Tempo di lettura: 3 minutiNon è una malattia rara perché colpisce 1 donna su 10 nel mondo, eppure il tempo medio per arrivare alla diagnosi di endometriosi è in media di 8 anni. Una triste contraddizione, considerando che si parla di 8 lunghi anni passati a sopportare un dolore terribile e la sensazione di non essere ascoltati.
Per dare voce a quante soffrono di questa condizione, il marchio di benessere intimo
INTIMINA lancia a livello mondiale un
video realizzato con i racconti veri di donne con endometriosi, ma con i volti e le voci di bambine di 8 anni, gli stessi anni “utili” ad avere una diagnosi corretta.
UN PARALLELISMO PER RACCONTARE STORIE VERE
Provocatoria la scelta di INTIMINA nel coinvolgere bambine di 8 anni e fortemente voluta la riflessione che il
video vuole suscitare. È un chiaro parallelismo che mostra da un lato una bambina che cresce negli anni e ora frequenta la terza elementare e dall’altro una donna che negli stessi anni ha lottato per avere una diagnosi di endometriosi.
“Speriamo che questo film possa creare conversazioni sull’endometriosi e ispirare il cambiamento. Perché è inaccettabile che le persone debbano aspettare 8 anni solo per ricevere aiuto. Ed è importante ricordare – interviene Danela ZAGAR, Global Brand Manager di INTIMINA– che è solo una media: alcune persone aspettano molti più anni. Il fatto che la statistica di 8 anni non sia cambiata in oltre un decennio, è un’ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, che dobbiamo porre fine all’attesa per chi soffre di endometriosi”.
Endometriosi. Sono tante le storie di donne in Italia
Roberta, 39 anni
“Il mio calvario comincia con l’arrivo del primo ciclo mestruale: dolori insopportabili, nausea, vomito, non riuscivo ad alzarmi dal letto. Il ginecologo mi visita e mi dice che è tutta questione di testa, anzi al mio dolore all’inserimento dello speculum, mi risponde che sono esagerata e che lo usa per le ragazzine vergini. Mi prescrive la pillola per regolarizzare il ciclo, così accade e i dolori da insopportabili diventano sopportabili, per lo meno sto in piedi. Passano gli anni, mi sposo e provo ad avere un figlio, smetto di prendere la pillola, i dolori tornano più forti di prima e un figlio non arriva. Una sera stremata dai dolori vado in pronto soccorso e da lì comincia il mio calvario che è culminato con la diagnosi di endometriosi solo 5 anni fa. Poi 2 anni fa è arrivato (molto molto faticosamente) mio figlio Alessandro. Ora la malattia è tornata più aggressiva di prima e dovrò sottopormi a un’isterectomia. Ma ogni volta che guardo mio figlio so di aver vinto io”.
Un dolore che non va sottovalutato perché ritenuto “normale”
“Molto spesso il dolore mestruale viene sottovalutato nelle ragazze più giovani perchè si pensa debba essere normale. Dobbiamo smettere di pensare che se le nostre mamme o le nostre nonne avevano dolore durante il ciclo, anche noi dobbiamo sopportare. Potrebbe essere necessario più tempo per la diagnosi – spiega Manuela FARRIS, ginecologa – perché i sintomi non vengono presi in considerazione nella cerchia familiare o dal Medico di Medicina Generale. Se mi metto dalla parte del paziente, può anche essere scomodo fare il primo passo e parlare descrivere i sintomi oppure parlare del dolore durante il sesso. Le ragioni del ritardo sono di ampia portata, ma tuttavia è necessario intraprendere ogni possibile azione per ridurre i tempi di attesa per le donne che soffrono di endometriosi, e l’educazione e la consapevolezza sono fondamentali per impegnarsi affinché ciò accada”.
I consigli dell’esperta Manuela FARRIS
•DIARIO: tieni un diario del dolore e dei sintomi prima di vedere il tuo medico di medicina generale. In particolare, annota quando si verificano sintomi in relazione alle tue mestruazioni, se stanno peggiorando e come influenzano le tue attività quotidiane
•ECOGRAFIA: un’ecografia può aiutare a esplorare ulteriormente i sintomi e con questo esito, potrai discutere dei rischi e dei benefici dei farmaci e di un’operazione; può aiutarti a decidere cosa è giusto per te
•CALORE: prova a trattare i sintomi con semplici misure come calore, esercizio fisico delicato, sollievo dal dolore o farmaci ormonali
•DIETA: alcuni studi suggeriscono che bere molto alcol e mangiare molta carne rossa può aumentare alcuni dei sintomi dell’endometriosi. Gli integratori di olio di pesce e la vitamina B12 possono aiutare il dolore associato all’endometriosi. Anche uno stile di vita sano ed equilibrato con ritmi di sonno regolari può influenzare i sintomi.
•CONCEPIMENTO: se stai pensando di rimanere incinta e hai avuto la diagnosi di endometriosi, consulta presto un ginecologo. La maggior parte delle donne non ha problemi a concepire, ma vale la pena cercare presto l’aiuto di un esperto. Inizia a prendere integratori per la gravidanza tre mesi prima di voler concepire e assicurati di fare sesso regolarmente quando cerchi di concepire.
Medici e odontoiatri, più di 900 per il Giuramento di Ippocrate
News PresaPiù di 900 giovani, tra medici e odontoiatri, hanno preso parte questa mattina al Giuramento di Ippocrate che l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli e provincia ha organizzato al Teatro Augusteo. Una cerimonia che simbolicamente segna un nuovo passo verso la normalità, visto che quello di stamattina è stato il primo Giuramento di Ippocrate in presenza dopo lo stop imposto dal diffondersi del Covid. «Finalmente abbiamo potuto riproporre il Giuramento in presenza – ha sottolineato il presidente Bruno Zuccarelli – incontrando i tanti giovani che hanno già conosciuto la prima linea nella lotta al virus. Nessuno di loro si è tirato indietro in questa battaglia, anche per questo vogliamo ringraziare questi giovani medici che hanno dato prova di grande professionalità, impegno e affezione alla professione. Non possiamo perdere questi giovani, serve uno sforzo del Governo per fare in modo che possa esserci per tutti loro un percorso utile ad un inserimento immediato nel sistema sanitario». Quello di stamane è stato anche il primo Giuramento in presenza da quando è stato abolito l’esame di abilitazione alla professione, misura adottata per far fronte alle criticità imposte dal Covid e consentire la tenuta del Sistema sanitario nonostante il devastante impatto del virus nella prima ondata e non solo.
LE SCUOLE
Ad aprire la cerimonia, trasmessa in diretta streaming su Facebook, sono stati proprio due giovani in procinto di giurare: Beatrice Lama (Albo Medici) e Leopoldo Mauriello (Albo Odontoiatri). Un po’ come avviene nella tradizione anglosassone i salutatorians sono stati scelti sulla base di un percorso universitario particolarmente brillante. Tra le tante novità di quest’anno anche la partecipazione di più di 100 giovani studenti, provenienti dai licei Gian Battista Vico di Napoli e Niccolò Braucci di Casalnuovo, che hanno potuto assistere al giuramento e che forse un domani vorranno anche loro intraprendere la professione medica. «La professione – dice Sandra Frojo, presidente dell’Albo Odontoiatri – ci pone davanti molte sfide che dobbiamo cogliere. In primo luogo, garantire sostegno delle competenze professionali attraverso specifici interventi di formazione continua; dare attenzione ai processi di digitalizzazione e transizione ecologica con l’uso di strumenti e materiali biocompatibili per i nostri studi professionali; offrire pieno appoggio alla richiesta della riforma della Legge 189/2012 (la c.d. Legge Balduzzi) ai fini di comprendere nei ruoli dirigenziali del Servizio sanitario nazionale e nelle graduatorie della Medicina specialistica ambulatoriale anche gli Odontoiatri privi di diploma di specialità. Siamo ad un bivio, dobbiamo scegliere la strada giusta, ma dobbiamo anche cambiare passo. Andare più veloci avendo come stella polare le solide fondamenta etiche del nostro codice deontologico».
ONORE
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il governatore Vincenzo De Luca, il sindaco della Città Metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi, il prefetto Claudio Palomba e Mons. Francesco Beneduce, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Napoli. Presenti anche i presidenti delle Scuole di Specializzazione in Medicina Maria Triassi (Federico II) e Francesco Catapano (Università Vanvitelli), e in Odontoiatria Gilberto Sammartino (Federico II) e Felice Femiano delegato di Letizia Perillo (Università Vanvitelli). A leggere il testo del Giuramento di Ippocrate è stato Agostino Buonauro, Coordinatore dell’Area Giovani OMCeO. «Il Giuramento non è un semplice codice deontologico – spiega – incarna l’anima della nostra professione, racchiusa in quelle 360 parole che vengono pronunciate a voce alta, sottovoce o in silenzio da parte di tutti i giurandi. È un momento magico, un atto di fede professionale che impegna i giovani medici fino alla fine, non della professione, ma della vita: si rimane medici sempre. In questo momento storico serve tutta la forza, l’entusiasmo e l’empatia di questi giovani. Molti di loro hanno già dimostrato il loro valore lavorando nelle prime linee della difesa contro la pandemia. Un consiglio per tutti i giurandi: non inseguite guadagni facili, ma investite il vostro tempo in un’adeguata formazione professionale, il nostro sistema sanitario avrà bisogno di medici preparati».
Mieloma Multiplo: intervista alla Prof.ssa Petrucci
PodcastAlimentazione e COVID. Una giornata con i ricercatori
AlimentazioneAlimentazione e COVID è il tema della quarta giornata della nutrizione e in epoca di pandemia non poteva essere diverso. Un’occasione di approfondimento, organizzata dal CREA Alimenti e Nutrizione che si terrà online e aperta a tutti.
Tante le domande a cui i ricercatori risponderanno, facendo chiarezza sui luoghi comuni e la tanta disinformazione in circolazione su questo tema. Un’alimentazione corretta può aiutare a proteggerci nel decorso della malattia? Perché i soggetti obesi o affetti da malattie metaboliche sono più esposti alla forma grave mentre ragazzi e atleti lo sono molto meno? E come e quanto il lockdown e lo smart working hanno modificato la nostra dieta, il nostro stile di vita?
Il webinar è gratuito e aperto a tutti i cittadini. L’appuntamento è per lunedì 15 novembre 2021 dalle 9.30 alle 13.30. L’iscrizione può essere fatta al seguente link: https://www.clioedu.it/lagiornatadellanutrizione
Nella Giornata ci sarà uno spazio dedicato anche ad un’altra pandemia, quella delle fake-news. Gli studiosi CREA ne hanno raccolto un significativo campionario – basti pensare a quella che consiglia di “bere acqua calda perché il virus morirebbe sopra i 27 gradi” – che sarà vagliato e illustrato caso per caso.
In particolare, si parlerà di:
“La Giornata della Nutrizione, arrivata alla sua IV edizione, sta diventando una piacevole consuetudine – commenta Fausta Natella, ricercatrice CREA Alimenti e Nutrizione e ideatrice dell’evento – “E’ un modo per disseminare le nostre attività di ricerca in modo semplice, aprendo le porte, per ora solo virtualmente del nostro Ente”.
Violenza di genere, il Cardarelli di Napoli al fianco delle donne
News PresaIncontri e testimonianze per sensibilizzare la popolazione sulla violenza di genere, ma anche per parlare alle donne e trasmettere loro la forza di denunciare. Il Cardarelli di Napoli lancia un (H)-Open Week per celebrare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Dal 22 al 28 novembre, l’Azienda Ospedaliera partenopea, in collaborazione con Fondazione Onda, mette in campo diverse iniziative con l’obiettivo di supportare coloro che sono vittime di violenza e incoraggiarle a rompere il silenzio, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Il Cardarelli, al pari degli altri ospedali Bollini Rosa, offrirà gratuitamente alla popolazione femminile servizi informativi, in presenza e a distanza, consulenze e colloqui. L’iniziativa fa parte del progetto di sensibilizzazione “La violenza ha molti volti: nessuna maschera per combatterla”, campagna social promossa da Fondazione Onda che vede testimonial del mondo della cultura, dello spettacolo, della scienza, dell’innovazione e dello sport lanciare un messaggio chiaro e conciso contro la violenza contro le donne. violenza di genere
GLI INCONTRI
In particolare, al Cardarelli di Napoli, dal 22 al 24 novembre sarà possibile partecipare ad incontri che si svolgeranno presso il Padiglione X – Centro di Biotecnologie (dalle 9.00 alle 12.00), che vedono come referente dal dottoressa Fiorella Paladino (direttrice del Pronto Soccorso OBI del Cardarelli). I colloqui individuali e riservati, avranno l’obiettivo di individuare problemi relativi alla violenza di genere e fornire informazioni sulla modalità di presa in carico globale della vittima di violenza e di eventuali figli minori. Per prenotarsi basterà chiamare il numero 366-6139828 dalle 9.00 alle 17.00. È essenziale disporre del Green Pass e presentare l’esito negativo di un tampone fatto non oltre 48 ore precedenti l’incontro. Altro evento dedicato alla sensibilizzazione dei cittadini sarà quello in programma al Padiglione H, Aula Mediterraneo, dal titolo “Il Cardarelli con la popolazione contro la violenza di genere”, in programma per il 25 novembre 2021 dalle 9.00 alle 13.00. Anche in questo caso sarà necessario prenotarsi al numero 081-7474066 o inviare una mail a gesualda.laporta@aocardarelli.it. Per accedere sarà necessario il Green Pass e presentare l’esito negativo di un tampone fatto non oltre 48 ore precedenti l’incontro. L’evento è promosso dal Comitato Unico di Garanzia, che vede come presidente la dottoressa Gesualda La Porta e come vice presidente la dottoressa Maria Ludovica Genna, e mira a sensibilizzare la popolazione e fornire tutte le informazioni necessarie ad accedere al percorso antiviolenza, dal momento della presa in carico in pronto soccorso sino al contatto con le figure di riferimento sul territorio. «Quello della violenza contro le donne – spiega il direttore generale Giuseppe Longo – è un tema al quale da sempre prestiamo grandissima attenzione. Siamo ben consapevoli di quanto la pandemia, e le restrizioni messe in atto, abbiamo aggravato questa emergenza sociale. La nostra Azienda Ospedaliera è stata tra le prime a strutturare un percorso dedicato alle donne vittime di violenza, introducendo anche un referto psicologico».
LOCKDOWN
Secondo i dati dell’indagine ISTAT, le richieste di aiuto durante la pandemia sono molto aumentate: nel periodo di lockdown forzato si è verificato un notevole aumento di violenza domestica, le chiamate effettuate verso il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking hanno avuto un andamento crescente a partire da marzo 2020, arrivando a più di 15 mila a fine anno, con un aumento del 79,5 per cento rispetto al 2019. Sono stati registrati picchi di richieste di aiuto ad aprile 2020 con +176,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2019, e a maggio, +182,2 rispetto al 2019. La ricorrenza del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, rappresenta una data significativa poiché agisce sulle vittime come effetto motivazionale nella ricerca di un supporto esterno: nel 2020 le chiamate sono più che raddoppiate in quella singola data rispetto all’anno precedente arrivando a 147 contatti in un giorno, cioè +114,1 per cento rispetto al 2019. «L’obiettivo di questa iniziativa – sottolinea il direttore sanitario Giuseppe Russo – è avvicinare le donne alla rete di servizi antiviolenza che dispongono di percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno». Quest’anno Fondazione Onda vuole dare un aiuto attivo per proteggere e aiutare le donne in difficoltà. I servizi offerti sono consultabili sul sito www.bollinirosa.it dove sarà possibile visualizzare l’elenco dei centri aderenti con indicazioni di date, orari e modalità di prenotazione. Per accedere al motore di ricerca basta cliccare sul banner “Consulta i servizi offerti” posto in Home Page. L’iniziativa gode del patrocinio di Camera dei Deputati, CNR, Fondazione Libellula, Donne per strada ed è resa possibile anche grazie al contributo incondizionato di Aurobindo, Boehringer Ingelheim Italia e Korian. violenza di genere
Per maggiori informazioni cliccare qui
Influenza: incidenza doppia. Bimbi under 5 i più colpiti
PrevenzioneUna brusca partenza quella della curva delle sindromi simil-influenzali in Italia in cui, nella 44° settimana del 2021, si registra un’incidenza pari a 3,5 casi per mille assistiti. Si tratta di un’incidenza doppia rispetto alla stagione 2019/2020. Ad essere colpiti maggiormente sono i bambini al di sotto dei cinque anni di età in cui si osserva un’incidenza pari a 15,8 casi per mille assistiti. Tra le Regioni che hanno attivato la sorveglianza, Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna registrano un livello di incidenza dell’ influenza sopra la soglia basale. Sono invece nove le regioni (Val d’Aosta, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna) che non hanno ancora attivato la sorveglianza InfluNet.
In Europa
Per la stagione 2021-2022 lo European Centre for Disease Prevention and Control (l’agenzia dell’Unione Europea dedicata alla prevenzione e al controllo delle malattie) in una nota osserva che sebbene il numeri di casi di influenza rilevati nella maggior parte dei paesi europei sia ancora basso, la circolazione registrata in Croazia sia sopra la soglia stagionale che è incredibilmente precoce. Il sottotipo maggiormente riportato finora nei paesi europei è A(H3N2), particolarmente aggressivo nei confronti degli anziani. Secondo l’ECDC si tratta di un segnale da non sottovalutare, perché sebbene iniziale, potrebbe suggerire che il picco influenzale potrebbe arrivare in anticipo rispetto ai tempi attesi.
Influenza: cos’è e come proteggersi
L’influenza colpisce circa un miliardo di persone al mondo ogni anno ed è una delle poche malattie infettive che possono essere contratte più volte nel corso della vita, a prescindere dall’età, dallo stile di vita e dal luogo in cui si vive. I principali virus responsabili dell’influenza nell’uomo sono di due tipi: A e B. Oltre alle misure di igiene che prevengono la diffusione del virus SARS-CoV-2 responsabile di COVID-19, e che sono efficaci anche per la prevenzione dell’influenza e delle forme simil-influenzali, è fondamentale la vaccinazione, soprattutto in alcune fasce di popolazione più vulnerabili.
Chirurgia pediatrica, in campo i supereroi
News PresaUmanizzare i percorsi di cura puntando comfort e riduzione dello stress, meno tensione nell’attesa e un’accoglienza a misura di bambino. È questo il progetto messo in campo dalla Chirurgia Pediatrica del Policlinico Federico II, guidata dal professor Ciro Esposito. Grazie al supporto di un gruppo di genitori benefattori, coordinati da Lucia Ciuccio e da Pasquale Ferrante, insieme all’artista Dave_labs, alla ditta Sorrentino ed Arte Saulino, che hanno donato una sala di attesa multimediale, l’accesso alla chirurgia pediatrica della Federico II ha inaugurato un’esperienza davvero unica. Si parte da un grande murales con i personaggi del film “Il Re Leone”, un’area attrezzata con divani, poltrone e smart TV da 40 pollici per i genitori in attesa e due percorsi diversi di accesso alla sala operatoria per i pazienti, in base all’età. Ai più piccoli è destinata una speciale “autostrada” con due automobili telecomandate che permettono l’ingresso al blocco operatorio, per i più grandi, invece, accompagnati da super eroi cartonati in dimensione reale si apre la straordinaria opportunità della realtà virtuale. «La tecnologia video utilizzata nella nostra sala permette di mettere a loro agio anche i pazienti in età adolescenziale sottoposti ad interventi in anestesia locale»,sottolinea il professor Ciro Esposito. «Ricordo un ragazzo di 14 anni operato per una fistola pilonidale che chiese di vedere tutti i filmati delle partite del Napoli relative alla vittoria dello scudetto 1987. Alla fine della giornata operatoria, mi riferì di non essersi preoccupato dell’intervento e di essersi divertito. Il percorso di umanizzazione riduce lo stress pre-operatorio per pazienti e genitori e le nuove tecnologie ci consentono di effettuare interventi di alta precisione, garantendo sicurezza e tempestività per pazienti ed operatori. Desidero ringraziare il Direttore Generale Anna Iervolino per il continuo supporto nello sviluppo delle nuove tecnologie applicate alle cure dei piccoli pazienti».
PUNTO DI RIFERIMENTO
Nelle prossime settimane, sulla rivista americana JLAST sarà pubblicato un lavoro focalizzato sull’impatto della realtà virtuale nella riduzione dello stress preoperatorio nei pazienti pediatrici del Policlinico Federico II, frutto della collaborazione tra Direzione generale, Direzione sanitaria e UOC di Chirurgia Pediatrica. «L’umanizzazione dei percorsi di cura per i piccoli pazienti e l’introduzione di innovazioni tecnologiche a vantaggio della qualità degli interventi e di una migliore modalità di accoglienza e accesso alle cure – dice Anna Iervolino, Direttore Generale dell’AOU Federico II – è un nostro obiettivo prioritario. Stiamo proseguendo nell’attivazione di percorsi dedicati e nell’investimento in nuove tecnologie per garantire ai pazienti della Regione Campania livelli assistenziali con standard internazionali». Innovazione e umanizzazione che viaggiano di pari passo, un binomio fortemente apprezzato dalla Società Europea di Chirurgia Pediatrica (ESPES), il cui Presidente Juan Carlos De Augustin Asensio dell’Università di Madrid, ospite alla Federico II negli scorsi giorni, ha espresso il suo apprezzamento identificando la Chirurgia Pediatrica federiciana quale centro pilota in Europa per la presenza di un percorso di umanizzazione efficace ed innovativo. Un’innovazione che inizia nel percorso di accesso e prosegue nella sala operatoria. Dotata di cinque schermi video montati su bracci snodabili e due monitor addizionali touch screen che consentono di controllare tutte le attività e le connessioni delle varie telecamere (laparoscopica, scialitica e ambientale), la sala operatoria della chirurgia pediatrica permette alle equipe di avere una perfetta visione per qualsiasi tipo di intervento chirurgico e di offrire una didattica d’avanguardia, la sala è infatti collegata con un’aula convegni multimediale dove gli specializzandi possono vedere in tempo reale gli interventi.
Azzurri al completo e CT Mancini in ospedale per incontrare i bambini
BambiniLa formazione degli Azzurri al completo, con il CT Roberto Mancini e il presidente FIGC Gabriele Gravina, ieri pomeriggio ha incontrato i bambini e i ragazzi ricoverati nell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Uno scambio di doni e poi il giro nei reparti per regalare un sorriso ai piccoli tifosi della Nazionale di calcio. Un “tour” che ha toccato tutte le aree dell’Ospedale al Gianicolo: dal Pronto Soccorso alle Terapie intensive, dalla Neonatologia alla Pediatria, dalla Cardiologia all’Oncologia. Per coinvolgere anche i piccoli in cura nelle sedi sul litorale laziale, è stato organizzato un collegamento streaming con Palidoro e Santa Marinella, in particolare con il Centro Covid e la Neuroriabilitazione.
La presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, ha ringraziato la Federcalcio e agli Azzurri: «I giocatori della Nazionale ancora una volta sono venuti a trovare i bambini dell’ospedale che sono tra i loro più grandi supporter. E questo perché gli Azzurri sono persone bellissime e sono un’eccellenza. Un momento di grande solidarietà che sentiamo di vivere insieme».
Il giro nei reparti è stato preceduto da un incontro tra la squadra e un gruppo di bambini ospiti delle case di accoglienza. Accanto alla teca con la Coppa d’Europa conquistata dagli Azzurri nel luglio scorso, si è tenuto lo scambio dei doni: per la presidente Enoc e per il direttore sanitario Massimiliano Raponi una riproduzione del trofeo e una maglia autografata dai giocatori; la squadra, invece, ha ricevuto le felpe con il logo del Bambino Gesù e della Federcalcio, un gagliardetto realizzato dai bambini e dai ragazzi della Ludoteca e un cartellone con scritto “Sul campo e nella vita insieme vinciamo la partita”.
Come ormai da tradizione, il nuovo disegno ricevuto in dono dagli Azzurri verrà affisso negli spogliatoi dello Stadio Olimpico di Roma in occasione di Italia – Svizzera, il match per la qualificazione ai Mondiali Qatar 2022 che si giocherà domani, 12 novembre. Per sostenere la Nazionale durante la gara, grazie ai ticket messi a disposizione dalla Federcalcio, sugli spalti saranno presenti 200 persone tra medici e infermieri del Bambino Gesù. La FIGC, inoltre, donerà all’Ospedale un contributo pari ad una parte del ricavato della vendita dei biglietti finalizzato alla realizzazione del Centro di Cure Palliative Pediatriche.
Nel mondo 1 bambino su 10 con disabilità, “spesso lasciati indietro”
BambiniI bambini e adolescenti con disabilità a livello globale sono quasi 240 milioni, secondo le stime. Rispetto ai bambini che non ne hanno, i bambini con disabilità sono svantaggiati per la maggior parte delle misurazioni del benessere dei bambini. I dati emergono dal nuovo rapporto dell’UNICEF “Considerati, contati, inclusi” (“Seen, Counted, Included”).
In particolare, rispetto ai bambini senza, i bambini con disabilità hanno:
Il rapporto include dati comparabili a livello internazionale provenienti da 42 paesi e copre più di 60 indicatori del benessere dei bambini – dalla nutrizione e la salute, all’accesso all’acqua e ai servizi igienici, alla protezione dalla violenza e dallo sfruttamento, all’istruzione. Questi indicatori sono disaggregati per tipo di difficoltà funzionale e gravità, sesso del bambino, condizione economica e paese. Il rapporto chiarisce le barriere che i bambini con disabilità affrontano per partecipare pienamente alle loro società e come questo spesso si traduca in esiti sociali e sanitari negativi.
“Questa nuova ricerca conferma ciò che già sapevamo: i bambini con disabilità affrontano sfide multiple e spesso combinate per realizzare i loro diritti”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “Dall’accesso all’istruzione, al ricevere letture a casa, i bambini con disabilità hanno meno probabilità di essere inclusi o ascoltati su quasi tutte le misurazioni. Troppo spesso, i bambini con disabilità vengono semplicemente lasciati indietro”.
Tuttavia, le esperienze delle persone disabili variano molto. L’analisi dimostra che c’è uno specchio di rischi e risultati che dipendono dal tipo di disabilità, dove il bambino vive e a quali servizi possono accedere. Ciò sottolinea l’importanza di progettare soluzioni mirate per rispondere alle disuguaglianze.
L’accesso all’istruzione è uno dei diversi temi esaminati nel rapporto. Nonostante il diffuso consenso sull’importanza dell’istruzione, i bambini con disabilità sono ancora indietro. Il rapporto rileva che i bambini con difficoltà di comunicazione e che non riescono a prendersi cura di se stessi hanno maggiori probabilità di rimanere fuori dalla scuola, indipendentemente dal livello di istruzione. I tassi di abbandono scolastico sono più alti tra i bambini con disabilità multiple e le disparità diventano ancora più significative quando si prende in considerazione la gravità della disabilità.
“L’educazione inclusiva non può essere considerata un lusso. Per troppo tempo, i bambini con disabilità sono stati esclusi dalla società in un modo che nessun bambino dovrebbe mai subire. La mia esperienza di donna con disabilità conferma questa affermazione”, afferma Maria Alexandrova, 20 anni, una giovane attivista dell’UNICEF per l’istruzione inclusiva della Bulgaria. “Nessun bambino, specialmente i più vulnerabili, dovrebbe lottare da solo per i propri diritti umani fondamentali. Abbiamo bisogno che i governi, le parti interessate e le ONG garantiscano che i bambini con disabilità abbiano un accesso uguale e inclusivo all’istruzione.” L’UNICEF ha chiesto ai governi una serie di azioni per fornire pari opportunità, considerare l’intera gamma di disabilità, così come i bisogni specifici dei bambini e delle loro famiglie.
La nuova stima globale del numero di bambini con disabilità è superiore alle precedenti, e si basa su una comprensione più significativa e inclusiva, che considera le difficoltà in diversi ambiti di attività, così come i sintomi di ansia e depressione.
“L’esclusione è spesso la conseguenza dell’invisibilità”, ha dichiarato Fore. “Non abbiamo avuto dati affidabili sul numero di bambini con disabilità per molto tempo. Quando non riusciamo a conteggiare, considerare e consultare questi bambini, non riusciamo ad aiutarli a raggiungere il loro vasto potenziale”.
Il sonno e i rischi di sviluppare malattie cardiache
Ricerca innovazioneIl sonno può aiutarci a restare in salute, soprattutto può preservarci dal rischio di sviluppare malattie cardiache. A definire i contorni di quello che si può definire uno stile di vita sano è uno studio realizzato dagli scienziati dell’Università di Exeter e pubblicato sull’European Heart Journal Digital Health. Può sembrare incredibile ma, secondo questa ricerca, a favorire la salute del cuore è l’abitudine di andare a dormire tra le 22 e le 23. Il team, guidato da David Plans, ha valutato i dati di salute di 88.026 individui, di età compresa tra 43 e 79 anni coprendo che “forzare” l’orologio interno che regola il ritmo circadiano può essere deleterio. Quest’orologio è infatti fondamentale per una serie di funzioni fisiche e cognitive e andare a dormire troppo presto o troppo tardi potrebbe alterarne il funzionamento influenzando negativamente la salute cardiovascolare. I dati su inizio e fine del periodo di sonno sono stati raccolti nell’arco di sette giorni tramite un accelerometro da polso. I partecipanti hanno anche completato valutazioni e questionari demografici su stile di vita, salute fisica e mentale. Gli esperti hanno poi valutato la salute cardiovascolare dei soggetti tramite esami oggettivi. Durante un follow-up di 5,7 anni, il 3,6 per cento del campione ha sviluppato malattie cardiovascolari. L’incidenza, riportano gli autori, risultava più elevata tra coloro che andavano a dormire a orari diversi dalla fascia compresa tra le 22,00 e le 23,00.
FASCIA DI RISCHIO
Gli scienziati hanno esaminato l’associazione tra insorgenza del sonno ed eventi cardiovascolari, considerando anche fattori come genere, età, durata e irregolarità del sonno, abitudine del fumo, livelli di colesterolo e stato socioeconomico. Secondo i risultati del gruppo di ricerca, chi si coricava tra le 23 e mezzanotte aveva un rischio maggiore del 12 per cento di soffrire di problematiche cardiovascolari. Chi andava a dormire dopo la mezzanotte era associato a un rischio del 25 per cento più elevato rispetto a chi si coricava nella fascia considerata ideale. Per chi, invece, raggiungeva Morfeo prima delle 22,00 è stato calcolato un rischio del 24 per cento maggiore rispetto all’orario ottimale. Un lavoro, insomma, che mostra un preciso legame tra una buona qualità di sonno e una buona salute del cuore. Ora l’obiettivo è quello di approfondire le ricerche e confermare questi dati. Se studi futuri avvaloreranno quanto scoperto, l’igiene e l’educazione del sonno potrebbero rappresentare un obiettivo a basso costo per promuovere la salute pubblica e ridurre il rischio di malattie cardiache.
Endometriosi: 8 anni per avere una diagnosi. Al via campagna
News PresaNon è una malattia rara perché colpisce 1 donna su 10 nel mondo, eppure il tempo medio per arrivare alla diagnosi di endometriosi è in media di 8 anni. Una triste contraddizione, considerando che si parla di 8 lunghi anni passati a sopportare un dolore terribile e la sensazione di non essere ascoltati.
UN PARALLELISMO PER RACCONTARE STORIE VERE
Provocatoria la scelta di INTIMINA nel coinvolgere bambine di 8 anni e fortemente voluta la riflessione che il video vuole suscitare. È un chiaro parallelismo che mostra da un lato una bambina che cresce negli anni e ora frequenta la terza elementare e dall’altro una donna che negli stessi anni ha lottato per avere una diagnosi di endometriosi.
Endometriosi. Sono tante le storie di donne in Italia
Un dolore che non va sottovalutato perché ritenuto “normale”
I consigli dell’esperta Manuela FARRIS