Tempo di lettura: 4 minutiI raggi ultravioletti producono effetti positivi sull’organismo, ma possono fare danni se ci si espone senza proteggersi. Le regole sono ormai risapute: evitare le ore più calde e non restarvi a lungo, applicare più volte una crema solare con un fattore di protezione superiore a 30, indossare occhiali, cappello maglietta e non esporre direttamente al sole neonati e bambini piccoli. Vanno tenuti sotto controllo i nei, sempre e non solo in estate. I consigli arrivano dall’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, in vista della stagione estiva.
I nei
Per i nei vale la regola dell’Abcde, dove A sta per asimmetria, B per bordi irregolari e frastagliati, C per colore della macchia molto scuro o con diverse gradazioni, D per dimensioni superiori a 6 mm o in aumento, E per evoluzione nell’aspetto di una macchia, come un neo che diventa da liscio a rugoso o che comincia a bruciare, prudere o sanguinare.
Airc spiega che l’esposizione ai raggi solari ha diversi effetti positivi sull’organismo: stimola infatti la produzione della vitamina D e ha un effetto benefico sull’umore. I raggi ultravioletti UVA e UVB, però, contribuiscono alla formazione dei tumori della pelle. In particolare raddoppia il rischio di sviluppare un melanoma cutaneo, uno dei principali tumori in giovane età: in Italia è il terzo più frequente sotto i 50 anni.
Nel 2017 si stima che in Italia 14.000 persone, 7.300 uomini e 6.700 donne, abbiano ricevuto una diagnosi di melanoma della cute. Purtroppo l’incidenza cresce ogni anno del 4,4% nella popolazione maschile e del 3% in quella femminile. La sopravvivenza a 5 anni, però, è pari all’86,8%, fino al 93,6% nei pazienti giovani (15-44 anni). Questo grazie ai progressi della ricerca. Nel solo 2018, Airc ha destinato oltre 2,6 milioni di euro per 34 progetti e borse di studio sui tumori della pelle.
L’umore
L’esposizione ai raggi solari ha anche un effetto positivo sull’umore, soprattutto in chi soffre di un disturbo affettivo stagionale, una forma di depressione innescata dai cambi di stagione.
Le componenti della luce solare
•Raggi infrarossi: hanno la capacità di riscaldare, ma proprio per questo possono dilatare i capillari e i vasi superficiali, favorendo la formazione di inestetismi cutanei come la couperose e facilitando o peggiorando le vene varicose delle gambe.
•Luce visibile: indispensabile per la vita sulla terra, può però favorire la degenerazione maculare della retina, prima causa di cecità negli anziani dei Paesi più sviluppati.
•Raggi ultravioletti UV-A: rappresentano il 99% circa delle radiazioni ultraviolette che raggiungono la superficie terrestre. Penetrano in profondità nella pelle, stimolando un’abbronzatura lenta e duratura, ma danneggiando le sue fibre elastiche: sono quindi i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo e della formazione di rughe.
•Raggi ultravioletti UV-B: catalizzano la produzione di vitamina D nella pelle, ma sono anche causa delle scottature solari: un’eccessiva esposizione a questi raggi è associata a diverse patologie tumorali, e non solo, della pelle e degli occhi.
I rischi del sole
Occhi
I raggi ultravioletti possono provocare in rari casi un carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva, ma più spesso favoriscono la cataratta, una degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a compromettere la vista e che, in certi casi, può portare anche alla cecità. Può svilupparsi anche uno pterigio, un ispessimento della congiuntiva che porta a opacizzazione della cornea o a una limitazione dei movimenti oculari. Non bisogna poi dimenticare che il melanoma si può sviluppare anche all’interno dell’occhio.
Labbra
In chi soffre di herpes labiale, un eccesso di raggi UV può favorire la riattivazione del disturbo.
Pelle
Un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti favorisce a breve termine l’insorgenza di scottature e a lungo andare la formazione di rughe e cheratosi, malattie croniche della pelle che in rare occasioni possono generare lesioni pretumorali.
•Dai melanociti, le cellule che producono il pigmento melanina che conferisce il colore alla pelle, può avere origine il melanoma, il più pericoloso dei tumori cutanei. La sua insorgenza può dipendere da esposizioni al sole intense e occasionali, che provocano scottature, soprattutto nell’infanzia. Diversamente dagli altri tipi di tumori della pelle, provocati quasi esclusivamente da una prolungata esposizione ai raggi solari, il melanoma dipende anche da altri fattori (come la predisposizione familiare, la pelle chiara o la presenza di molti nei).
•Dalle cellule basali dell’epidermide possono originare i tumori basocellulari, o basaliomi, frequenti come quelli a cellule squamose soprattutto in chi per ragioni professionali (contadini, pescatori eccetera), vive gran parte del tempo all’aria aperta, esposto in maniera continuativa all’azione dei raggi ultravioletti. Sono i più frequenti tumori della pelle, rappresentandone circa l’80% dei casi, ma hanno una crescita molto lenta e localizzata per cui è molto difficile che possano mettere in pericolo la vita prima di essere individuati e asportati chirurgicamente.
•Dalle cellule squamose dell’epidermide possono originare i tumori squamocellulari detti anche a cellule squamose o spinose, frequenti soprattutto in chi per ragioni professionali (contadini, pescatori, eccetera), vive gran parte del tempo all’aria aperta, esposto in maniera continuativa all’azione dei raggi ultravioletti. Sono tre volte più comuni dei melanomi, ma molto meno aggressivi, tanto che raramente mettono in pericolo la vita.
Bilanciare rischi e benefici
Trarre tutti i vantaggi derivanti dal sole evitandone i rischi è possibile. Lo si può fare scegliendo con buon senso tempi e modi dell’esposizione e proteggendosi in maniera adeguata, tenendo anche conto dell’età e del tipo di pelle di ognuno.
Non esistono infatti regole valide per tutti, in ogni luogo e in tutte le stagioni: ognuno, nelle diverse situazioni, dovrà trovare, eventualmente col consiglio del proprio medico o del pediatra, la propria misura per esporsi al sole in maniera equilibrata.
Un bambino con i capelli rossi e la pelle lentigginosa andrà protetto anche dal primo sole di primavera in città, ma anche un adulto con una pelle olivastra di tipo mediterraneo, se non sta attento, potrà scottarsi al sole dei Tropici.
Coppia in vacanza. I consigli dell’esperto per non litigare
PsicologiaPer lui le 5 regole da applicare in vacanza:
Nei: raggi UV raddoppiano rischi melanoma. Come difendersi
PrevenzioneI raggi ultravioletti producono effetti positivi sull’organismo, ma possono fare danni se ci si espone senza proteggersi. Le regole sono ormai risapute: evitare le ore più calde e non restarvi a lungo, applicare più volte una crema solare con un fattore di protezione superiore a 30, indossare occhiali, cappello maglietta e non esporre direttamente al sole neonati e bambini piccoli. Vanno tenuti sotto controllo i nei, sempre e non solo in estate. I consigli arrivano dall’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, in vista della stagione estiva.
I nei
Per i nei vale la regola dell’Abcde, dove A sta per asimmetria, B per bordi irregolari e frastagliati, C per colore della macchia molto scuro o con diverse gradazioni, D per dimensioni superiori a 6 mm o in aumento, E per evoluzione nell’aspetto di una macchia, come un neo che diventa da liscio a rugoso o che comincia a bruciare, prudere o sanguinare.
Airc spiega che l’esposizione ai raggi solari ha diversi effetti positivi sull’organismo: stimola infatti la produzione della vitamina D e ha un effetto benefico sull’umore. I raggi ultravioletti UVA e UVB, però, contribuiscono alla formazione dei tumori della pelle. In particolare raddoppia il rischio di sviluppare un melanoma cutaneo, uno dei principali tumori in giovane età: in Italia è il terzo più frequente sotto i 50 anni.
Nel 2017 si stima che in Italia 14.000 persone, 7.300 uomini e 6.700 donne, abbiano ricevuto una diagnosi di melanoma della cute. Purtroppo l’incidenza cresce ogni anno del 4,4% nella popolazione maschile e del 3% in quella femminile. La sopravvivenza a 5 anni, però, è pari all’86,8%, fino al 93,6% nei pazienti giovani (15-44 anni). Questo grazie ai progressi della ricerca. Nel solo 2018, Airc ha destinato oltre 2,6 milioni di euro per 34 progetti e borse di studio sui tumori della pelle.
L’umore
L’esposizione ai raggi solari ha anche un effetto positivo sull’umore, soprattutto in chi soffre di un disturbo affettivo stagionale, una forma di depressione innescata dai cambi di stagione.
Le componenti della luce solare
•Raggi infrarossi: hanno la capacità di riscaldare, ma proprio per questo possono dilatare i capillari e i vasi superficiali, favorendo la formazione di inestetismi cutanei come la couperose e facilitando o peggiorando le vene varicose delle gambe.
•Luce visibile: indispensabile per la vita sulla terra, può però favorire la degenerazione maculare della retina, prima causa di cecità negli anziani dei Paesi più sviluppati.
•Raggi ultravioletti UV-A: rappresentano il 99% circa delle radiazioni ultraviolette che raggiungono la superficie terrestre. Penetrano in profondità nella pelle, stimolando un’abbronzatura lenta e duratura, ma danneggiando le sue fibre elastiche: sono quindi i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo e della formazione di rughe.
•Raggi ultravioletti UV-B: catalizzano la produzione di vitamina D nella pelle, ma sono anche causa delle scottature solari: un’eccessiva esposizione a questi raggi è associata a diverse patologie tumorali, e non solo, della pelle e degli occhi.
I rischi del sole
Occhi
I raggi ultravioletti possono provocare in rari casi un carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva, ma più spesso favoriscono la cataratta, una degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a compromettere la vista e che, in certi casi, può portare anche alla cecità. Può svilupparsi anche uno pterigio, un ispessimento della congiuntiva che porta a opacizzazione della cornea o a una limitazione dei movimenti oculari. Non bisogna poi dimenticare che il melanoma si può sviluppare anche all’interno dell’occhio.
Labbra
In chi soffre di herpes labiale, un eccesso di raggi UV può favorire la riattivazione del disturbo.
Pelle
Un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti favorisce a breve termine l’insorgenza di scottature e a lungo andare la formazione di rughe e cheratosi, malattie croniche della pelle che in rare occasioni possono generare lesioni pretumorali.
•Dai melanociti, le cellule che producono il pigmento melanina che conferisce il colore alla pelle, può avere origine il melanoma, il più pericoloso dei tumori cutanei. La sua insorgenza può dipendere da esposizioni al sole intense e occasionali, che provocano scottature, soprattutto nell’infanzia. Diversamente dagli altri tipi di tumori della pelle, provocati quasi esclusivamente da una prolungata esposizione ai raggi solari, il melanoma dipende anche da altri fattori (come la predisposizione familiare, la pelle chiara o la presenza di molti nei).
•Dalle cellule basali dell’epidermide possono originare i tumori basocellulari, o basaliomi, frequenti come quelli a cellule squamose soprattutto in chi per ragioni professionali (contadini, pescatori eccetera), vive gran parte del tempo all’aria aperta, esposto in maniera continuativa all’azione dei raggi ultravioletti. Sono i più frequenti tumori della pelle, rappresentandone circa l’80% dei casi, ma hanno una crescita molto lenta e localizzata per cui è molto difficile che possano mettere in pericolo la vita prima di essere individuati e asportati chirurgicamente.
•Dalle cellule squamose dell’epidermide possono originare i tumori squamocellulari detti anche a cellule squamose o spinose, frequenti soprattutto in chi per ragioni professionali (contadini, pescatori, eccetera), vive gran parte del tempo all’aria aperta, esposto in maniera continuativa all’azione dei raggi ultravioletti. Sono tre volte più comuni dei melanomi, ma molto meno aggressivi, tanto che raramente mettono in pericolo la vita.
Bilanciare rischi e benefici
Trarre tutti i vantaggi derivanti dal sole evitandone i rischi è possibile. Lo si può fare scegliendo con buon senso tempi e modi dell’esposizione e proteggendosi in maniera adeguata, tenendo anche conto dell’età e del tipo di pelle di ognuno.
Non esistono infatti regole valide per tutti, in ogni luogo e in tutte le stagioni: ognuno, nelle diverse situazioni, dovrà trovare, eventualmente col consiglio del proprio medico o del pediatra, la propria misura per esporsi al sole in maniera equilibrata.
Un bambino con i capelli rossi e la pelle lentigginosa andrà protetto anche dal primo sole di primavera in città, ma anche un adulto con una pelle olivastra di tipo mediterraneo, se non sta attento, potrà scottarsi al sole dei Tropici.
Ansia da prova costume per 15milioni di italiani
AlimentazioneCosa può distruggere l’autostima di milioni di italiani? La prova costume. Stando ad un recente studio (www.inabottle.it) l’estate appena iniziata rischia di mandare in crisi 1 italiano su 4 (25%), quindi circa 15milioni di persone che non si sentono fisicamente pronti. E’ quello che gli esperti chiamano bikini blues, una sorta di tristezza derivata «dal vedersi imperfetti allo specchio o in pubblico. Lo studio ha preso in considerazione 3.000 italiani tra i 20 e i 55 anni, monitorando online i principali social network, blog, forum e community.
Cosa ci turba
Secondo l’indagine, col bikini blues possono sorgere anche apprensione (23%) e sconforto (21%) tali da far diventare addirittura nervosi, ansiosi e intrattabili (52%). Il girovita (68%) è la zona che desta più preoccupazione. «Nella società odierna – spiega Emanuela Napoli, psicologa dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma – è fortissimo l’investimento sul corpo. Non essere in grado di avvicinarsi a determinati standard può determinare un aumento della propria insoddisfazione e un sentimento di inadeguatezza. Lo scarto tra l’ideale corporeo e come si pensa di essere può infatti sfociare in uno stato di preoccupazione o di ansia che nel tempo può minare l’autostima».
Sport
Gli italiani, per tornare in forma, fanno attività fisica in casa o al parco (43%) e cercano di «consumare più acqua, frutta e verdura per purificarsi» (37%). Il 15% cerca poi di non consumare alcool e alimenti ipercalorici, mentre il 12% si impone «una dieta ferrea per perdere subito peso». Il modello però da seguire, conferma Luca Piretta, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva all’Università Campus Biomedico di Roma, «è la dieta mediterranea, preferendo acqua, cereali, frutta, verdura, legumi, frutta secca e olio d’oliva e poi in minor quantità pesce, formaggi e uova, e saltuariamente carne rossa. Bisogna bere 2 litri di acqua al giorno che possono diventare anche 3 se si fa molta attività fisica e a temperature elevate. Il problema della prova costume è che si fa sempre troppo tardi e quindi ci si affida a rimedi drastici e poco salutari. Per questo occorre pensarci già a Natale».
Abbronzatura perfetta? Il segreto è in ciò che mangiamo
AlimentazionePer un’abbronzatura da record non servono creme costosissime e oli miracolosi, il vero segreto è mangiare nel modo giusto. Il concetto è molto semplice, per fare in modo che la tintarella sia veramente perfetta il segreto è intervenire dall’interno, fornendo all’organismo ciò di cui ha bisogno per reagire al meglio ai raggi solari. Una premessa però è d’obbligo, il sole va preso sempre con intelligenza. E questo significa che non si deve esagerare e che vanno sempre e comunque usati dei filtri protettivi adeguati.
Carotenoidi
Quanto al colore della pelle, più o meno intenso, è legato a un più alto consumo di frutta e verdura, per via della presenza di composti colorati, i carotenoidi. Che si trovano nella frutta e nella verdura di colore giallo, rosso o arancione come la zucca, la carota, il cocomero, il peperone, il pomodoro, l’albicocca e il melone ma anche nel prezzemolo, nei cavoli e in altre verdure a foglia verde. E’ questo il risultato di uno lavoro dei ricercatori australiani dell’Università di Curtin pubblicato sul Journal of Nutrition and Intermediary Metabolism. Lo studio è stato condotto su uomini del fisiotipo caucasico. «Lo scopo del nostro studio era determinare se vi fosse un legame tra il consumo di frutta e verdura, l’assunzione di carotenoidi e il colore della pelle», ha detto Georgia Bixley, una delle ricercatrici dello studio. Grazie alla spettroscopia di riflettenza è stato possibile misurare il colore e l’intensità della luce riflessa sui pigmenti della pelle. Diverse aree del corpo tra cui la fronte, il bicipite, le mani e i piedi sugli uomini con pelle chiara sono le parti che meglio di altre hanno evidenziato la quantità di frutta e verdura mangiate ogni giorno.
Frutta
Per una bella abbronzatura, inoltre, importante il consumo di frutta. Il consumo è di mangiarne tanta, soprattutto melone, pesche, ananas e kiwi che contengono pigmenti che favoriscono la tintarella. Frutta e verdura sono anche ricchi di vitamina PP, importante perché ha una funzione anti-aging e di prevenzione dei tumori cutanei. Fondamentale è poi bere molta acqua, perché la giusta idratazione evita l’invecchiamento della pelle. Ultimo, ma importantissimo, consiglio: anche ai bambini è necessario controllare i nei, sin da quando sono molto piccoli. E, ovviamente, non tenerli al sole nelle ore più calde.
I cerotti colorati a cosa servono?
PrevenzioneSono ormai diffusi da tempo e capita di vederli anche addosso agli atleti durante le competizioni sportive. I cerotti colorati (Kinesio Taping) che si applicano su alcune zone del corpo secondo regole precise, aiutano ad alleviare i dolori.
Nonostante i colori sgargianti, non si tratta né di una moda, né di un vezzo da campioni, ma bensì di una tecnica fisioterapica. Il cerotto è come un massaggio continuo che supporta la micro circolazione (attraverso uno scambio di nutrienti e di trasporto di cellule tramite i capillari), stimola il drenaggio linfatico, riduce le aderenze dei muscoli fasciali e migliora anche la mobilità di muscoli e articolazioni. In pratica attraverso la stimolazione muscolare, il dolore si riduce.
Ma è una terapia efficace?
Anche se l’efficacia di questa tecnica non è supportata da un’importante evidenza scientifica (non esistono ancora numerosi studi sull’argomento), secondo molti esperti può essere considerata valida perché riesce ad agire a lungo termine. Non essendo un farmaco, e non avendo quindi particolari controindicazioni, il “tape” può essere applicato più volte per un periodo illimitato. Non basta però che i nastri siano colorati per ottenere il risultato sperato, occorre saperli intrecciare in maniera corretta. Ecco perché questo bendaggio va applicato da una persona specializzata.
I cerotti non sono invece indicati in presenza di allergie, ferite aperte o malattie della pelle, se si soffre di cattiva circolazione o dopo una lunga terapia di cortisone. Tra i problemi più comuni per cui si ricorre ai cerotti ci sono i dolori lungo le vertebre cervicali o dal collo alle spalle. Questi disturbi sono il sintomo di una scarsa mobilità della rachide cervicale. La causa è spesso legata a una postura sbagliata o ad alcuni sport praticati in modo scorretto.
Come si possono prevenire questi dolori?
Mantenendo una buona postura da seduti, avendo cura di mantenere la schiena dritta sulla sedia, specialmente se si fa un lavoro sedentario. Quando si pratica sport, invece, è necessario evitare squilibri muscolari.
La felicità aiuta a difendersi dal cancro
PrevenzioneLa felicità ci protegge dal cancro. Non basta un sorriso, ovviamente, a tenerci in salute, ma un atteggiamento positivo può avere effetti benefici a lungo termine. In altre parole, un sorriso (magari anche più di uno) ci allunga la vita. Che «la felicità e un atteggiamento positivo aiutano a difenderci dal cancro» lo dice anche David Khayat, capo del dipartimento di Oncologia medica dell’ospedale Pitié-Salpêtrière a Parigi e già presidente dell’Institute National du Cancer. «L’esperienza clinica avuta in 40 anni di carriera e attraverso migliaia di pazienti mi porta a non avere dubbi. Per questo inizio ogni giornata con dieci minuti di meditazione». Un invito esplicito a non sottovalutare il ruolo negativo svolto da tristezza, stress e ansia per la salute.
Stili di vitae non solo
Nella prevenzione dei tumori, sottolinea, «conta certamente l’alimentazione, l’esercizio fisico e l’eliminazione delle sigarette». Ma anche altri fattori. «E’ dimostrato anche che avere una buona attività sessuale riduce il cancro alla prostata, perché nello sperma sono contenute sostanze potenzialmente cancerogene. Fa male invece riposare oltre le 9 ore al giorno perché riduce l’attività motoria». Chi russa ha un rischio più alto di ammalarsi di tumore «perché in genere pesa di più e dorme peggio», e un rischio maggiore lo ha anche chi tende a farsi sopraffare da emozioni negative. «E’ difficile dimostrarlo attraverso studi scientifici, ma tra tutti i fattori anticancro la felicità è il primo, perché le endorfine prodotte dalle emozioni positive hanno effetto protettivo».
Meditazione
Di fatto, sottolinea, è «impossibile diventare felici con la bacchetta magica, ma evitare che i problemi prendano un peso eccessivo nella nostra vita è anche una questione di allenamento mentale». Per questo, conclude, «consiglio sempre di dedicare qualche minuto al giorno alla meditazione, per svuotare la testa, immaginare cose belle e produrre ormoni che fanno bene».
Lavoro di squadra parte con un caffè. Lo dice la scienza
Ricerca innovazioneIl caffè non è una semplice bevanda, ma è spesso un rito del risveglio mattutino, di socialità e di ricarica per il corpo. Ma oggi la scienza ha provato che il caffè è un incentivo per il lavoro di squadra.
Secondo gli scienziati dell’Università della California a Davis e della Ohio State University questa bevanda sembra dare il meglio di sé in team, rendendo tutti più vigili e quindi aiutando nella concentrazione. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Psychopharmacology.
I ricercatori hanno svolto una serie di due esperimenti su un campione di 72 studenti universitari. Ne è emerso che le persone davano giudizi più positivi sulle prestazioni del proprio gruppo in un compito – e sul loro personale contributo – se prima bevevano caffè con caffeina. Inoltre hanno dimostrato che si tende a parlare di più in un contesto di gruppo sotto l’influenza del caffè normale, più che bevendo invece quello decaffeinato.
Lo studio
Nel primo studio sono stati coinvolti gli studenti bevitori di caffè, che hanno partecipato all’esperimento senza averlo bevuto prima. È stato detto loro che avrebbero preso parte a una degustazione e sono stati divisi in cinque gruppi. Alcuni hanno bevuto il caffè e poi dopo 30 minuti hanno iniziato una discussione su un tema reputato difficile, mentre altri hanno degustato la bevanda solo alla fine. Il risultato è stato che coloro che bevevano il caffè prima della discussione valutavano se stessi e il proprio gruppo in maniera più positiva rispetto a chi lo aveva bevuto dopo la discussione.
Nel secondo esperimento invece è stato usato sia caffè con caffeina sia decaffeinato prima di iniziare la discussione. Anche in questo caso, chi aveva bevuto caffè con caffeina valutava se stesso e la propria squadra in maniera più positiva rispetto a chi aveva optato per il caffè decaffeinato.
Zanzare, ecco perché ci pungono
Ricerca innovazioneAl netto di qualsiasi rimedio, in estate il tema zanzare è un problema per tutti. Sentirle ronzare nelle orecchie durante la notte è quasi più fastidioso di grattarsi al mattino per le punture. Forse qualcuno avrà notato che da qualche anno questi insetti sono più aggressivi e fastidiosi del solito, la risposta arriva da uno studio dell’Università di Cincinnati, pubblicata sulla rivista Scientific Reports e dai cambiamenti climatici che ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Lo studio
Secondo i ricercatori le zanzare hanno più probabilità di pungere quando sono assetate. La disidratazione ha infatti un impatto significativo sul modo in cui si nutrono: in caso di sete, fino al 30 per cento di questi insetti femmina ricorre al sangue, rispetto a un normale 5-10%. Lo studio ha dimostrato che è necessario poco tempo perché le zanzare si disidratino abbastanza da cercare un “pasto” a base di sangue. Il team ha raccolto le zanzare che si nutrivano di sangue in due occasioni – un giorno dopo che aveva piovuto e un altro dopo un periodo di siccità – per vedere quali differenze fisiologiche si potessero rilevare nei due gruppi. È emerso che le zanzare disidratate avevano più probabilità di cercare un ‘pasto’ a base di sangue rispetto a quelle che non avevano sete. Il coautore dello studio Christopher Holmes aggiunge che sapendo come le zanzare reagiscono alla siccità, gli studiosi potrebbero prevedere meglio quando si verificherà un’epidemia. Le temperature in aumento a causa dei cambiamenti climatici potrebbero causare periodi di siccità più frequenti e più lunghi nelle aree in cui le zanzare rappresentano una minaccia per la salute umana secondo il team di ricerca. Si potrebbero osservare effetti sulle zanzare che probabilmente saranno esacerbati dalla crescente frequenza della siccità, aumentando la durata e la gravità.
Cambiamenti climatici
Perché tutto questo possa avere una correlazione con i cambiamenti climatici registrati negli ultimi anni è facile capirlo. Oggigiorno assistiamo anche in Europa ad una tropicalizzazione del clima. Sempre più di frequente i nostri territori sono soggetti a vere e proprie inondazioni seguite da lunghi periodi di siccità. Questo tipo di clima favorisce da un lato la schiusa delle uova di zanzara, e dall’altro crea quel fenomeno di disidratazione che porta gli insetti a cercare un pasto a base di sangue. Cosa fare? In realtà c’è ben poco che si possa fare per prevenire o risolvere il problema. L’unica soluzione è quella di difendersi con delle zanzariere o usare spray e creme repellenti.
Ferie estive. 5 consigli per avere il massimo dalla vacanza
News PresaDurante le vacanze cambiano ritmi e stile di vita. Per restare in forma, ecco un breve focus, con i consigli degli esperti.
Alimentazione. “Siamo ciò che mangiamo”. Con il caldo è meglio evitare pasti abbondati e scegliere piatti leggeri, ricchi di verdure fresche e frutta fresca di stagione, perché rilasciano acqua al nostro interno anche per ore dopo la prima digestione, contrastando gli effetti negativi delle alte temperature.
Esposizione solare. Per quanto riguarda la tintarella, è meglio quella di luna. Ma se proprio non si può fare a meno, allora è il caso di esporsi al sole diretto evitando le ore più calde, al fine di ottenere gli effetti benefici del sole ed eliminare quelli negativi. Sconsigliate invece le lampade artificiali. L’OMS ha chiarito che con le lampade solari si aumenta del 20%il rischio di carcinomi della pelle. Ad ogni modo, ad ogni esposizione vanno usati sempre schermi solari di alta qualità.
Sport. Il movimento è importante anche in vacanza. Chi non ama fare sport durante le ferie, può optare per le passeggiate che stimolano la circolazione sanguigna e aiutano a mantenere un buon equilibrio psico-fisico.
Medicinali. Inoltre, attenzione ai farmaci. L’ AIFA, Associazione Italiana del Farmaco, ha dato direttive chiare su come comportarsi. I farmaci, con le alte temperature e il trasporto, rischiano di perdere efficacia, qualità e sicurezza fino a diventare addirittura dannosi(sopratutto antibiotici, analgesici, insulina, adrenergici e sedativi). Se la temperatura di conservazione non è indicata nel foglietto illustrativo, la regola migliore è quella di conservarli al di sotto dei 25°C. Inoltre, in viaggio vanno protetti dall’esposizione diretta solare, utilizzando eventualmente un contenitore termico.
Patologie. Infine, attenzione anche alle terapie in corso: molte patologie,come ad esempio l’ipertensione arteriosa ed altre patologie cardiovascolari, possono subire sbalzi a causa delle caratteristiche ambientali di alcune località scelte per la villeggiatura: le temperature nelle località marine provocano un abbassamento della pressione corporea, mentre in montagna con il fresco tende ad aumentare: buona regola prima di partire è contattare il medico di base per fare eventuali aggiustamenti delle terapie abituali. Se si viaggia in aereo, inoltre, bisogna ricordare di portare con sé nel bagaglio a mano i farmaci salva vita.
Tecnostress, attenzione a cellulari e Pc
News PresaSi chiama tecnostress ed è una malattia alla quale siamo tutti esposti, anche se spesso ne sottovalutiamo gli effetti. Eppure a questa forma di stress «2.0»gli esperti hanno ricondotto tutta una serie di conseguenze che non possono essere sottovalutate. Per capire se c’è il rischio di essere vittime di questo tecnostress basta guardare ad alcuni parametri standard. Infatti, si «definisce tecnostressata la persona che sta al computer più di 4 ore al giorno, fa più di 20 telefonate e manda più di 20 sms o messaggi in chat», spiega Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore, IRCCS San Raffaele di Roma. «I sintomi – aggiunge – sono sostanzialmente tre: la sindrome da fatica informatica, ovvero un senso di grande stanchezza; l’insonnia e la depressione».
Donne e giovani
Come spesso accade, i più sensibili ai fattori ambientali sono i ragazzi e le donne. Guardando ai numeri di una recente indagine che ha indagato la presenza di stress nella popolazione, l’85% degli intervistati ha sofferto negli ultimi sei mesi di almeno un disturbo, mentre il 45% dichiara di averne avuti tre o più. E come detto. le donne e i giovani sono i più colpiti dai disturbi da stress, sia per incidenza sia per frequenza. Il mal di testa (46,2%) e la stanchezza (45,9%) risultano i disturbi più diffusi, seguono il mal di stomaco (26,9%), la tensione o il dolore muscolare (25,5%), l’insonnia (24,9%) e l’ansia o agitazione (23,4%). Mal di testa, stanchezza generale, mal di stomaco, insonnia e dolori muscolari sono solo alcuni dei disturbi legati allo stress che, stando allo studio che mette in relazione stili di vita e stress promosso da Assosalute (Associazione Nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica), colpisce quasi 9 italiani su 10.
Rimedi
Per capire come i cittadini cercano di mettersi al riparo dallo stress, i ricercatori hanno chiesto loro quali sono i rimedi più usati: il più diffuso è il riposo (lo sceglie il 52% degli italiani), seguito dal ricorso ai farmaci di automedicazione (27%) e dall’attenzione all’alimentazione (26%). Oltre alle cause comuni, magari legate al lavoro o a eventi particolari della vita familiare come un lutto. Ad di là di quelle che sono state le risposte, è accertato che praticare uno sport, soprattutto se all’aria aperta, può aiutare molto a liberarsi da stress e fatica accumulati durante il tran tran quotidiano. Anche discipline quali lo Yoga possono apportare benefici, l’importante è riuscire a dedicarsi almeno tre ore durante la settimana.