ha l’obiettivo di combattere le bufale, proponendo ai lettori messaggi basati su evidenze scientifiche che possano essere utili per la salute e il benessere dei più piccoli. È importante, infatti, sin dall’infanzia e dall’adolescenza adottare stili di vita salutari e costruire una propria consapevolezza della sfera affettivo-relazionale.
Dodici mesi in salute
Dodici messaggi che accompagnano i dodici mesi dell’anno: dall’importanza dell’allattamento materno ad un consapevole utilizzo del tablet, dalle buone norme per regolamentare l’esposizione alla TV fino alle modalità per condividere l’interesse per la lettura, passando per le paure dei bambini e l’educazione alla “gentilezza”, senza dimenticare il ruolo fondamentale della sana alimentazione e dell’attività fisica. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono Grazia Isabella Continisio, responsabile della PO Formazione continua in medicina e Carmela Bravaccio, responsabile della UOSD di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda. Il calendario è illustrato dalla graphic designer Emanuela Buccelli ed è patrocinato anche da Unicef Italia.
Recuperare i valori
«L’obiettivo – sottolinea il direttore generale dell’azienda, Vincenzo Viggiani- è ricordare al mondo degli adulti che educare i bambini in modo sano, proteggendoli nel loro delicato processo di crescita, contribuisce a garantire una società migliore». A fargli da eco Claudio Buccelli, presidente del comitato etico dell’Università degli studi di Napoli Federico II «C’è bisogno del recupero dei valori etici vitali e questo recupero non può che realizzarsi attraverso l’educazione ad essi dei giovani, sin dai primi livelli formativi della scuola e nella stessa famiglia». «Perché gli articoli della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza cambino le comunità locali e la comunità mondiale, occorre che da articoli di fede diventino articoli di vita», conclude Margherita Dini Ciacci, Unicef Camania, Medaglia ONU come Donna per la Pace. Il calendario sarà presente nei Dipartimenti e negli ambulatori del Policlinico Federico II ed è anche scaricabile gratuitamente on line: CLICCA QUI
La piccola Laura e il “miracolo” di Natale
News PresaSono in molti ad averlo chiamato il miracolo di Natale e, del resto, i medici che si sono mossi da Roma sono stati da molti definiti degli angeli. La storia è quella della piccola Laura, bimba di sette mesi con una gravissima insufficienza respiratoria e del team di emergenza Ecmo (ossigenazione extracorporea) del Bambino Gesù di Roma intervenuto all’Ospedale Santobono di Napoli. L’Ospedale romano ha competenza per questo tipo di interventi su tutto il Centro-Sud. Il team, composto da due anestesisti, un cardiochirurgo, due infermieri, un tecnico specializzato e due autisti, è partito da Roma dopo la mezzanotte del 24 dicembre con un’ambulanza speciale e una macchina di supporto per prestare soccorso alla piccola poiché nell’ospedale napoletano non c’è l’Ecmo pediatrica.
La chiamata
Alle sei del mattino, dopo che le funzioni vitali della bambina erano state supportate con la circolazione extracorporea (aumentando l’ossigenazione del sangue, riducendo i valori ematici di anidride carbonica, incrementando la gittata cardiaca ed agendo sulla temperatura corporea), il team ha fatto ritorno nella Capitale portando la piccola paziente che ora è ricoverata nell’area rossa, ossia nel reparto di terapia intensiva del Bambino Gesù.
I social
Dopo aver postato una foto dell’alba di ritorno sull’autostrada, il gruppo ha ricevuto una valanga di messaggi di ringraziamento sui social anche dai genitori di altri bambini che avevano avuto in passato lo stesso problema ed erano stati salvati grazie all’intervento di soccorso Ecmo. «Siete angeli in terra, siete eroi, grazie per tutto quello che fate», sono solo alcuni degli apprezzamenti arrivati alla squadra di soccorso. Per la piccola Laura questo intervento “miracoloso” non è la fine della battaglia per la vita, ora sarà determinate ogni giorno verso quella che tutti sperano possa essere una storia a lieto fine. Le sue condizioni restano molto serie e la bimba dovrà essere forte per riuscire a superare il momento.
Le festività stressano 4 italiani su 10. Il litigio è dietro l’angolo
PsicologiaPranzi e cene da organizzare, visite ai parenti e regali da comprare. Stanchezza e stress pesano su molti italiani e nonostante a Natale siano tutti più buoni, il rischio di conflitti in famiglia è dietro l’angolo. Quattro italiani su 6 si dicono scoraggiati quando le festività si avvicinano. E se soltanto 2 su 10 preferiscono passare il Natale con gli amici e non in famiglia, quando ci si ritrova con i parenti, vicini e lontani, si corre il rischio di litigare. A rivelarlo è un sondaggio dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), che ha raccolto le opinioni degli italiani sul Natale attraverso un sondaggio al quale hanno risposto 600 persone tra 18 e 80 anni.
Il pensiero di organizzare le feste natalizie e decidere come trascorrere la notte di capodanno, secondo gli esperti non farebbe vivere pienamente l’atmosfera natalizia. Il periodo di festa, inoltre, coincide con la fine dell’anno e con l’accumulo di maggiore stress. Dal sondaggio spicca il dato relativo all’aumento del senso di stanchezza che suscita questa ricorrenza, con il 43% che dichiara di essere stressato e scoraggiato con l’arrivo delle festività. Ed è proprio nei momenti di stanchezza che si ha più difficoltà a tenere a bada i nervi. Tra mille richieste e le scadenze in ufficio è più facile litigare anche per futili motivi. Sarebbe molto più salutare, secondo gli psicologi, approfittare delle feste natalizie per riscoprire i veri valori della famiglia, tra cui la comunicazione e condivisione emotiva. Infatti, emerge dal sondaggio come la voglia di stare con i propri parenti sia ancora viva tra gli Italiani.