Tempo di lettura: 2 minutiIl Blue Monday cade oggi, il terzo lunedì di gennaio. Che si creda o no, questa data è associata al giorno più triste dell’anno. A coniare l’espressione ‘Blue Monday’ è stato nel 2005 Cliff Arnall, uno psicologo, life coach e consulente inglese, che ha inventato un’equazione per calcolare quale fosse il giorno più deprimente dell’anno, basandosi sul comune, e comprensibile, senso di tristezza e malinconia che ci coglie in questo particolare periodo, dopo la lunga pausa delle festività natalizie.
D’altronde, secondo una recente ricerca, “Vita ed Energia: i bioritmi degli italiani”, condotta da Astra Ricerche e promossa da Almond Board of California, l’inverno è la stagione in cui gli italiani si sentono più scarichi, con meno di uno su cinque che dichiara di sentirsi al top delle energie in questo periodo dell’anno e un 44% che viaggia con le batterie cariche per metà o anche meno.
Il Blue Monday
Lo psicologo dell’Università di Cardiff, ha formulato la data prendendo in considerazione una serie di variabili, tra cui il meteo, i sensi di colpa per le eccessive spese del periodo natalizio, i chili accumulati durante i cenoni, la difficoltà di arrivare al prossimo stipendio, il calo di motivazione dopo le festività e la difficoltà a riprendere a pieno regime. In alcuni Paesi, questa ricorrenza, viene presa molto sul serio: in Gran Bretagna ad esempio, si registra un considerevole aumento di assenze dal lavoro. Tuttavia, è importante fare una distinzione tra momento di tristezza e senso di depressione vera e propria. Quando il malessere è più profondo e continuo, è necessario rivolgersi a uno psicologo. Altrimenti, ci si può consolare in un abbraccio, quest’anno, infatti, il Blue Monday cade in concomitanza con la giornata degli abbracci, un motivo in più per farsi forza, stringendosi l’uno all’altro. Gli abbracci, è scientificamente provato, rilasciano ormoni salutari come l’ossitocina, riducono i livelli di stress percepiti e misurati oggettivamente (con la riduzione del principale ormone dello stress, il cortisolo), fanno bene alla salute cardiovascolare, difendono dalle infezioni e sono infine in grado di sprigionare emozioni positive. Inoltre, ci sono diversi accorgimenti che possono aiutare a recuperare il buon umore. Gli esperti suggeriscono di fare dell’attività fisica, uscire più spesso con gli amici e inserire nella dieta nutrienti che possono ridurre la stanchezza, come le mandorle che contengono niacina (vitamina B3), acido folico, ferro, riboflavina (vitamina B2) e magnesio; o uova e cereali integrali, che contengono sostanze che stimolano la produzione della serotonina, l’ormone del buonumore.
Campania, ecco gli hushtag della protesa dei medici
News PresaI medici della Campania in assemblea in quello che è diventato l’ospedale simbolo di una sanità commissariata che non piace: il San Giovanni Bosco. Domani (venerdì 25 gennaio ore 11.30) i camici bianchi si ritroveranno nell’aula della direzione sanitaria, per chiedere di restituire dignità e sicurezza a quanti nella sanità ci lavorano.
La protesta
La manifestazione servirà a lanciare un messaggio forte dalla Campania ad una politica indifferente ai problemi sollevati dalle categorie in difesa della sanità pubblica e della dignità del loro lavoro. «Abbiamo scelto il San Giovanni Bosco – dicono i sindacalisti – perché è in questo momento il simbolo della sanità che non vogliamo, perché vogliamo che tutti i dirigenti che rappresentiamo e gli utenti possano avere ospedali “sicuri”. Il messaggio che si solleva con forza è racchiuso in tre hasthag.
#DIGNITÀ
Le condizioni di lavoro negli ospedali peggiorano senza sosta. Una burocrazia asfissiante, turni massacranti, ogni anno almeno 15 milioni di ore di lavoro eccedenti il dovuto contrattuale, tutti i week end passati a coprire reperibilità e turni di guardia, estenuanti trattative per conquistare le ferie, aggressioni verbali e fisiche, una crescita esponenziale del rischio clinico e medico-legale, a fronte di retribuzioni inchiodate al 2010 e di progressioni di carriera rarefatte ed invase dalla politica, provocano un esodo di massa verso settori più remunerativi che consentono anche una migliore qualità della vita. Il collasso della dignità di una professione accompagna il collasso di un diritto costituzionale dei cittadini.
#ASSUNZIONI
Per far fronte alla carenza dei medici, ormai pesante realtà in molte Regioni del Paese, è necessario correggere la rotta della programmazione della formazione specialistica, aumentando il numero dei contratti di formazione per sopperire alla mancanza di 16.500 specialisti entro il 2025. E cancellare insopportabili vincoli di spesa per garantire almeno il turnover.
#CONTRATTO
Dieci anni senza. Quest’anno si “festeggia” il decimo compleanno del contratto che non c’è, fermato al 2009 da leggi e finanziarie che negli anni ne hanno reiterato il blocco. Una ricorrenza amara, resa ancora più spiacevole dal “regalo” dell’ultima legge di bilancio, il comma 687, che pesa sul rinnovo del triennio 2016-2018 allungando ulteriormente i tempi della sua chiusura.
Alex, «il trapianto è riuscito»
News PresaIl piccolo Alex tornerà presto a casa. La sua storia (il bimbo è affetto da una malattia genetica rara) aveva commosso l’Italia intera, mobilitando migliaia di persone alla ricerca di un donatore compatibile. A distanza di un mese dall’intervento effettuato al Bambino Gesù d Roma il trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore cui è stato sottoposto «è riuscito». Il percorso trapiantologico, infatti, «può dirsi concluso positivamente» e Alex è «in buone condizioni di salute». Lascerà l’Ospedale nelle prossime ore. Le cellule del padre, manipolate e infuse nel bambino, afferma l’Ospedale, a distanza di 1 mese dal trapianto «hanno perfettamente attecchito».
L’attesa
Per la famiglia del piccolo l’attesa è stata lunghissima, dopo la disperata ricerca di un donatore compatibile e la decisione in extremis di procedere con le cellule del papà, le ultime notizie che si erano avute risalivano al 22 dicembre scorso. A 24 ore dal trapianto di cellule staminali emopoietiche, le condizioni del piccolo Alessandro Maria Montresor erano stabili. Alex, è bene ricordarlo, soffre di Linfoistiocitosi Emofagocitica (HLH) ed è stato trasferito dall’Ospedale Great Ormond Street di Londra presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma a fine novembre. A dicembre sono stati completati tutti gli screening necessari per identificare, tra i due genitori, il donatore di cellule staminali emopoietiche ed è stato, a tal fine, selezionato il padre. Il bambino ha poi ricevuto la terapia di preparazione al trapianto, mirata a distruggere le cellule portatrici del difetto genetico responsabile della patologia. Le cellule del padre, dopo essere state mobilizzate e raccolte dal sangue periferico, sono state opportunamente manipolate e infuse nel bambino. Oggi (24 gennaio 2019) i medici hanno sciolto la riserva annunciando la buona notizia.
La famiglia
In occasione dell’arrivo in Italia, la famiglia di Alessandro Maria aveva espresso i propri ringraziamenti a tutti coloro che hanno lavorato per aiutare il bimbo. «Il Ministro della Sanità ed il suo staff per il sostegno e l’attenzione ricevuti; il Centro Nazionale Trapianti e l’ADMO per l’impegno profuso nelle piazze italiane; i donatori nuovi e futuri che hanno deciso di dare una nuova speranza a tutte le persone malate ed in attesa di un trapianto di midollo osseo per continuare a vivere; le diverse aziende ed associazioni ed in particolare il Gruppo UniCredit, oltre che per il sostegno che ci ha dato anche per le numerose iniziative di sensibilizzazione alla donazione che ha promosso sia in Italia che all’estero e, non da ultimo per importanza, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con tutti i medici e gli infermieri assiduamente impegnati nella qualificata e affettuosa assistenza prestata in queste ultime settimane. Rivolgiamo un sentito ringraziamento – avevano detto i genitori di Alex – anche al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) Italiano e al National Health System (NHS) Inglese per avere reso possibile un trattamento così medicalmente sofisticato e di altro profilo». Molto presto Alex tornerà a casa, la speranza è che presto tutto il suo calvario possa essere solo un triste ricordo.
Arance della Salute in tremila piazze italiane
PrevenzioneIn tutte le principali piazze d’Italia tornano anche quest’anno le arance della salute dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. L’appuntamento con i ventimila volontari, suddivisi in tremila piazze, è per sabato 26 gennaio. Fare la propria parte per una giusta causa costa solo 9, somma con la quale sarà possibile ricevere una reticella da 2,5 kg di arance. Da quest’anno, in più, ci sono anche marmellata d’arancia e miele di fiori d’arancio. I volontari, inoltre, consegneranno una guida con informazioni sulla prevenzione, insieme a ricette firmate da chef come Moreno Cedroni e Carlo Cracco. È il primo appuntamento dell’anno di Airc per la raccolta fondi, che avrà un prologo con un’iniziativa in circa 1.000 scuole venerdì 25. L’impegno di Airc e della sua fondazione Firc per il 2019 è sostenere il lavoro di 5mila ricercatori con oltre 108 milioni, finanziando 524 progetti di ricerca, 101 borse di studio e 24 programmi speciali.
Nuove tecnologie
«Per contrastare l’immane complessità del cancro – dice Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico Airc – la ricerca deve innovare senza sosta, mettere le nuove tecnologie al servizio delle idee e queste al servizio dei pazienti». L’appuntamento è anche un modo per promuovere buone abitudini: lo stop al fumo, una corretta alimentazione e l’esercizio fisico possono infatti prevenire la formazione di 1 tumore su 3. «Investire in comportamenti salutari – niente fumo, alimentazione equilibrata ed esercizio fisico regolare – spiega Antonio Moschetta, ricercatore dell’Università di Bari – potrebbe rappresentare il segreto per ammalarsi un po’ meno, avere una vita lunga e un invecchiamento migliore». Tra i volontari Airc c’è anche Loretta Goggi, che racconta della sua storia personale (il marito è morto nel 2011 per un tumore). «Oggi – dice – ho scelto di essere in prima linea a fianco di Airc per lui, per le mie amiche perse a soli 30 anni, per mio papà. Lo faccio anche per le migliaia di persone che incontrano la malattia».
Il fumo di sigaretta
Tra le tante cattive abitudini che sono ricollegate all’insorgenza di un tumore c’è anche il fumo di sigaretta. Ogni volta che si accende una sigaretta si introducono oltre 4.000 sostanze chimiche, almeno un’ottantina delle quali, secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), sono anche cancerogene. Con ogni boccata si inala:
Si ritiene che i costituenti del fumo con maggiore potenziale cancerogeno siano l’1,3-butadiene, l’arsenico, il benzene e il cadmio. Il primo è meno potente di altre sostanze, ma è considerato il più importante perché presente nel fumo di sigaretta in grandi quantità; l’arsenico è particolarmente pericoloso anche perché tende ad accumularsi nell’organismo; il benzene è responsabile di una quota significativa (dal 10% al 50%) delle leucemie provocate dal fumo; il cadmiointrodotto fumando sigarette è in quantità tali da superare la capacità dell’organismo di neutralizzarne l’azione tossica. Tra le sostanze radioattive è di particolare rilievo il polonio 210: un’analisi del contenuto di polonio radioattivo in sigarette di diverse marche diffuse in Italia ha dimostrato che in un anno, in media, chi fuma circa un pacchetto al giorno corre lo stesso rischio biologico che se si sottoponesse a 25 radiografie del torace. Depositandosi nei polmoni, infatti, questa sostanza li espone ad altissime dosi di radiazioni ad alta energia che possono indurre mutazioni potenzialmente cancerogene nel DNA. Come le radiazioni, anche molte sostanze chimiche contenute nel catrame di sigaretta danneggiano il DNA delle cellule, provocando mutazioni che possono spingere la cellula verso una crescita incontrollata. Il benzopirene, uno degli idrocarburi policiclici aromatici più studiati, tende per esempio a mettere fuori uso il gene che codifica per la proteina p53, uno dei meccanismi fondamentali per proteggere l’organismo dal cancro. Per informazioni sull’iniziativa contattare il numero 840 001 001.
Cassazione dice ancora no: nessun nesso tra vaccini e autismo
News PresaI giudici della Suprema Corte hanno confermato l’archiviazione decisa da un giudice di Milano a settembre. È un nuovo no della Cassazione al nesso tra i vaccini e l’autismo. Dopo la sentenza del 2017 e quella del 2018, quest’ultimo caso riguardava la denuncia per lesioni e abuso d’ufficio presentata dai genitori di una bimba con autismo infantile che ad avviso di padre e madre si sarebbe sviluppato a causa delle vaccinazioni obbligatorie. Secondo la Suprema Corte, non sono “sindacabili in sede penale” le “direttive ministeriali fondate sulle risultanze dei più recenti studi epidemiologici” che hanno escluso il nesso vaccino-autismo e non si configura alcun reato.
I genitori della bambina avevano presentato la denuncia per lesioni contro ignoti per quanto riguarda l’esecuzione della vaccinazione della figlia e la denuncia per abuso d’ufficio nei confronti della Commissione medico ospedaliera di Milano che inizialmente, nel febbraio 2016, aveva accolto la richiesta di indennizzo per danni alla salute avanzata dai genitori per poi revocarla pochi mesi dopo – nell’ottobre del 2016 – dopo “essersi adeguata alle indicazioni provenienti dal Ministero della Salute” che sulla base dei più recenti studi escludevano il nesso tra vaccini e autismo.
La Cassazione ha, quindi, confermato l’archiviazione delle denunce già stabilita dal gip. Inoltre, quella per lesioni era anche tardiva – “in quanto l’annullamento in autotutela del primo provvedimento era stato adottato in conformità alle direttive ministeriali, fondate sulle risultanze dei più recenti studi epidemiologici, quindi, nell’ambito di una valutazione discrezionale, di natura tecnica, non sindacabile in sede penale”.
Il gip, spiega la Suprema Corte, “ha ritenuto che la base valutativa, costituita da dati scientifici, e l’allineamento agli stessi in sede di revisione del precedente giudizio espresso escludevano l’ingiustizia del danno e, anche a voler ritenere sussistente una violazione di legge, mancava un qualsiasi indizio che potesse far prospettare che la pretesa condotta irregolare si inserisse in un contesto di obiettiva volontà di ‘abuso’, consistente nel voler intenzionalmente provocare un danno ingiusto”. Così la Cassazione – con il verdetto 2983 – ha dichiarato “inammissibili per manifesta infondatezza” i ricorsi dei genitori alla quale ricorda che “in assenza di un reato è inutile parlare di pertinenza e rilevanza delle prove integrative a fronte di un decreto di archiviazione emesso ‘de plano’ dopo la presentazione di un’opposizione”. Padre e madre dovranno versare mille euro alla Cassa delle ammende in quanto i ricorso sono privi di qualunque base giuridica.
L’incredibile storia di Theo, il bimbo dei miracoli
News PresaUno scricciolo d’uomo che a pochi giorni di vita aveva già dimostrato di essere un guerriero. La storia del piccolo Theo Fry ha commosso la Gran Bretagna intera, che ora lo ha soprannominato “il bambino dei miracoli”. Theo è infatti sopravvissuto a 25 attacchi di cuore in un giorno. Una lotta per la vita iniziata a soli otto giorni – e prima di spegnere le prime candeline aveva già combattuto un totale di 30 arresti cardiaci, subito 17 operazioni – due delle quali con un intervento chirurgico a cuore aperto.
Il recupero
Ora a 19 mesi, questo piccolo guerriero ha recuperato in maniera sorprendente. «Tutti si aspettavano che Theo morisse», racconta commossa la mamma Fauve Syers, in un’intervista esclusiva al Mirror. «Ora- aggiunge – ha una tale gioia per la vita. È veramente un miracolo». Curato all’Alder Hey di Liverpool, lo stesso ospedale dove è stato preso in carico il piccolo Alfie Evans, ha iniziato la sua lotta ad appena una settimana di vita a causa di uno scompenso cardiaco. Ha avuto un arresto cardiaco durante un’operazione e poi, in una notte che i suoi genitori ricorderanno per sempre, il 31 gennaio 2017, ad appena nove mesi ha avuto 25 arresti cardiaci in 24 ore. Il chirurgo che ha salvato il piccolo Theo ha parlato di un recupero “sorprendente”.
Mai prima d’ora
Il dottor Ramana Dhannapuneni, ha spiegato alla stampa che il piccolo Theo ha subito il maggior numero di arresti in 24 ore di cui abbia mai sentito parlare. Qualcosa di «molto raro e inusuale. Abbiamo dovuto operare immediatamente, poiché non sarebbe sopravvissuto molto più a lungo». Un anno dopo, Theo sta bene. «Tutti quelli che lo vedono trovano che sia felice – conclude mamma Fauve – è incredibile quello che ha passato. È così forte». Un vero e proprio miracolo, la dimostrazione di quanto il corpo umano (a volte) possa superare i propri limiti. Certamente una storia capace di infondere speranza a chi si trova in difficoltà ed è costretto a combattere contro malattie che sembrano insuperabili.
Studio Usa: una prescrizione di antibiotico su quattro è inutile
News PresaUn bimbo su 10 e un adulto su sei hanno ricevuto una prescrizione di antibiotico, di cui non avevano bisogno, almeno una volta nel 2016. È quanto afferma uno studio americano dell’Università del Michigan. Secondo i ricercatori americani, il problema ha riguardato quasi un quarto delle ricette, e circa 1 paziente su 7.
Lo studio
Il gruppo di ricercatori ha esaminato le prescrizioni di antibiotici per 19,2 milioni di bambini e adulti americani (con assicurazione privata) tra 18 e 64 anni, relative al 2016: il 23% delle ricette non era clinicamente giustificato, il 36% era potenzialmente appropriato e il 28% non era associato a nessuna diagnosi documentata. La ricerca è stata pubblicata sul British Medical Journal. “L’uso eccessivo di antibiotici è ancora dilagante e tocca un enorme numero di pazienti”, dice l’autore principale dello studio Kao-Ping Chua, ricercatore e pediatra presso l’Università del Michigan. “Nonostante decenni di miglioramenti e iniziative educative, si stanno ancora compilando ricette di antibiotici per malattie che potrebbero migliorare da sole”. Dei 19,2 milioni di soggetti osservati, circa 7,6 milioni (40%) hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel 2016 e 2,7 milioni (14%) sono incappati in almeno una prescrizione inadeguata.
I bambini
Secondo un recente studio dei Centers for Disease Control and Prevention, le conseguenze peggiori sono a danno dei più piccoli. Gli antibiotici sono la principale causa di visite al pronto soccorso per eventi avversi legati all’assunzione dei farmaci, nei bambini. I potenziali effetti collaterali di questi medicinali includono reazioni allergiche, infezioni fungine e diarrea. A lungo termine però, sottolinea Chua, la più grande preoccupazione è che l’uso eccessivo di antibiotici contribuisca allo sviluppo di batteri resistenti, rendendo così malattie che una volta erano facilmente curabili con questi farmaci incurabili e pericolose. L’emergenza antibiotica è stata paventata dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità.
Ridere fa bene alla coppia, lo dice la scienza
PsicologiaRidere è la miglior terapia di coppia. Esiste un’evidenza scientifica dietro quella che potrebbe sembrare solo un’ovvia considerazione. Due partner che ridono insieme sono destinati a restare una coppia più a lungo. La scienza conferma un’idea intuitiva che sembra estremamente importante: divertirsi cementa il rapporto di coppia. Ad analizzare le reazioni, e le relazioni, dei partner è una ricerca dell’Università del Kansas, che sarà pubblicata sul prossimo numero della rivista Personal Relationships e di cui è stata data anticipazione.
Complici
Ed evidenzia che le coppie che si svagano guardando un film d’amore o si consolano per la sconfitta della squadra del cuore, che creano insomma una complicità fatta di battute e ironia, hanno maggiori probabilità di andare lontano. Gli studiosi hanno analizzato 39 studi con oltre 150.000 partecipanti per determinare quanto sia importante il buon umore in una relazione romantica. I risultati suggeriscono che “le coppie che creano umorismo” hanno più probabilità di durare. Attenzione però: l’ironia sulla nuova capigliatura della suocera o sulle sue capacità culinarie non vale, perché anzi potrebbe disturbare il partner. Apparirebbe divertente solo a uno dei partner. Meglio qualcosa di giocoso, di condiviso tra entrambi, e che magari riguarda abitudini all’interno della coppia.
Endorfine
Ridere, che lo si faccia in coppia o meno, è un toccasana anche per la salute. Sono molte le ricerche scientifiche che nel corso degli anni sono riuscite a stabilire una connessione tra la risata ed effetti benefici per l’organismo. Stando agli addetti ai lavori, infatti, una buona risata non solo stimola le endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che aiutano a sentirsi bene, ma riduce gli ormoni dello stress nel corpo, aiutandolo a distendersi e a rilassarsi. Inoltre aumentando il flusso sanguigno, è un potente alleato nella lotta contro le malattie cardiache. C’è di più. Ridere stimola il sonno, mantiene giovani, è un esercizio fisico per i muscoli facciali, l’addome e il diaframma. Incoraggia la creatività e rende più attraenti. Insomma, migliora e allunga la vita. Dunque, non perdiamo sprechiamo neanche un attimo, prendiamo la vita con un sorriso.
Farmaci da banco: entro fine mese costeranno quasi un euro in più
Economia sanitariaAumentano i prezzi dei farmaci da banco (di fascia C). I rincari in parte sono già scattati e in parte arriveranno entro febbraio. Si pagherà in media il 5,7% in più (meno di un euro a confezione) su quasi 800 diverse tipologie di medicinali: dagli antidolorifici agli ansiolitici, dai colliri alle pomate contro l’acne, fino ad antinfiammatori per i dolori muscolari. Sì tratta, quindi, dei cosiddetti farmaci da banco, acquistabili con ricetta, ma a carico completo dei cittadini.
Gli aumenti discendono dal comma 3, articolo 1, del decreto legge 87/2005 (il cosiddetto decreto Storace, dal nome dell’allora ministro della Salute), che permette alle aziende farmaceutiche di ritoccare verso l’alto – a cadenza soltanto biennale (il gennaio di ogni anno dispari) – i prezzi dei farmaci con obbligo di ricetta non rimborsati. Invece, ricorda Federfarma, «il prezzo al pubblico dei medicinali senza obbligo di ricetta è liberamente fissato da ciascuna farmacia o dagli esercizi commerciali abilitati».
In totale, tra generici e prodotti branded, sono poco più di 770 i farmaci interessati quest’anno dagli aumenti, per i quali il prezzo medio a confezione varierà da 15,58 a 16,47 euro. La differenza, dunque, sarà di 0,89 euro, che equivale a un aumento medio del 5,7% sui prezzi di due anni fa. È quanto emerge dai valori delle tabelle diffuse da Federfarma per comunicare alle farmacie associate i nuovi prezzi, analizzati da Pharmacy Scanner, settimanale online dedicato ai farmacisti.
Federfarma ha invitato le farmacie associate a verificare «le modifiche di prezzo già pervenute e quelle che perverranno entro la fine del mese corrente, anche per ridefinire le proprie politiche di vendita tenuto conto della possibilità di praticare sconti sul prezzo al pubblico di tali farmaci, come previsto dall’articolo 11, comma 8, della Legge 27/2012».
Alienazione da internet, un fenomeno in crescita
PsicologiaIn questi giorni si è molto discusso di un caso che si potrebbe definire “ai confini della realtà”, che ci deve mettere in guardia da un fenomeno di alienazione che da noi è ancora poco noto, ma ben conosciuto in Giappone sotto il nome di Hikikomori. La cronaca, riportata in prima battuta dalla Gazzetta del Mezzogiorno, è quella di famiglia rimasta per due anni e mezzo chiusa in casa, in uno stato di alienazione totale dalla realtà, perché soggiogata dal web, per il quale aveva sviluppato una dipendenza patologica. L’unica a uscire era la figlia di 9 anni per andare a scuola e comprare qualcosa da mangiare alla famiglia che, oramai, si nutriva solo di merendine, biscotti e caramelle. Secondo quanto riferito dal quotidiano, il nucleo famigliare era composto dai giovani genitori, la madre di 43 anni e il padre di 40, e da due piccoli figli, un ragazzo di 15 anni e una bambina di 9. Il 15enne, che aveva abbandonato gli studi, ha anche rischiato di restare vittima del “Blue Whale”, la trappola social che spinge gli adolescenti al suicidio. A far scoprire il caso della famiglia che aveva tagliato i ponti col mondo reale, sono state le condizioni in cui si presentava a scuola la bambina: la trascuratezza e la scarsa igiene hanno insospettito gli insegnanti che hanno allertato i servizi sociali.
Non solo web
Il fenomeno chiamato in Giappone Hikikomori in Italia è sconosciuto, quasi “invisibile” come i soggetti che ne soffrono. “Hikikomori”, in giapponese significa “stare in disparte” e colpisce più adolescenti (anche italiani) di quanto si possa immaginare. Non li vediamo perché la loro vita si svolge interamente in una stanza: la loro camera da letto. Si rifiutano di uscire, di vedere gente e di avere rapporti sociali. In quella stanza leggono, disegnano, dormono, giocano con i videogiochi e navigano su Internet. In pratica proteggono loro stessi dal giudizio del mondo esterno. Secondo gli esperto chi attribuisce la colpa del disagio solo alle nuove tecnologie sbaglia di grosso. Le cause sono molteplici e il fenomeno è sorto prima dell’avvento del Pc. Di noto c’è che l’isolamento può durare alcuni mesi o anni, ma una cosa, sostengono gli esperti, è certa: non si risolve mai spontaneamente.
Videogame
Benché il fenomeno di isolamento dalla realtà esistesse ben prima dell’avvento di videogiochi e personal computer, è chiaro che trascorrere troppo tempo davanti ad uno schermo non aiuta. Anzi, si rischia l’alienazione. Un “abuso” di videogiochi tende a creare una dipendenza e a plagiare la mente dei videogiocatori rendendoli insensibili alla realtà e spesso incapaci di distinguere la realtà dal gioco, causando una sorta di alienazione dal mondo circostante che può sfociare o in un totale isolamento dell’individuo o, al contrario, in una trasposizione del gioco nella realtà con atti inconsulti. Poi ci sono i comportamenti violenti. Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che i giochi violenti nei quali si simulano sparatorie, corse ad alta velocità, atti violenti sono potenzialmente dannosi per la psiche dei giovani, provocando aggressività e comportamenti intolleranti. Insomma, senza demonizzare il mondo virtuale, l’importante è stare sempre ben piantati in quello reale.
Blue Monday. È il giorno più triste, ma quest’anno coincide giornata degli abbracci
News PresaIl Blue Monday cade oggi, il terzo lunedì di gennaio. Che si creda o no, questa data è associata al giorno più triste dell’anno. A coniare l’espressione ‘Blue Monday’ è stato nel 2005 Cliff Arnall, uno psicologo, life coach e consulente inglese, che ha inventato un’equazione per calcolare quale fosse il giorno più deprimente dell’anno, basandosi sul comune, e comprensibile, senso di tristezza e malinconia che ci coglie in questo particolare periodo, dopo la lunga pausa delle festività natalizie.
D’altronde, secondo una recente ricerca, “Vita ed Energia: i bioritmi degli italiani”, condotta da Astra Ricerche e promossa da Almond Board of California, l’inverno è la stagione in cui gli italiani si sentono più scarichi, con meno di uno su cinque che dichiara di sentirsi al top delle energie in questo periodo dell’anno e un 44% che viaggia con le batterie cariche per metà o anche meno.
Il Blue Monday
Lo psicologo dell’Università di Cardiff, ha formulato la data prendendo in considerazione una serie di variabili, tra cui il meteo, i sensi di colpa per le eccessive spese del periodo natalizio, i chili accumulati durante i cenoni, la difficoltà di arrivare al prossimo stipendio, il calo di motivazione dopo le festività e la difficoltà a riprendere a pieno regime. In alcuni Paesi, questa ricorrenza, viene presa molto sul serio: in Gran Bretagna ad esempio, si registra un considerevole aumento di assenze dal lavoro. Tuttavia, è importante fare una distinzione tra momento di tristezza e senso di depressione vera e propria. Quando il malessere è più profondo e continuo, è necessario rivolgersi a uno psicologo. Altrimenti, ci si può consolare in un abbraccio, quest’anno, infatti, il Blue Monday cade in concomitanza con la giornata degli abbracci, un motivo in più per farsi forza, stringendosi l’uno all’altro. Gli abbracci, è scientificamente provato, rilasciano ormoni salutari come l’ossitocina, riducono i livelli di stress percepiti e misurati oggettivamente (con la riduzione del principale ormone dello stress, il cortisolo), fanno bene alla salute cardiovascolare, difendono dalle infezioni e sono infine in grado di sprigionare emozioni positive. Inoltre, ci sono diversi accorgimenti che possono aiutare a recuperare il buon umore. Gli esperti suggeriscono di fare dell’attività fisica, uscire più spesso con gli amici e inserire nella dieta nutrienti che possono ridurre la stanchezza, come le mandorle che contengono niacina (vitamina B3), acido folico, ferro, riboflavina (vitamina B2) e magnesio; o uova e cereali integrali, che contengono sostanze che stimolano la produzione della serotonina, l’ormone del buonumore.