Tempo di lettura: 2 minuti«A nome mio, di mia moglie e di tutta la mia famiglia voglio ringraziare il personale dell’ospedale Capilupi di Capri che si è prodigato con cura facendo tutto il possibile per soccorrere mia figlia venerdì sera». Con un commuovente post su Facebook il papà della piccola Myriam ha voluto esprimere la propria gratitudine per lo sforzo che tutti hanno profuso per salvare la bimba e farla arrivare, nonostante le difficoltà, all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Ma andiamo con ordine, perché questa è una storia che merita di essere raccontata.
118 EMERGENZA
Tutto parte con una telefonata che il 118 di Napoli registra verso le 20.15. Dal Capilupi, ospedale dell’isola di Capri, viene richiesto un trasferimento d’urgenza di una paziente di 15 mesi, intubata e in preda a convulsioni febbrili. La Centrale Operativa del 118 di Napoli (diretta da Giuseppe Galano e sotto il controllo dell’ASL Napoli 1 Centro) trasmette immediatamente la richiesta all’idroambulanza, che però non può dare l’ok a causa del mare in tempesta. «Non è possibile muoversi in sicurezza con questo tempo», il messaggio di ritorno. Si cerca allora di avere l’ok dall’elicottero che fa base al Cardarelli. «Negativo, raffiche troppo forti per pensare di raggiungere l’isola».
PROTOCOLLO D’EMERGENZA
Nell’impossibilità di far muovere l’idroambulanza per il mare in tempesta o far decollare l’elicottero, la Centrale Operativa del 118 attiva il protocollo di soccorso che prevede, tramite la Prefettura, il coinvolgimento dell’aeronautica militare. Solo l’aeronautica, alla base di Pratica di Mare è infatti dotata di velivoli adatti al decollo anche in condizioni meteorologiche proibitive. Un protocollo da attivare come ultima risorsa, anche a causa dell’ovvia dilatazione dei tempi di soccorso. Si inizia a pianificare il volo, ma serviranno almeno due ore prima di completare la procedura e portare al sicuro la piccola.
PRONTI AL DECOLLO
A salvare la situazione e rompere ogni impasse alla fine è il comandate dell’elicottero del 118 di Napoli che opta per una scelta coraggiosa e di grande professionalità. In costante contatto con la Centrale Operativa del 118, è lui a trovare una finestra meteorologica possibile per eseguire il volo. Da terra arriva l’ok. I potenti fari della pista del Cardarelli si illuminano, i rotori iniziano a squarciare l’aria creando una nuova d’acqua attorno al velivolo. Il comandate si assume il rischio (benché calcolato sulla base di una grandissima esperienza) di decollare sfruttando pochi minuti di miglioramento metereologico. Massima potenza. La finestra temporale per arrivare dalla piccola Myriam è brevissima, ma tuttavia consente all’equipaggio di completare il trasporto e far arrivare la piccola al Santobono Pausilipon.
OLTRE OGNI OSTACOLO
Sono momenti di altissima tensione ma alla fine Myriam arriva sana e salva a destinazione e le sue condizioni migliorano. Una storia che resterà nei cuori di molti e che risuonerà col suo eco silenzioso in una manciata di bit, quelli che racchiudono su Facebook il grazie spontaneo e commosso di un papà. Un grazie indirizzato alla anche alla centrale operativa del 118, ma soprattutto al «comandante dell’elicottero che con grande coraggio e senso del dovere ha deciso di decollare (verso le 22.00) nonostante le condizioni meteorologiche (…) esistono ancora persone in grado di mettere la professionalità e il cuore al servizio degli altri».
In volo per la piccola Myriam, nonostante la tempesta
News Presa«A nome mio, di mia moglie e di tutta la mia famiglia voglio ringraziare il personale dell’ospedale Capilupi di Capri che si è prodigato con cura facendo tutto il possibile per soccorrere mia figlia venerdì sera». Con un commuovente post su Facebook il papà della piccola Myriam ha voluto esprimere la propria gratitudine per lo sforzo che tutti hanno profuso per salvare la bimba e farla arrivare, nonostante le difficoltà, all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Ma andiamo con ordine, perché questa è una storia che merita di essere raccontata.
118 EMERGENZA
Tutto parte con una telefonata che il 118 di Napoli registra verso le 20.15. Dal Capilupi, ospedale dell’isola di Capri, viene richiesto un trasferimento d’urgenza di una paziente di 15 mesi, intubata e in preda a convulsioni febbrili. La Centrale Operativa del 118 di Napoli (diretta da Giuseppe Galano e sotto il controllo dell’ASL Napoli 1 Centro) trasmette immediatamente la richiesta all’idroambulanza, che però non può dare l’ok a causa del mare in tempesta. «Non è possibile muoversi in sicurezza con questo tempo», il messaggio di ritorno. Si cerca allora di avere l’ok dall’elicottero che fa base al Cardarelli. «Negativo, raffiche troppo forti per pensare di raggiungere l’isola».
PROTOCOLLO D’EMERGENZA
Nell’impossibilità di far muovere l’idroambulanza per il mare in tempesta o far decollare l’elicottero, la Centrale Operativa del 118 attiva il protocollo di soccorso che prevede, tramite la Prefettura, il coinvolgimento dell’aeronautica militare. Solo l’aeronautica, alla base di Pratica di Mare è infatti dotata di velivoli adatti al decollo anche in condizioni meteorologiche proibitive. Un protocollo da attivare come ultima risorsa, anche a causa dell’ovvia dilatazione dei tempi di soccorso. Si inizia a pianificare il volo, ma serviranno almeno due ore prima di completare la procedura e portare al sicuro la piccola.
PRONTI AL DECOLLO
A salvare la situazione e rompere ogni impasse alla fine è il comandate dell’elicottero del 118 di Napoli che opta per una scelta coraggiosa e di grande professionalità. In costante contatto con la Centrale Operativa del 118, è lui a trovare una finestra meteorologica possibile per eseguire il volo. Da terra arriva l’ok. I potenti fari della pista del Cardarelli si illuminano, i rotori iniziano a squarciare l’aria creando una nuova d’acqua attorno al velivolo. Il comandate si assume il rischio (benché calcolato sulla base di una grandissima esperienza) di decollare sfruttando pochi minuti di miglioramento metereologico. Massima potenza. La finestra temporale per arrivare dalla piccola Myriam è brevissima, ma tuttavia consente all’equipaggio di completare il trasporto e far arrivare la piccola al Santobono Pausilipon.
OLTRE OGNI OSTACOLO
Sono momenti di altissima tensione ma alla fine Myriam arriva sana e salva a destinazione e le sue condizioni migliorano. Una storia che resterà nei cuori di molti e che risuonerà col suo eco silenzioso in una manciata di bit, quelli che racchiudono su Facebook il grazie spontaneo e commosso di un papà. Un grazie indirizzato alla anche alla centrale operativa del 118, ma soprattutto al «comandante dell’elicottero che con grande coraggio e senso del dovere ha deciso di decollare (verso le 22.00) nonostante le condizioni meteorologiche (…) esistono ancora persone in grado di mettere la professionalità e il cuore al servizio degli altri».
La “super tac” per la salute del cuore
Ricerca innovazioneELABORAIZONE COMPUTERIZZATA
SUPER TAC
App predice diagnosi agli occhi un anno prima. La scoperta
BambiniMedicina e salute si sono ormai fatte strada tra le App, con grandi potenzialità e qualche rischio. Oggi ci sono laboratori di ricerca che lavorano soltanto allo sviluppo di applicazioni per lo smartphone utili per la prevenzione, la diagnosi o la gestione delle malattie. Un esempio è quello dell’app CRADLE (ComputeR Assisted Detector of LEukocoria) che potrebbe aiutare i genitori a identificare precocemente alcune malattie dell’occhio del bambino, incluso il retinoblastoma, un tumore della retina tipico dell’infanzia.
App Cradle
Questa nuova App si basa sulla ricerca di un riflesso bianco (leucoria) che appare sulla pupilla in presenza di alcune patologie come retinoblastoma, cataratta o malattia di Coats (una malattia rara dovuta a uno sviluppo anomalo dei capillari della retina). A svilupparla sono stati dei ricercatori della Baylor University (Texas, USA) che hanno analizzato tramite l’applicazione oltre 50.000 foto scattate a 40 bambini nel corso della loro vita. A 20 di questi bambini era stata diagnosticata una patologia oculare caratterizzata da leucoria. L’ app si è rivelata in grado di riconoscere la leucoria nell’80 per cento dei bambini malati, attraverso foto scattate in media 1,3 anni prima della diagnosi. Si tratterebbe di una svolta importante per la prevenzione dello sviluppo della patologia, ma per ora è solo un prototipo. Tuttavia CRADLE potrebbe rivelarsi efficace per monitorare l’occhio del bambino durante la crescita. Dato l’elevato numero di foto scattate da familiari e amici in varie situazioni, risulta assai probabile che in qualche caso la luce cada sull’occhio nel modo giusto per evidenziare il riflesso bianco e permettere una diagnosi precoce della malattia.
Chili di troppo da piccoli aumentano rischio tumori da grandi
News PresaPiù a lungo persistono sovrappeso e obesità e maggiore è il rischio di ammalarsi dei tumori più affini a queste condizioni. La conferma arriva dai risultati di un nuovo studio che mostra come il rischio aumenti quando sovrappeso e obesità iniziano in età giovane. Era già stato provato che obesità e chili di troppo fossero fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori, ma ora un gruppo di ricercatori norvegesi ha scoperto che non conta solo l’eccesso di peso, ma anche quando e per quanto tempo i chili di troppo si accumulano. “L’obesità e il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore sono strettamente legati, ma ancora non è chiaro se questo rischio possa cambiare a seconda del momento in cui si instaura l’eccesso di peso e della durata del periodo trascorso in queste condizioni” spiega Tone Bjørge dell’Università di Bergen (Norvegia), dalle pagine della rivista International Journal of Epidemiology.
Chili in sovrappeso. La scoperta
Sono almeno 13 i tumori che si sviluppano più facilmente in caso di obesità, tra i quali il cancro a seno, colon-retto, ovaio, endometrio e rene. Nella loro ricerca, Bjørge e colleghi hanno studiato oltre 221.000 persone, in Austria, Norvegia e Svezia: sono stati monitorati peso e altezza tra il 1972 e il 2014. Dopo aver seguito i partecipanti per una media di 18 anni e aver consultato i registri oncologici dei diversi Paesi, i ricercatori hanno scoperto che il rischio di ammalarsi di uno dei tumori legati all’obesità è più alto quando questa condizione dura nel tempo. Se il sovrappeso giunge prima dei 40 anni la possibilità di sviluppare una neoplasia aumenta del 16 per cento negli uomini e del 15 per cento nelle donne, con picchi del 70 per cento per il tumore dell’endometrio, del 58 per cento per il carcinoma a cellule renali negli uomini e del 29 per cento per quello del colon, sempre negli uomini. “Questi dati indicano che è importante prevenire l’aumento di peso per ridurre il rischio di tumore” concludono i ricercatori.
Sovrappeso in età infantile
La prevenzione dei tumori inizia già da piccoli: si tratta di un dato importante visto il continuo aumento dell’obesità infantile in molti Paesi, inclusa l’Italia, che resta ai primi posti tra i Paesi in Europa per i tassi di obesità nei bambini. Secondo i dati dell’iniziativa European Childhood Obesity Surveillance Initiative (Cosi) dell’Organizzazione mondiale della sanità, in Italia sono in sovrappeso il 42 per cento circa dei bambini (21 per cento obesi) e il 38 per cento delle bambine (14 per cento obese).
Jorit cambia il volto del Santa Maria delle Grazie
News PresaDue giganteschi murales sono comparsi all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, le opere di oltre 7 metri sono firmati dall’artista internazionale originario di Quarto di Napoli, Jorit e riproducono il volto di un madonna e la vetrata di una cattedrale spagnola. In una delle giornate di lavoro, Jorit ha avuto degli aiutanti di eccezione: alcuni ragazzi con diagnosi di autismo che frequentano il centro dell’ASL Napoli 2 Nord BlunAuti, l’unico centro di riabilitazione pubblico per pazienti con autismo presente in Campania. L’esperienza vissuta dai ragazzi rientra nel quadro dei progetti di integrazione e di indipendenza articolato da neuropsichiatri, terapisti, infermieri, operatori socio sanitari, psicologi, logopedisti. Parte dello staff del centro ha affiancato i ragazzi durante la realizzazione del murales.
NUOVA IDENTITA’
L’intervento di Jorit è stato di grande interesse per molto del personale che lavora al Santa Maria delle Grazie che negli ultimi anni il Santa Maria delle Grazie ha visto l’arrivo di molti giovani medici ed infermieri. «In molti amiamo Jorit – dice Giovanni Porta, medico del Pronto Soccorso – e siamo orgogliosi del fatto che lui abbia lavorato proprio sul nostro ospedale».[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=OJMJXuuW4tI[/youtube]E le sue parole si uniscono a quelle del direttore generale Antonio d’Amore «Crediamo che quest’opera sia “più straordinaria” di tutte le altre realizzate da Jorit perché è frutto di un momento di gioia condivisa con alcuni ragazzi del centro BlunAuti. Credo sia bellissimo che la nuova identità del Santa Maria delle Grazie sia anche un po’ il frutto dell’entusiasmo di questi ragazzi. Grazie a Jorit, a tutti gli operatori ed alle mamme e i papà che hanno compreso il valore di quest’esperienza straordinaria».
ANCHE AL CARDARELLI
Non è la prima volta che lo street artist presta la sua mano per abbellire (e dare nuovo significato) alla facciata di un ospedale. Molto apprezzato è stato anche il murales realizzato su una delle pareti dell’ospedale Cardarelli, dove Jorit ha ritratto proprio il volto di “don Antonio”. Un tocco di colore per un’opera d’arte che è anche un omaggio al grande lavoro profuso ogni giorno dai tanti medici e infermieri che si fanno in quattro per assistere al meglio la cittadinanza.
Numero Verde Gioco d’azzardo: in 2 anni 4580 chiamate, 8 su 10 uomini
News PresaLe chiamate sono arrivate soprattutto dal Lazio, dalla Lombardia e dalla Campania. In tutto sono state 4.580 le persone che si sono rivolte al Telefono Verde Nazionale per i problemi legati al Gioco d’Azzardo. Il numero è stato inaugurato il 02 ottobre 2017, presso il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Nei due anni a chiamare sono stati soprattutto uomini, l’81%, mentre i familiari dei giocatori sono per il 48% maschi e per il 52% femmine.
E’ stato soprattutto il Lazio la regione con il più alto numero di contatti (337), seguono Lombardia (250) e Campania (242). Più della metà degli utenti, il 54%, ha conosciuto il Telefono Verde grazie a internet, più di un terzo (il 38%) grazie a TV, radio e giornali. In misura minore negli stessi luoghi di gioco (2%). Nel decreto del 18 settembre 2018 del Ministero della Salute, infatti, si definisce che i tagliandi cartacei delle lotterie istantanee devono riportare tra le avvertenze anche la dicitura “Telefono Verde Nazionale 800 55 8822 per i disturbi legati al gioco d’azzardo” che deve essere visibile anche per le lotterie telematiche in una apposita finestra popup sull’interfaccia grafica.
Gioco d’azzardo, i numeri
Dal momento della sua attivazione, il Servizio ha gestito un picco di telefonate proprio in coincidenza dell’emanazione del DM 18 settembre 2018 (oltre 1000 telefonate nell’ultimo quadrimestre 2018). L’utenza ha raccolto tutti gli stakeholders coinvolti nella problematica ma i familiari e gli amici di giocatori (53%) e i giocatori (44%), sono risultati quelli maggiormente rappresentati.
Tra le motivazioni che hanno portato a rivolgersi al Telefono Verde quella più frequente è la richiesta di aiuto per smettere di giocare o far smettere di giocare un proprio caro (73%), la richiesta di informazioni sulle risorse territoriali dedicate alla cura del disturbo da gioco d’azzardo e al sostegno per le problematiche ad esso connesse (64%). In percentuali minori le richieste portate dall’utenza hanno riguardato anche una condizione di malessere (16%), il sostegno per il tentativo in corso di smettere di giocare e le informazioni sul Servizio (entrambi 10%) e problemi legati all’aspetto familiare o lavorativo (9%).
Le classi di età più rappresentate tra il gruppo utenza giocatori sono 36-45 anni (25,4%) e 46-55 anni (24%), e mentre i familiari sono maggiormente rappresentati nella classe di età 56-65 anni (21,7%) e a seguire 36-45 anni (20,7%) e 46-55 anni (20,5%).
A supporto di familiari e giocatori è presente una rete sul territorio di strutture per il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo. Quelle censite dall’ISS afferiscono al SSN (50%), a gruppi di Auto Mutuo Aiuto (31%), al privato sociale (14%), a gruppi con facilitatore, spesso operatore di salute, (4%).
Conneggs, il primo social su fertilità e tecniche PMA. La Sturtup italiana
Ricerca innovazioneNel nostro Paese una coppia su cinque ricorre a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) perché non riesce ad avere figli. Ma non sempre è un percorso facile e spesso è difficile parlarne con qualcuno. Da qui è nato Conneggs, un social network sulla fertilità ideato da Steffi Pohlig, 37enne tedesca che vive in Italia da 20 anni ed è madre di due bambini nati grazie a tecniche di Pma. Il social è stato sviluppato dalla startup romana Mabu e si presenta come uno strumento per non affrontare in solitudine un momento complesso della vita.
Nel 2017, secondo il Registro Nazionale PMA, sono state 78.366 le coppie italiane trattate con tecniche di procreazione assistita. L’ideatrice ha raccontato la sua esperienza di quando, non riuscendo ad avere figli, si è sentita sola perché il problema veniva sminuito dalle persone vicine. Per questo motivo ha scelto di creare uno spazio virtuale in cui le donne con problemi di infertilità possano parlarsi, ascoltarsi e confrontarsi, senza che il problema venga banalizzato. Le donne che soffrono di problemi di infertilità, dichiara Cecilia Mencacci, medico specialista in endocrinologia presso l’European Hospital di Roma, “vedono stravolta la loro vita e hanno assoluto bisogno di una condivisione con altre persone che come loro stanno vivendo o hanno già vissuto queste esperienze”. A Conneggs ci si può iscrivere gratuitamente sia scaricando l’app dall’App Store e da Google Play, sia registrandosi su www.conneggs.com. Dopo aver fatto la registrazione, le utenti hanno a disposizione un profilo anonimo e possono leggere tutti i post pubblicati su temi specifici, come il monitoraggio dell’ovulazione o inseminazione intrauterina. C’è poi la chat interna dove chiacchierare o i Calendar groups ai quali le utenti possono accedere inserendo la data di un inizio trattamento. Questo permette di iniziare un cammino insieme e condividere la propria esperienza, superando le paure o i dubbi.
Embrioni su misura, i test statunitensi
Ricerca innovazioneE’ giusto selezionare gli embrioni per scegliere quello che più ci piace? Il dilemma ha scatenato negli anni un feroce dibattito tra chi, convinto di offrire un futuro migliore al genere umano, sostiene di sì; e chi invece teme le implicazioni etiche e morali di questo comportamento. Il dibattito sembra essere quanto mai attuale ora che una start up statunitense, la Genomic Prediction, ha iniziato ad offrire un test genetico che permette di selezionare fra diversi embrioni quello a minor rischio di alcune malattie, ma che dà anche indicazioni sull’intelligenza e l’altezza probabili. Lo rivela la rivista del Mit, Technology Review, secondo cui l’analisi, che ha già suscitato critiche sia sul piano etico che scientifico, può essere fatta in 12 cliniche nel mondo, di cui sei in Usa.
LA SELEZIONE
L’analisi analizza il Dna dell’embrione confrontandolo con quello dei genitori per generare un ‘punteggio’ che indica la probabilità per 11 malattie, dal diabete ad alcuni tipi di tumore all’ipercolesterolemia. A questo aggiunge una misura dell’altezza e del quoziente intellettivo probabili, anche se viene segnalato alle famiglie solo se l’embrione risulta inferiore al secondo percentile, cioè è teoricamente così basso o poco intelligente da rientrare in una patologia.
GATTACA
Lo scenario, impossibile in Italia dove la legge permette la diagnosi preimpianto solo in presenza di malattie genetiche dei genitori, ricorda quello evocato dal film Gattaca del 1997, in cui sulla base di un punteggio del genere le persone venivano destinate a diverse mansioni più o meno qualificanti. Oltre che comportare forti problemi etici, racconta la rivista, secondo molti esperti questo tipo di test non dà informazioni affidabili. «E’ irresponsabile suggerire che la scienza è arrivata al punto in cui può efficacemente predire quale embrione scegliere per minimizzare il rischio di malattie – afferma ad esempio Graham Coop, genetista dell’università della California -. La scienza semplicemente non ci è ancora arrivata».
Medici di famiglia, la rivoluzione diagnostica
News PresaFavorevoli o contrari a dotare i medici di famiglia di strumenti diagnostici più efficaci? Prima di rispondere c’è una storia che arriva da uno di questi studi che vale la pena di essere ascoltata. La storia è quella di un uomo di Cannobio (Verbania) arrivato a visita dal medico di famiglia con sintomi preoccupanti (per il medico) ma sottovalutati (dal paziente stesso), “una fibrillazione atriale ad alta frequenza” racconterà il medico, che avrebbe potuto produrre di li a poco un Ictus. «Una storia a lieto fine e una grande soddisfazione – dice il medico Antonio Lillo – non avrei potuto fare altro che prescrivere un accertamento diagnostico se il mio studio non fosse tra quelli che stanno sperimentando il progetto FIMMG “studio medico 3.0”». Visti i sintomi, e avendo in studio le strumentazioni necessarie, Lillo ha invece sottoposto il paziente ad un Elettrocardiogramma scoprendo, con grande sorpresa del diretto interessato che intanto minimizzava il suo malessere, una grave fibrillazione atriale. Così, è stato immediato l’invio del paziente al pronto soccorso per le cure di secondo livello.
NON SOLO “RICETTE”
La storia che arriva da Cannobio può essere considerata un esempio dell’importanza della nuova dimensione verso la quale si sta indirizzando la Medicina di Famiglia, capace con il progetto pilota FIMMG di ampliare l’esperienza diagnostica di primo livello dei Medici di Famiglia nell’ottica di una migliore e più efficace gestione dei pazienti cronici, riducendo così gli accessi impropri al pronto soccorso e di secondo livello. Per il paziente salvato un bel colpo di fortuna, visto che il dottor Lillo ha avviato il progetto “studio medico 3.0” solo da poche settimane. Nonostante questo, tutto ha funzionato alla perfezione. «Si tratta di un caso sui generis – spiega Massimo Maggi, responsabile FIMMG del progetto – un’esperienza virtuosa che speriamo molto presto si possa realizzare sull’intero territorio. Questi strumenti sono di facile utilizzo e possono essere addirittura trasportati dal medico a domicilio dal paziente.
DIAGNOSTICA IN BAG
Insomma, si tratta di dare l’opportunità al Medici di Famiglia di avere una diagnostica “in office” e “in bag”, un pacchetto modulabile di strumenti diagnostici di primo livello che possano integrare la digitalizzazione e la telemedicina, a seconda delle esigenze del singolo professionista o della forma associativa, secondo la logica del micro-team professionale. Così si affrontano in maniera credibile ed efficace i temi della cronicità e della domiciliaria, con i quali già oggi e sempre più in futuro siamo chiamati a fare i conti». In questo senso diventa sempre più centrale il ruolo del Medico di Famiglia nella gestione dei PDTA e delle line guida. A sottolineare la valenza emblematica di quanto accaduto a Cannobio è anche il segretario generale FIMMG Silvestro Scotti. «Questa storia – dice – è evidentemente “l’effetto collaterale”, in senso positivo, generato dal progetto “studio medico 3.0”. Un paziente arrivato con una sintomatologia da lui stesso sottovalutata è stato salvato dalle complicanze di una fibrillazione atriale grave e forse dal rischio di un ictus grazie alla possibilità per il Medico di Famiglia di svolgere con semplicità un esame diagnostico di primo livello. Nel migliore dei casi, se così non fosse stato, il paziente sarebbe stato portato in pronto soccorso con ritardo. E se anche fosse sopravvissuto ad una delle possibili e frequenti complicanze di questa condizione di patologia e certamente la sua qualità di vita sarebbe molto cambiata». Al di là del risvolto umano, fornire ai Medici di Famiglia questi strumenti significa rendere più efficiente il sistema assistenziale e, cosa non secondaria, risparmiare potenzialmente in casi come questo i costi assistenziali di eventuali disabilità conseguenti a ritardo diagnostico e ad esiti delle complicanze. «Un caso – conclude Scotti – che che sottolinea l’importanza della decisione (adottata dal Governo con l’articolo 55 della legge di bilancio in discussione al Senato su iniziativa del ministro Speranza) di dotare i Medici di Medicina Generale di strumenti diagnostici che elevino la loro intensità assistenziale. Dunque una strada che oltre al miglioramento dell’assistenza al cittadino, potremmo dire in qualche caso salva la vita».
Ocse richiama l’Italia: ridurre eccessiva prescrizione di antibiotici
News PresaL’Ocse ha lanciato un appello al nostro Paese affinché riduca “l’eccessiva prescrizione di antibiotici”. I numeri del rapporto ‘Health at a glance‘ diffuso oggi, parlano chiaro: “la prescrizione di antibiotici attraverso i servizi territoriali è la seconda più alta fra i paesi Ocse, contribuendo potenzialmente a tassi più elevati di resistenza antimicrobica”. L’organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica ha dichiarato che serve “preparare il sistema sanitario per una popolazione in rapido invecchiamento”, anche in vista di possibili carenze future del personale sanitario. L’Italia è al quarto posto per aspettativa di vita (83 anni alla nascita), fra i paesi Ocse, nonostante la spesa sanitaria sia inferiore alla media. Pochi italiani muoiono prematuramente, con 143 decessi per 1000 persone per cause prevenibili, rispetto a una media Ocse di 208. Meno del 6% delle persone valuta la propria salute ‘non buona’, rispetto a una media Ocse dell’8,7%: è quanto emerge dall’ultimo rapporto ‘Health at a Glance’ pubblicato oggi a Parigi. “Gli italiani – prosegue l’organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica – hanno generalmente stili di vita sani. Il consumo di alcol è basso, e l’Italia ha la percentuale più bassa di ‘bevitori dipendenti’ nei paesi Ocse. Anche la percentuale di adulti in sovrappeso o obesi è relativamente bassa (46%, rispetto alla media Ocse del 56%). Tuttavia, la percentuale di bambini in sovrappeso è la seconda più alta nei paesi Ocse”. Infine c’è il dato sul fumo: un adulto su cinque fuma quotidianamente.