Tempo di lettura: 2 minutiL’Italia è tra i primi posti in Europa e undicesima nel mondo, per mortalità da polveri sottili. “I cambiamenti climatici stanno già danneggiando la salute dei bambini di tutto il mondo e minacciano conseguenze a lungo termine sulla loro vita, se niente cambierà. Ovvero se il mondo continuerà a seguire la rotta attuale senza perseguire l’obiettivo dell’Accordo sul Clima di Parigi, ratificato da tutti i paesi UE: mantenere dal 2015 al 2100 l’aumento medio della temperatura globale al di sotto di 2 ̊C, sotto cioè ai livelli della prima rivoluzione industriale (1861-1880)”. È questo il monito di Lancet. La salute umana passa attraverso la salute del pianeta e continuando su questa strada, i bambini saranno tra i più colpiti dalle malattie infettive: il 2018, infatti, è stato il secondo anno che climaticamente ha favorito la diffusione di batteri, causa di gran parte delle malattie diarroiche e delle infezioni da ferite a livello globale, si legge nel rapporto. Ma si tratta soltanto di una delle principali conseguenze di salute.
In tutto il Sud Europa, Italia inclusa, i cambiamenti climatici stanno causando un aumento degli eventi meteorologici estremi: ondate di calore, piogge intense, allagamenti costieri, siccità e rischio incendi, insieme ad una espansione di nuove specie di vettori di malattia. Se n’è discusso anche all’Istituto superiore di Sanità in una tavola rotonda dedicata alla riflessione sul rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change pubblicata su The Lancet, frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo – tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale, il University College di Londra e l’Università di Tsinghua – che ha analizzato 41 indicatori chiave, suggerendo quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
L’Italia, spiega Lancet, è anche un laboratorio straordinario, grazie alla sua posizione geografica e all’estrema eterogeneità meteo-climatica, per poter studiare e mettere a punto strategie e azioni capaci di mitigare e contrastare i cambiamenti climatici.
“Stiamo lavorando, tuttavia, perché tutto questo non ci trovi impreparati – ha dichiarato Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS – L’Italia, attraverso il SSN, sta già affrontando le nuove domande di salute conseguenti agli effetti del climate change, come ad esempio con il piano di prevenzione sul caldo, con la formazione del personale e con una informazione che renda il cittadino consapevole ed attento nell’affrontare le nuove sfide. In questo contesto l’ISS fa la sua parte, mettendo a servizio della collettività le sue competenze nel ricercare le evidenze scientifiche, nel monitorare i fenomeni, nel suggerire approcci sicuri e idonei a contrastare i numerosi rischi per la salute connessi ai cambiamenti climatici (dalle malattie infettive a quelle mentali, dalle conseguenze dell’inquinamento atmosferico e non alla sicurezza alimentare etc.) e, non ultimo, nel cercare di incrementare le capacità di adattamento”.
Medici di famiglia, in Campania una vera rivoluzione
News PresaUna vera e propria riforma del modello organizzativo della medicina territoriale, nata dall’esigenza di garantire una maggiore continuità assistenziale alla popolazione, prende le mosse da tre punti fondamentali illustrati oggi in conferenza stampa dalla FIMMG a Palazzo Alabardieri: la nuova organizzazione in Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali) degli studi dei medici di famiglia, l’implementazione del personale negli studi, e l’introduzione della diagnostica di primo livello. La prima novità, l’avvio delle Aft, consiste nel fatto che i medici di famiglia della Campania faranno parte di vere e proprie reti (una rete ogni 20 medici) che permetteranno la condivisione delle cartelle cliniche dei pazienti. Questo si tradurrà nella possibilità di garantire un servizio h12 (dalle 8 alle 20) alla cittadinanza. Un paziente iscritto con un determinato medico, infatti, nel momento in cui questi abbia terminato l’orario di lavoro, potrà rivolgersi ad un medico di famiglia facente parte della stessa aggregazione, il quale conoscerà già la sua situazione clinica grazie alla messa in rete della sua cartella. «Questa novità si inserisce nell’ottica di un progressivo abbandono di una visione ospedalocentrica della sanità – spiega Pina Tommasielli, referente Assistenza Sanitaria Territoriale della struttura commissariale Regione Campania – e in favore di una maggiore attenzione alla territorialità, per far fronte a una nuova esigenza di salute che riguarda sempre più la terza età e le cronicità. Anche per questo motivo, abbiamo chiesto di essere collegati anche con i medici di guardia medica, per coprire un range orario di assistenza più elevato possibile».
PERSONALE
La seconda novità, cruciale per l’ottimizzazione delle cure territoriali, riguarda l’implementazione del personale negli studi medici. Ogni medico di famiglia, infatti, si avvarrà di un collaboratore amministrativo di studio, mentre tre/quattro infermieri saranno in servizio a rotazione per ogni aggregazione. «Oggi, su 4mila medici di famiglia presenti in Campania, circa la metà ha già un collaboratore di studio. Si tratterà quindi di arruolarne altri duemila entro i prossimi tre anni – dichiara Tommasielli – con vantaggi non indifferenti, quindi, anche dal punto di vista occupazionale. Per far ciò, la Regione ha investito 3 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 7 milioni normalmente destinati al fondo per la medicina generale». Tra gli obiettivi di risultato si inseriscono come centrali le vaccinazioni e l’attività di prevenzione e screening. «E’ una riorganizzazione che ha tra i fini principali una capillarità funzionale relativa al territorio di riferimento – precisa Luigi Sparano, segretario FIMMG Napoli – ottimizzando la densità degli studi medici in una determinata area e permettendo una migliore presa in carico delle cronicità. La condivisione con gli altri studi della stessa rete e la presenza dei collaboratori sono fattori essenziali per la riuscita di questo intento». «Le aggregazioni di studi medici, così come la presenza di collaboratori e infermieri, sono già una realtà in parte del nostro sistema. La novità – dichiara Vincenzo Schiavo – consigliere dell’OMCeO Napoli – consiste nel portare queste aggregazioni e questa presenza di personale di supporto a coprire il 100% degli studi medici».
DIAGNOSTICA
Terzo e ultimo punto fondamentale, l’introduzione della diagnostica di primo livello negli studi dei medici di famiglia: dei 235 milioni stanziati dal Ministero della Salute, 23 milioni di euro saranno a disposizione della Regione Campania e saranno utilizzati per l’acquisto di queste attrezzature, che con tutta probabilità saranno: nevoscopi, elettrocardiografi digitali, ecografi e holter pressori, oltre agli spirometri già acquistati. “Questo comporterà – continua Sparano – un evidente vantaggio in termini di abbattimento delle liste d’attesa sulla diagnostica, con una grande fruibilità per il cittadino che potrà avvalersi di questi esami presso lo studio del medico di famiglia in modo completamente gratuito. Si tratta di esami diagnostici che, è bene sottolineare, il medico adeguatamente formato con un percorso ad hoc, effettuerà su pazienti già inseriti in un PDTA, ad esempio la spirometria su pazienti respiratori”.
Nel mondo 35% donne subisce forme di violenza. Il progetto dell’ISS
PsicologiaUn fenomeno “strutturale” quello della violenza di genere, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha definito un problema di salute globale e ha stimato che nel mondo il 35% delle donne subisce una qualche forma di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica da parte solitamente di partner, ex partner, familiari o comunque persona conosciuta. Le conseguenze di queste violenze possono perdurare per anni, coinvolgendo anche le persone che circondano la vittima (in primis i figli), compromettendone la salute fisica e mentale, la formazione scolastica, l’occupazione, nonché l’economia generale del Paese. In tale contesto è importante il Pronto Soccorso (PS) degli ospedali, in quanto rappresentano spesso il primo accesso della vittima ad una struttura sanitaria. Per questo il Ministero della Salute ha incaricato l’ISS, nello specifico l’Unità Operativa Ricerca psico-socio-sanitaria, Comunicazione, Formazione (UO RCF – Dipartimento Malattie Infettive) di condurre un Progetto di formazione per gli operatori sociosanitari dei PS impegnati in interventi di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza rivolti alle donne che subiscono violenza, in collaborazione con il Servizio Formazione (SF – Presidenza). Il percorso formativo a distanza (FAD), “Prevenzione e contrasto della violenza di genere attraverso l’attivazione delle reti territoriali”, condotto da entrambe le strutture dell’ISS, è indirizzato a tutti i professionisti dei PS, e sarà accessibile sulla piattaforma www.eduiss.it da oggi 29 gennaio fino a luglio 2020, impegnando oltre 640 PS collocati nelle Regioni e Province Autonome, con una stima di circa 20.000 operatori sociosanitari coinvolti.
Violenza di genere: un fenomeno diffuso
La violenza di genere è un fenomeno diffuso e con una pluralità di quadri clinici, è indispensabile, quindi, che ogni presidio ospedaliero dotato di PS formi/aggiorni i propri operatori e definisca i percorsi di accoglienza della donna maltrattata. “Non è sufficiente – ribadisce l’Iss – la sola competenza dei medici e degli infermieri nel riconoscimento dei segni d’allarme per identificare la violenza di genere, risulta altresì fondamentale creare un modello d’intervento coordinato, multidisciplinare, multi-professionale, inter-istituzionale che risponda in modo articolato e completo ai bisogni delle donne vittime di violenza. C’è necessità, in altre parole, di protezione fisica, di strutture d’accoglienza in emergenza, di aiuto sanitario, psicologico, legale, economico e di un accompagnamento in un nuovo progetto di vita che porti la donna a superare la violenza subita”.
Ambiente, i medici lanciano il progetto green
News PresaNon solo Greta Thumberg, l’attenzione per l’ambiente entra di prepotenza negli studi dei medici di medicina generale. Oggi il segretario generale della FIMMG, Silvestro Scotti, e il presidente e vice presidente della Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale METIS (rispettivamente Malek Mediati e Tommasa Maio) hanno incontrato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il viceministro della Salute con delega sull’Ambiente Pierpaolo Sileri. «Un incontro – dice il segretario generale FIMMG Silvestro Scotti – che ci ha impressionato positivamente, sia per l’attenzione che è stata riservata a questa nostra proposta, sia per celerità con cui il viceministro Sileri ha organizzato l’incontro sia per la disponibilità e la fattività con la quale il ministro Costa ha indirizzato questa nostra idea verso una bozza di intesa che molto presto potrà portare ad un vero e proprio protocollo tra Fimmg e i Ministeri».
SOSTENIBILITA’
La FIMMG intende farsi promotore di un progetto che coinvolga e stimoli l’impegno di tutti i medici di medicina generale ad introdurre e mantenere nel tempo comportamenti ecologicamente orientati e sostenibili, nella consapevolezza che ciascuno con il proprio operato quotidiano produce un impatto ambientale determinato dall’utilizzo di strutture, strumenti, materiali, nonché da comportamenti e consuetudini di scelte operate in ambito professionale. Il progetto, che ha come principali target i medici di medicina generale, ma inevitabilmente mira a ricadute anche con tutti i pazienti con cui i medici quotidianamente si confrontano, si pone quindi l’obiettivo principale di promuovere la consapevolezza del tema dell’emergenza ambientale, dell’impatto ambientale generato dalle proprie azioni nell’agire quotidiano in ambito professionale, della necessità e concreta possibilità di assumere comportamenti virtuosi ed ecosostenibili, ciascuno nel proprio ambiente professionale, al fine di contribuire concretamente alla salvaguardia del nostro pianeta.
ADESSO BASTA
«Con questo progetto – sottolinea Scotti – FIMMG coinvolge sul tema green i medici di famiglia e una fascia enorme di popolazione che, per ovvie ragioni anagrafiche, può avere difficoltà a riconoscersi nei modelli comunicativi di Greta Thunberg. Gli studi dei medici della medicina generale si candidano ad essere espressione di un coordinamento tra Ministero della Salute e ministero dell’Ambiente rispetto all’informazione sulle tematiche ambientali e la scelta di comportamenti (anche da parte dei medici) orientati alla sostenibilità. Tutto questo nella consapevolezza che curare l’ambiente significa anche curare la salute dei cittadini nostri assistiti e di noi stessi nell’interesse immediato e delle future generazioni». Il progetto di FIMMG e METIS proverà a conciliare le caratteristiche della medicina di famiglia e quindi di liberi professionisti convenzionati inoltre con il piano di investimenti del Green Deal europeo (EGDIP, European Green Deal Investment Plan) che a livello europeo mobiliterà risorse importanti in investimenti sostenibili nel corso del prossimo decennio. I dettagli del progetto “FIMMGreen” saranno illustrati domani, al termine della giornata conclusiva del tour FIMMG #adessobasta che si chiuderà con l’hashtag #adessoiniziamo, “.. e iniziamo a curare il mondo per curare i suoi abitanti” conclude Scotti.
Protesi d’anca creata in 3D: 70enne torna a camminare
News PresaSi tratta di una protesi d’anca realizzata su un modello costruito con stampanti 3D per una donna 70enne con un grave problema di mobilitazione asettica. La paziente che era già stata sottoposta ad altre operazioni chirurgiche è tornata a camminare, senza dolore e con una piena mobilità dell’anca. L’intervento innovativo è stato eseguito a ottobre all’ospedale Sant’Anna di Ferrara dall’equipe del professor Leo Massari, direttore della Clinica ortopedica dell’Università e dell’Unità operativa di Ortopedia dell’ospedale di Cona. L’operazione è arrivata a seguito di una serie di accertamenti clinici, tra cui una Tac che ha ricostruito anche a livello tridimensionale l’area dell’intervento, studiando in 3D l‘anatomia alterata.
Per realizzare il tutto, gli ortopedici e i radiologi dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara hanno lavorato in collaborazione con i bioingegneri di un’azienda specializzata friulana, la ‘Lima spa’. Insieme hanno realizzato le prime prove della protesi con stampanti in 3D. Dopo un confronto con il chirurgo, è stato preparato l’impianto definitivo in lega di titanio. Si tratta di una protesi ‘su misura’, necessaria per la paziente che aveva già subito diversi interventi e aveva una marcata mancanza ossea nel bacino. L’intervento è riuscito e la 70enne è già tornata a camminare. In futuro questo tipo di interventi diventeranno sempre più frequente, visto l’aumento di pazienti portatori di protesi articolari, in particolare ad anca e ginocchio.
Coronavirus cinese, è caccia alle mascherine
News PresaCon l’avanzata del coronavirus cinese e il clamore mediatico l’effetto psicosi sta portando centinaia di migliaia di persone ad acquistare mascherine per il viso, ormai sold out in varie farmacie e introvabili anche sui principali siti di e-commerce. Una richiesta tanto insistente che alcune farmacie hanno esposto cartelli con la scritta “mascherine esaurite”. Ma da Federfarma rassicurano: saranno presto di nuovo disponibili e non si registra una carenza di scorte nei magazzini dei rifornitori. A richiederle, spiega la responsabile Comunicazione di Federfarma Roma Laura Cesaroni, «sono soprattutto persone in partenza e dirette in aeroporto, oltre ai turisti. E’ scattata una sorta di psicosi, come già accadde ai tempi della Sars, quando andarono esauriti in breve tempo gli igienizzanti per le mani». Ad ogni modo, rassicura la responsabile Federfarma, «le mascherine dovrebbero tornare disponibili a breve, già nelle prossime ore. Ogni farmacia, infatti, si rifornisce almeno da tre o quattro depositi diversi che effettuano le consegne due volte al giorno. Ed è impossibile che i magazzini abbiano già esaurito le scorte». Dunque, conclude Cesaroni, «credo che la carenza possa magari essersi verificata in alcune farmacie maggiormente prese d’assalto anche, magari, per la loro ubicazione più centrale o vicina agli aeroporti, ma le mascherine ci sono e ritorneranno a breve disponibili nelle farmacie». Inizialmente le richieste – spiegano nelle farmacie – hanno riguardato i modelli più sofisticati, in particolare quelle con un piccolo filtro, ma per la carenza di disponibilità la scelta è caduta anche sulle altre più semplici.
UTILI O INUTILI
Questa crescente richiesta di mascherine protettive legate alla diffusione del coronavirus non si sposa al meglio con una considerazione che ormai è palese, sulla loro utilità gli esperti si dividono. In molti sostengono che i modelli che coprono naso e bocca possano fermare la trasmissione del coronavirus. Altrettanti però sono gli studi scientifici sull’efficacia delle mascherine nei quali si dimostra come i cittadini comuni, senza una preparazione specifica, non riescano ad usarle correttamente, compiendo errori che le rendono quasi del tutto inutili. Certamente indossare una mascherina può aiutare a prevenire la trasmissione mani-bocca: il virus si fa strada nell’organismo attraverso le mucose, e ognuno di noi si tocca la faccia in media 23 volte all’ora. Le maschere possono ridurre il rischio di contrarre l’infezione attraverso le particelle di saliva rilasciate ad ogni colpo di tosse, ma la protezione che offrono è solo parziale. La maggior parte delle maschere in vendita non è aderente sui lati e lascia spiragli scoperti.
CONTAGIO
Intanto, si attendono per la giornata di oggi (29 gennaio 2020) i risultati dei test effettuati su una coppia di sposini cinesi attualmente ricoverati in isolamento all’ospedale Cotugno di Napoli. Nella giornata di ieri a Palazzo Santa Lucia (Napoli) si è tenuta una riunione con tutti i direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere della Campania in stretto raccordo con il Ministero della Salute. Una riunione che è servita a fare il punto sulle misure messe in campo e i protocolli di sicurezza, ma anche a dare direttive chiare che possano evitare la psicosi.
«Per dare serenità ai nostri concittadini – si legge in una nota diffusa ieri sera – si comunica che è stata costituita una task force coordinata dal Cotugno, che rimane l’ospedale di riferimento per casi rilevanti e non banali. In ogni Asl e negli ospedali sono attive strutture in grado di verificare le condizioni reali del paziente.
Si invita la popolazione a incrementare le vaccinazioni antinfluenzali soprattutto in questo periodo in cui si rischia di determinare un allarme ingiustificato con affluenza immotivata e inutile nei Pronto Soccorso.
Ogni informazione sarà canalizzata a livello regionale e si invitano i cittadini ad attenersi a queste sole informazioni, d’intesa e in stretta collaborazione con il Ministero della Salute».
Igiene orale, bastano poche ore per rovinarsi la bocca
News PresaI bambini, ma a volte anche i più grandi, non hanno mai voglia di lavarsi i denti e dimenticano le buone regole di una corretta igiene orale. Eppure una distrazione di poche ore potrebbe causare carie e gengiviti. A quanto pare bastano 24 ore senza lavarsi i denti per mettere a rischio la propria salute orale, con potenziali conseguenze per tutto l’organismo. «I primi processi di calcificazione avvengono in 24 ore, quindi non dovrebbero mai passare più di 24 ore senza aver disgregato i batteri presenti in bocca», spiega Ugo Covani, direttore dell’Istituto Stomatologico Toscano (Ist), nel corso di una due giorni a Viareggio, con oltre 400 partecipanti, dedicata alla salute orale. L’ igiene orale è cruciale ed è importante eliminare quel substrato dove possano precipitare i sali di calcio, che creano le premesse per la formazione del tartaro e per la strutturazione di questi batteri che cominciano poi a innescare la gran parte delle patologie parodontali. In altri termini, bastano 24 ore senza lavarsi i denti per mettere a rischio la propria salute orale. In Italia non vi è ancora sufficiente attenzione per questo aspetto. Per colmare questa scarsa informazione serve prevenzione ed educazione verso i più giovani.
I DATI
Oggi circa l’80% delle persone sopra i 30 anni presenta una forma di disturbo gengivale. Ciò significa che 750 milioni di persone nel mondo soffrono di una patologia del cavo orale. I primi segni di disturbi gengivali includono rossore o gonfiore delle gengive, sanguinamento o comparsa di sangue dopo l’uso dello spazzolino, denti all’apparenza più lunghi e spazi più ampi tra i denti. La grande maggioranza delle patologie odontoiatriche sono infettive: la carie, le lesioni endodontiche, i granulomi, la malattia parodontale sono tutti problemi infettivi. Ne consegue che il controllo dei batteri è la chiave di volta per fare una seria prevenzione in campo odontoiatrico. Ecco perché per tenere in salute la bocca è bene farsi controllare due volte all’anno. Inoltre, per gli specialisti, è auspicabile lavarsi i denti almeno due volte al giorno. Come riscontrato dai professionisti del settore, l’igiene interdentale pulisce l’85% del cavo orale, mentre il semplice spazzolino solo il 60%.
Tifosi sfegatati sono a più alto rischio di infarto. Lo studio
Ricerca innovazioneTifare con passione la propria squadra del cuore fa sperimentare livelli di stress talmente alti da far impennare il rischio di infarto. Proprio così. I tifosi più costanti sono maggiormente a rischio. A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato sulla rivista Stress and Health, che ha testato la presenza di cortisolo, l’ormone dello stress, nella saliva dei tifosi durante tre partite dei Campionati del mondo Brasile 2014. In passato già altri studi avevano dimostrato un aumento degli attacchi di cuore tra i tifosi durante le partite più importanti. Nell’ultimo lavoro, i ricercatori dell’Università di Oxford hanno misurato i livelli di cortisolo nella saliva di 40 tifosi e tifose brasiliani prima, durante e dopo tre partite di Coppa del Mondo. Dai risultati è emerso che, soprattutto durante la storica sconfitta casalinga in semifinale contro la Germania (finita 7-1), i livelli di cortisolo sono schizzati alle stelle. Si tratta di un parametro molto pericoloso, perché collegato a un aumento della pressione arteriosa e affaticamento del cuore, soprattutto se già indebolito.
“Anche i sostenitori occasionali sperimentano lo stress, ma non così forte come in coloro che si identificano con la propria squadra”, spiega la ricercatrice Martha Newson. “Non sono state riscontrate invece – sottolinea – differenze nei livelli di stress tra uomini e donne, nonostante il pregiudizio secondo il quale gli uomini siano più legati alle loro squadre di calcio”. Lo studio si conclude con dei suggerimenti da adottare negli stadi per abbassare il rischio di eventi. Tra le misure da adottare consigliano di abbassare le luci e suonare musica rilassante dopo le partite. Inoltre i ricercatori suggeriscono ai club di offrire screening cardiaci o altre misure di salute ai tifosi più assidui.
Virus cinese, aumentano i contagi, un caso sospetto anche in Italia
News PresaIl virus cinese partito dalla città di Wuhan (Cina) ora fa paura. Ha già causato (secondo le stime ufficiali) 106 morti e i casi di contagio registrati sono stati quasi 1.300. Finora sono 30 le città e le province cinesi che hanno lanciato il “livello 1” d’allerta sul responso all’emergenza del coronavirus, mentre Hong Kong ha deciso il suo “livello più alto” di risposta alla crisi. Il virus, lo si apprende proprio in queste ore, è arrivato anche in Germania; il primo caso è stato rilevato nello stato sudorientale della Baviera. A rivelarlo è stato il Ministero della Salute bavarese, che ha subito provveduto a garantire cure mediche per l’uomo colpito dal virus e imporre l’isolamento. La buona notizia è che il paziente sarebbe “in buone condizioni mediche”, anche se non sono stati resi noti ulteriori dettagli sulla sua salute.
NIENTE SCUOLA
La Cina ha deciso il rinvio sine die dell’inizio del secondo semestre per scuole e università, negli sforzi per contenere l’epidemia del coronavirus di Wuhan. Il ministero dell’Educazione, con gli studenti nel pieno delle vacanze del Capodanno lunare, non ha fornito ulteriori dettagli. Le università e gli istituti scolastici sotto l’egida del ministero dell’Educazione devono rimandare l’apertura del semestre primaverile in modo adeguato, ha spiegato il ministero in una nota. Gli studenti che tornano dalle loro case dopo le celebrazioni del Capodanno lunare non devono rientrare nella loro istituzione senza un’apposita autorizzazione. Per quanto riguarda la data di riapertura di asili nido, scuole e istituti secondari, “dovrà essere determinata dalle autorità scolastiche locali” in accordo con il governo centrale.
L’ITALIA
Il nostro Paese ha attivato già da giorni una fittissima rete di controlli, soprattutto nei luoghi (aeroporti e porti) che per loro natura sono da ritenersi “sensibili. Nonostante questo, oggi si parla di un caso sospetto che riguarda una turista cinese di 53 anni, originaria della provincia dell’Hubei, è ricoverata da ieri all’ospedale San Jacopo di Pistoia. A rivelarlo è stata l’Asl Toscana Centro, con una nota ufficiale. La donna, che viaggiava con una comitiva di una ventina di turisti cinesi a bordo di un pullman diretto a Lucca, è svenuta e accusava una sintomatologia simile all’influenza con lieve rialzo febbrile. «Precauzionalmente il mezzo su cui viaggiava la signora – riferisce l’Asl -si è fermato nell’area di servizio di Serravalle Pistoiese della A11 ed è stata chiamata la centrale operativa 118 Empoli-Pistoia che ha soccorso la paziente trasferendola nel pronto soccorso di Pistoia, dove i sanitari hanno subito attivato le procedure previste dal protocollo ministeriale per questi casi». A preoccupare i medici e le autorità, va detto, in questo momento è più la psicosi che il virus stesso. Il rischio è che ci si fiondi in ospedale ai primi sintomi di una banale influenza, intasando i pronto soccorso.
Sistema immunitario in inverno: dieta, sonno e sport fattori chiave
News PresaIn inverno i malanni sono più frequenti. La buona notizia è che chi segue uno stilo di vita sano ed è in buona salute ha difese immunitarie efficaci in qualsiasi periodo dell’anno. Tuttavia si può fare qualcosa per aiutare il sistema immunitario a funzionare bene. «Un forte sistema immunitario è lo specchio del benessere generale, e viceversa: un sistema immunitario efficiente riesce a tenere lontani gli agenti infettivi», spiega il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica di Humanitas e docente all’Università di Milano. «Uno stile di vita sano, una dieta varia ed equilibrata, l’astensione dal fumo e lo sport, l’attività fisica regolare, aiutano il sistema immunitario a lavorare bene. Ma questi sono consigli validi tutto l’anno».
A questi alleati della salute ne va aggiunto un altro: «Il sonno. Riposare per bene, un sonno ristoratore e continuo sostiene l’efficienza del sistema immunitario», continua lo specialista.
Gli alimenti che aiutano il sistema immunitario
«Fra gli alimenti che sono stati indicati come capaci di modulare in modo positivo il sistema immunitario ci sono il cacao (cioccolato nero), alcuni zuccheri contenuti nel latte bovino (in cui troviamo sia gli oligosaccaridi che le immunoglobuline di tipo A, molecole coinvolte nella risposta immunitaria dell’organismo umano) e i probiotici che hanno anche un effetto anti-infiammatorio. Stesso effetto ha anche il consumo moderato di alcool. Attenzione però all’abuso cronico: questo, infatti, aumenta il rischio di infezioni virali e batteriche».
Il sistema immunitario cambia con le stagioni?
«È molto difficile valutare l’impatto delle stagioni sul sistema immunitario. Una stagione – spiega il professore – è caratterizzata da alcuni elementi che si possono misurare, come la temperatura o l’umidità. Ma una stagione è associata anche ad elementi più difficili da valutare come le interazioni personali. In inverno si passa più tempo insieme e dunque c’è una maggiore trasmissione di virus e agenti patogeni».
«È evidente, dunque, che nelle stagioni più fredde ci si ammala di più, è un dato epidemiologico. Così come è stato dimostrato da alcuni studi che in inverno si è meno resistenti all’influenza o che l’umidità influisce sulla risposta del sistema immunitario dopo la somministrazione di un vaccino. Tuttavia – conclude il professor Selmi – si tratta di gli studi molto parziali che non prendono in considerazione tutti gli elementi che possono influire sul funzionamento del sistema immunitario».
Lancet: Italia tra i paesi più a rischio per la salute dei bambini
News PresaL’Italia è tra i primi posti in Europa e undicesima nel mondo, per mortalità da polveri sottili. “I cambiamenti climatici stanno già danneggiando la salute dei bambini di tutto il mondo e minacciano conseguenze a lungo termine sulla loro vita, se niente cambierà. Ovvero se il mondo continuerà a seguire la rotta attuale senza perseguire l’obiettivo dell’Accordo sul Clima di Parigi, ratificato da tutti i paesi UE: mantenere dal 2015 al 2100 l’aumento medio della temperatura globale al di sotto di 2 ̊C, sotto cioè ai livelli della prima rivoluzione industriale (1861-1880)”. È questo il monito di Lancet. La salute umana passa attraverso la salute del pianeta e continuando su questa strada, i bambini saranno tra i più colpiti dalle malattie infettive: il 2018, infatti, è stato il secondo anno che climaticamente ha favorito la diffusione di batteri, causa di gran parte delle malattie diarroiche e delle infezioni da ferite a livello globale, si legge nel rapporto. Ma si tratta soltanto di una delle principali conseguenze di salute.
In tutto il Sud Europa, Italia inclusa, i cambiamenti climatici stanno causando un aumento degli eventi meteorologici estremi: ondate di calore, piogge intense, allagamenti costieri, siccità e rischio incendi, insieme ad una espansione di nuove specie di vettori di malattia. Se n’è discusso anche all’Istituto superiore di Sanità in una tavola rotonda dedicata alla riflessione sul rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change pubblicata su The Lancet, frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo – tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale, il University College di Londra e l’Università di Tsinghua – che ha analizzato 41 indicatori chiave, suggerendo quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
L’Italia, spiega Lancet, è anche un laboratorio straordinario, grazie alla sua posizione geografica e all’estrema eterogeneità meteo-climatica, per poter studiare e mettere a punto strategie e azioni capaci di mitigare e contrastare i cambiamenti climatici.
“Stiamo lavorando, tuttavia, perché tutto questo non ci trovi impreparati – ha dichiarato Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS – L’Italia, attraverso il SSN, sta già affrontando le nuove domande di salute conseguenti agli effetti del climate change, come ad esempio con il piano di prevenzione sul caldo, con la formazione del personale e con una informazione che renda il cittadino consapevole ed attento nell’affrontare le nuove sfide. In questo contesto l’ISS fa la sua parte, mettendo a servizio della collettività le sue competenze nel ricercare le evidenze scientifiche, nel monitorare i fenomeni, nel suggerire approcci sicuri e idonei a contrastare i numerosi rischi per la salute connessi ai cambiamenti climatici (dalle malattie infettive a quelle mentali, dalle conseguenze dell’inquinamento atmosferico e non alla sicurezza alimentare etc.) e, non ultimo, nel cercare di incrementare le capacità di adattamento”.