Tempo di lettura: 2 minutiSale il numero dei nuovi contagi e dei decessi negli ultimi sette giorni e il Governo valuta delle misure ad hoc per contenere la diffusione del virus durante le feste. Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 15-21 dicembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento del +42,3% di nuovi casi (177.257 vs 124.568) e del +33% di decessi (882 vs 663, di cui 45 riferiti a periodi precedenti). Crescono inoltre i casi attualmente positivi del +29,2% (384.144 vs 297.394), le persone in isolamento domiciliare del +29,5%(374.751 vs 289.368), i ricoveri con sintomi del+17% (8.381 vs 7.163) e le terapie intensive del +17,3% (1.012 vs 863).
«Da oltre due mesi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente». Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 28,1%, quello positivi/tamponi molecolari il 10,5% e quello positivi/tamponi antigenici rapidi l’1,2%.
Aumento anche i decessi: 882 negli ultimi 7 giorni (di cui 45 riferiti a periodi precedenti), con una media di 126 al giorno rispetto ai 95 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +17% in area medica e +17,3% in terapia intensiva». «Sul fronte delle terapie intensive – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – preoccupa l’incremento degli ingressi giornalieri: la media mobile a 7 giorni sale a 85 ingressi/die rispetto ai 70 della settimana precedente».
L’efficacia dei vaccini e nuovi casi
La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 73,4% per i vaccinati entro 150 giorni al 35,8% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 75,5% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,7% per i vaccinati entro 150 giorni all’82,6% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 93,4% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 62,7-78,9%) e soprattutto di malattia grave (dell’83-93,3% per ricoveri ordinari; del91,4-97% per le terapie intensive) e decesso (del 78,3-96,3%).
«L’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante omicron nel nostro Paese, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale – conclude Cartabellotta – aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’ECDC e dall’OMS».
Omicron, quali sono i sintomi per i vaccinati e non
PrevenzioneLa variante Omicron, comparsa in diversi Paesi il 26 novembre, avrebbe sintomi più lievi rispetto alla variante Delta: è quanto emerge dagli studi preliminari e dall’osservazione dei pazienti. Secondo gli epidemiologi potrebbe essere iniziata quella fase discendente che porterà a una convivenza meno rischiosa con Sars-CoV-2. Come ha confermato il direttore regionale dell’Oms Europa (Organizzazione mondiale della sanità), Hans Kluge, l’89% dei soggetti avrebbe riportato sintomi comuni: tosse, mal di gola, febbre. I sintomi della forma lieve di Covid, soprattutto nei vaccinati possono essere facilmente confusi con l’influenza o un semplice raffreddore. Da qui l’importanza di fare il tampone per sciogliere ogni dubbio. Nei vaccinati con 2 o 3 dosi, i sintomi mostrano breve durata. Per quanto riguarda non vaccinati, nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità si legge che il rischio di ricovero in terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la terza dose è 85 volte maggiore per gli over 80, 12,8 volte maggiore per la fascia 60-79 anni, 6,1 volte maggiore per i 40-59enni.
Non ci sono ancora studi scientifici, ma negli Stati Uniti, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) indicano come sintomi attualmente più frequenti di Covid tosse, stanchezza e congestione o naso che cola. La perdita di gusto e olfatto resta meno diffusa rispetto alle varianti precedenti del coronavirus. L’epidemiologa Katherine Poehling, consulente dei Cdc, osserva però che i sintomi finora individuati si basano su alcuni casi positivi e non su studi scientifici. Tuttavia, ad oggi i casi di variante Omicron sono associati a un’ospedalizzazione molto inferiore, stimata in due terzi in meno, ma non è chiaro se sia dovuta alla copertura vaccinale o a una minore pericolosità della nuova variante.
Raid No vax al centro vaccinale di Napoli
News Presa«Il vax uccide. Il governo mente. Salvate i bambini». Queste le scritte i dipendenti dell’ASL Napoli 1 Centro di Napoli si sono ritrovati davanti quando sono arrivati al mega hub vaccinale di Mostra d’Oltremare. Durante la notte, infatti, qualcuno ha imbrattato le pareti esterne e alcune delle grafiche che si trovano proprio all’ingresso del centro, lanciando un messaggio che definire inquietante è poco. Scritte e simboli (una “w” inserita in un cerchio) che riportano la mente ad anni bui del nostro paese e che giustamente mettono in allarme non solo il personale in servizio alla Mostra e negli altri hub vaccinali, che si sente sempre più sotto attacco, ma che rischia anche di spaventare i genitori che coscienziosamente decidono di vaccinare i propri figli. Già nel corso della mattinata la direzione generale dell’ASL Napoli 1 Centro ha sporto denuncia contro ignoti per quanto accaduto. Un gesto che non può e non deve restare impuntito, anche perché rischia di essere il primo di una lunga serie di attacchi alla campagna vaccinale.
MAURO DA MANTOVA
Intanto è di ieri la notizia che Maurizio Buratti non ce l’ha fatta. Noto ai più come Mauro da Mantova, l’uomo è morto ieri sera alle 22.00 all’ospedale Borgo Trento di Verona. Lui che era stato più volte ospite de «La Zanzara», la trasmissione radiofonica di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, era un No vax convinto e da qualche settimana era ricoverato in terapia intensiva a Verona dopo aver contratto il Covid. Prima che le condizioni degenerassero, aveva detto di essere stato in un supermercato poco distante da Milano con 38 di febbre, vantandosi di essere un potenziale untore. Una morte che molto probabilmente si sarebbe potuta evitare, se solo l’uomo avesse scelto di fare il vaccino. E purtroppo questa è la sorte di molti dei No Vax che in tutto il mondo continuano a parlare di complotti o che addirittura negano l’esistenza del Covid.
Cervice uterina: vaccino HPV riduce rischio tumore dell’87%
PrevenzioneUno studio inglese conferma l’efficacia del vaccino contro il papillomavirus umano per prevenire il carcinoma della cervice. Inoltre comprova che l’età migliore per la vaccinazione è intorno ai 12 anni. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista The Lancet, mostrano un’incidenza del tumore della cervice uterina dell’87 per cento più bassa nelle donne che sono state vaccinate contro il papillomavirus umano (HPV) all’età di 12-13 anni rispetto a quella registrata tra le donne non vaccinate.
Vaccino HPV e tumore alla cervice. Lo studio
Gli autori dello studio hanno preso in esame le diagnosi di tumore della cervice uterina registrate in Inghilterra tra il 2006 e il 2019. Le donne incluse nell’analisi sono state suddivise in sette gruppi in base alla loro età alla fine del 2019. In Gran Bretagna è stata introdotta nel 2008 la vaccinazione contro l’HPV mediante vaccino bivalente (che protegge dai due ceppi di HPV con maggiore attività oncogena, HPV16 e HPV18). L’invito per questa vaccinazione è stato rivolto a ragazze di 12-13 anni, tramite le loro famiglie. Tuttavia inizialmente la campagna vaccinale era stata estesa a tutte le ragazze della fascia di età 12-18 anni. Di conseguenza, le donne che appartenevano a tre dei sette gruppi considerati nello studio potevano essere state vaccinate contro l’HPV all’età di 12-13 anni, 14-16 anni e 16-18 anni.
Gli autori della ricerca hanno calcolato che il tasso di incidenza del tumore della cervice uterina si riduceva dell’87 per cento tra le donne a cui la vaccinazione era stata proposta a 12-13 anni, del 62 per cento tra le donne a cui era stata offerta a 14-16 anni e del 34 per cento tra le donne che avevano 16-18 anni all’epoca della convocazione. Le stime indicano che, grazie all’introduzione della vaccinazione, in Inghilterra nel 2019 si sono verificati 450 casi di tumore della cervice in meno rispetto a quanto atteso nell’epoca pre-vaccino. Sono inoltre diminuiti di 17.000 unità i casi di lesioni preneoplastiche gravi (CIN3), lesioni che nel tempo possono evolvere in carcinoma. In Italia il vaccino contro l’HPV è offerto gratuitamente a tutti i ragazzi e le ragazze di 11-12 anni.
Salute della bocca, attenzione ai denti di gesso
BambiniSe le carie sono un problema frequente e lo smalto dei denti appare rovinato, allora potrebbe essere una questione di denti di gesso. Già, proprio denti di gesso, una vera e propria patologia che colpisce 1 bambino su 5, con ricadute anche importanti sulla salute della bocca. Grazie ad uno studio recentissimo si è scoperto che i denti di gesso potrebbero essere conseguenza di una contaminazione con l’albumina, una proteina che si trova nel sangue e nel tessuto che circonda il dente. L’ipotemineralizzazione (questo il nome scientifico) è un’anomalia dello smalto che aumenta di 10 volte il rischio di carie e può causare lesioni ai denti, dolore, carie e talvolta anche ascessi e problemi ortodontici. Nonostante sia un disturbo molto diffuso, non è ancora chiaro quali siano le sue cause. Questo nuovo studio sull’ipotemineralizzazione si è concentrato sul problema a carico dei molari, la forma denti di gesso più diffusa.
NUOVI SCENARI
Secondo i ricercatori il problema si innescherebbe quando lo smalto in via di sviluppo viene contaminato dall’albumina. Ciò può avvenire anche come conseguenza di una impercettibile ferita che si verifichi in concomitanza di comuni disturbi dell’infanzia. «Abbiamo dimostrato che l’albumina penetra occasionalmente nei punti deboli, legandosi ai cristalli di smalto minerale e bloccandone la crescita. Non è un problema a livello di sistema, ma molto localizzato», dice Mike Hubbard, professore all’Università di Melbourne e primo firmatario dello studio. «Questa scoperta – aggiunge Hubbard – ci permette di correggere 40 anni di dogmi medico-dentali che associavano il problema alle cellule difettose che formano lo smalto. Questo non spiegava, tuttavia, perché la gessosità colpisse solo uno o pochi denti nella bocca di un bambino». Secondo i ricercatori, allo stato attuale delle conoscenze, è impossibile prevenire il disturbo del’ipomineralizzazione, tuttavia questo nuovo filone di ricerca potrebbe un giorno eliminare circa la metà della carie infantile, insieme ai suoi preoccupanti costi per le persone e la società colpite.
Covid-19: contagi 48% tra 6-11 anni
News Presa, PrevenzionePreoccupa la rincorsa del virus. I dati diffusi dall’Iss mostrano un’elevata incidenza dei contagi tra i 6 e gli 11 anni. Per quanto riguarda l’efficacia vaccinale: dopo 5 mesi dal completamento del ciclo primario cala rispetto alla trasmissibilità della malattia dal 71,5% al 30,1%. Tuttavia il vaccino resta sempre efficace contro la malattia grave all’82,2% anche dopo 5 mesi. Gli esperti mostrano preoccupazione per il grande numero di nuovi casi registrato in tutte le regioni (in particolare nelle regioni del nord Italia) e sottolineano l’importanza del vaccino e delle regole di contenimento in vista del Capodanno “per arrivare alla primavera del 2022 a gestire e declassare il virus”. In aumento – si legge – l’incidenza di casi Covid in tutte le fasce di età in Italia, in particolare tra gli under 19 (393 tra 0-9 anni e 404 tra 10-19 anni).
Inoltre – sottolineano ancora i tecnici dell’Iss – il 50% dei quasi 60mila nuovi casi di postività nella popolazione 0-19 anni rilevati tra il 6 e il 19 dicembre si colloca nella fascia 6-11anni; il 36% è tra i 12 e i 19 anni. E ancora: dei 59.605 nuovi casi segnalati in età scolare, 215 sono ospedalizzati, 4 ricoverati in terapia intensiva e 1 decesso.
Nel frattempo il ministero della Salute ha dato il via libera all’ anticipo della dose booster da 5 a 4 mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione anti-Covid.
Mentre il rischio di terapia intensiva per quanto riguarda i non vaccinati rispetto a chi ha la 3/a dose “è 85 volte maggiore per gli over 80; 12,8 volte di più per la fascia 60-79; 6,1 volte maggiore per i 40-59enni”.
I dati sull’incidenza nazionale (351 su 100mila abitanti) e l’Rt a 1.13 (sopra soglia) rappresentano “un segnale forte di incremento della circolazione del virus”, ha detto Brusaferro illustrando venerdì i risultati della cabina di regia. Il direttore generale per la Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha alzato l’attenzione sui livelli raggiunti dai tassi di occupazione dei posti di area medica al 13,9% e di terapia intensiva al 10,7% “con molte regioni che hanno oramai superato la soglia critica”.
Da qui l’appello, soprattutto per le festività, di rispettare le regole di protezione individuale e ad accelerare sul richiamo. Resta sempre sorvegliata speciale la variante Omicron. “Potrebbe essere forse oltre il 30% visti i contagi che stiamo vedendo in questi giorni”, dice l’immunologo clinico Francesco Le Foche.
Gli esperti avvisano: anche cinque chili in pochi giorni
AlimentazioneAltro che dieta o voglia di restare in forma, la previsione dei nutrizionisti per queste feste è di quelle da far rizzare i capelli in testa: si stima che molti italiani prenderanno fino a 5 chili. Lo studio è stato realizzato con un monitoraggio web sui principali social network, blog, forum e siti accademici e condotto su un pool di circa 30 esperti tra nutrizionisti, dietologi, per capire rischi e rimedi in vista delle “abbuffate di Natale”. E sono proprio gli esperti a sottolineare che durante le festività si tende a ingrassare in media dai 2 kg (26%), ai 3-4 kg (19%). In pochi giorni, il rischio è quello di gettare alle ortiche un lavoro fatto in settimane se non addirittura mesi di sacrifici in tavola.
IL CONSIGLIO
La tendenza a ingrassare, secondo dietologi ed esperti di nutrizione è dovuta principalmente ad alcuni motivi, tra queste quella di assumere maggiori calorie rispetto al resto dell’anno (54%), di effettuare meno movimento (37%) e di bere un maggior numero di bevande alcoliche (41%). Il consiglio degli esperti, per sopperire agli eccessi tipici del Natale e del Capodanno, è quello di bere correttamente acqua sia prima che durante i pasti e tenersi leggeri nei giorni successivi ai tradizionali pranzi e cenoni mangiando prodotti vegetali, verdure, pesce e frutta. La ricerca realizzata ha dimostrato infatti che una corretta idratazione, già prima di iniziare i pasti, può aiutare a contenere l’aumento di peso prevenendo l’eccesso di cibo. Secondo quasi 7 esperti su 10 (68%) bere acqua è infatti fondamentale per ridurre il rischio di accumulare troppi chili in eccesso durante le vacanze, difficili da smaltire poi a inizio anno. Nello specifico è consigliato idratarsi correttamente per favorire la digestione (52%), anticipare il senso di sazietà (44%) e prevenire problemi legati a gonfiore e costipazione (31%). Gli esperti tengono a precisare comunque che il dimagrimento non è strettamente legato all’acqua: una corretta idratazione può soltanto aumentare il senso di sazietà, creando un aumento di volume nello stomaco e portando così a mangiare un po’ meno.
Carcinoma polmonare, al via sperimentazione del nuovo anticorpo monoclonale
News PresaIl carcinoma polmonare è la principale causa di morte per cancro, ed è responsabile di circa 1/5 di tutti i decessi per cancro. Il 40% – 60% circa dei casi di tumore polmonare non a piccole cellule non risponde agli attuali standard di trattamento e continua a progredire. Con la somministrazione al primo paziente, è stato dato il via allo studio globale di fase 3 DESTINY-Lung04, per valutare l’efficacia e la sicurezza di una nuova terapia. Si tratta dell’anticorpo monoclonale coniugato ENHERTU® (trastuzumab deruxtecan), come trattamento di prima linea dei pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) non resecabile, localmente avanzato o metastatico, con mutazione HER2. L’ADC anti-HER2 trastuzumab deruxtecan è sviluppato congiuntamente da Daiichi Sankyo e AstraZeneca ed è attualmente in sperimentazione per il trattamento di vari tumori che esprimono HER2, inclusi il carcinoma mammario, gastrico, polmonare e colorettale.
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazione di HER2
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule – NSCLC corrisponde a circa l’80-85% di tutti i carcinomi al polmone. Per i pazienti con malattia metastatica, la prognosi è particolarmente infausta, poiché solo il 6% circa vive oltre i cinque anni dalla diagnosi.
L’HER2 è una proteina recettore di membrana tirosin-chinasico iper-espressa sulla superficie delle cellule di molti tipi di tumori, tra cui quello mammario, gastrico, polmonare e colorettale. Le alterazioni genetiche dell’HER2 (chiamate mutazioni HER2) sono state identificate nel NSCLC come bersagli molecolari distinti, e sono state osservate in circa il 2-4% dei pazienti con NSCLC non squamoso. Queste mutazioni genetiche dell’ HER2 si osservano prevalentemente nelle donne più giovani, senza storia di fumo e sono state indipendentemente associate alla crescita delle cellule tumorali e alla prognosi sfavorevole, con una maggiore incidenza di metastasi cerebrali.
Attualmente non ci sono farmaci approvati specificamente per il trattamento del NSCLC con mutazione HER2, che colpisce circa il 2% – 4% dei pazienti con NSCLC non squamoso. L’attuale standard di cura nel trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC e mutazione HER2 è l’immunoterapia con farmaci anti-PD-1 o PD-L1 con o senza chemioterapia a base di platino. Mentre questi regimi di trattamento possono migliorare la sopravvivenza, almeno dal 40% al 60% dei tumori non risponde al trattamento iniziale e si verifica una progressione della malattia. DESTINY-Lung04 è il primo studio di confronto testa a testa nel NSCLC che valuta ENHERTU come trattamento di prima linea rispetto allo standard di cura (chemioterapia con platino-pemetrexed in combinazione con pembrolizumab) in pazienti con NSCLC non-squamoso non resecabile, localmente avanzato o metastatico, che presenta mutazione di HER2 nell’esone 19 o 20.
“I risultati visti nello studio DESTINY-Lung01 hanno mostrato una risposta tumorale robusta e durevole in pazienti precedentemente trattati per carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule con mutazione HER2. – Ha dichiarato Gilles Gallant, BPharm, PhD, FOPQ, Vice Presidente Senior, e capo globale della divisione di Sviluppo Oncologico del dipartimento R&D in Oncologia di Daiichi Sankyo – Sulla base di questi risultati promettenti, stiamo conducendo il trial DESTINY-Lung04 per valutare il potenziale di ENHERTU come prima linea di terapia in questa popolazione di pazienti”. DESTINY-Lung04 arruolerà circa 264 pazienti in diversi siti in Asia, Europa e Nord America. Per ulteriori informazioni sulla sperimentazione, consulta ClinicalTrials.gov.
Il Programma di Sviluppo Clinico di ENHERTU (trastuzumab deruxtecan)
Un ampio e completo programma di sviluppo è attualmente in corso per valutare l’efficacia e la sicurezza di ENHERTU in monoterapia per il trattamento di diversi tumori che esprimono HER2, inclusi il carcinoma mammario, gastrico, polmonare e colorettale. Sono anche in corso ulteriori studi clinici con trastuzumab deruxtecan in associazione con altri trattamenti anti-tumorali, quali l’immunoterapia. Nel report dell’ASCO Clinical Cancer Advances 2021 ENHERTU è stato definito come uno dei due progressi significativi nel contesto dell’ “Evoluzione Clinica dell’Anno: La profilazione molecolare che guida i progressi nell’ambito dei carcinomi gastrointestinali”(“ASCO Clinical Advance of the Year: Molecular Profiling Driving Progress in GI Cancers”), sulla base dei dati degli studi DESTINY-Gastric01 e DESTINY-CRC01 . E’ stato inoltre definito come uno dei progressi dell’anno nell’ambito della medicina di precisione per il carcinoma polmonare non a piccole cellule, sulla base dei risultati ad interim della coorte con HER2 mutato del trial DESTINY-Lung01. Nel settembre 2021, ENHERTU ha ricevuto la sua quarta designazione di Breakthrough Therapy negli Stati Uniti per il trattamento di pazienti adulte con carcinoma mammario HER2 positivo non resecabile o metastatico che hanno ricevuto uno o più regimi precedenti a base di anti-HER2.
Omicron continua la sua corsa: stimata al 28% in Italia
News PresaCresce la percentuale della variante Omicron in Italia. Si stima si attesti al 28%, con forti variabilità regionali, secondo le analisi preliminari dei tamponi raccolti per l’indagine rapida ISS del 20 dicembre. I dati si basano su circa 2mila tamponi raccolti in 18 regioni/PPAA, in cui sono stati considerati come possibili positivi a Omicron quei campioni in cui risultava mancante uno dei tre geni che normalmente viene ricercato nei test diagnostici molecolari (cosiddetto S gene dropout) o altri test di screening per escludere la presenza della variante delta, al momento ancora dominante. Numeri più precisi si avranno al completamento della flash survey, il 29 dicembre, mentre una nuova flash survey è già programmata per il 3 gennaio per valutare strettamente l’evoluzione della situazione epidemiologica. Confrontando i risultati della flash survey condotta con la raccolta dei campioni il 6 dicembre e quelli di questa stima preliminare il tempo di raddoppio della variante risulta di circa due giorni in linea con quello già trovato in altri paesi europei.
“Anche se i risultati sono ancora preliminari, la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei – spiega il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro -. In base ai dati oggi disponibili le armi a disposizione sono la vaccinazione, con la terza dose tempestiva per chi ha già completato il primo ciclo, e le misure, individuali e collettive, per limitare la diffusione del virus, dall’uso delle mascherine alla limitazione dei contatti e degli assembramenti”.
Il galateo delle feste, ai tempi del Covid
News PresaIn prossimità del Natale, il Covid ha riscritto le regole del galateo delle feste, una serie di regole e di buone abitudini che possono metterci al riparo (o quasi) dal rischio di un contagio in famiglia. Intanto, proprio oggi le ultime stime preliminari dei tamponi raccolti descrivono una situazione che in Italia è in continua evoluzione, e non certo in senso positivo. L’indagine rapida del 20 dicembre, come comunica l’Istituto superiore di sanità (Iss) in una nota, evidenzia come la variante Omicron in Italia rappresenta oggi circa il 28% dei contagi e si avvia ad essere presto dominante. Questo naturalmente non ha fermato e non fermerà la voglia che tutti abbiamo di incontrarci e trascorrere il giorno della vigilia o di Natale con le persone care, e proprio per questo sarà almeno necessario rispettare quello che è stato ribattezzato il galateo delle feste ai tempi del Covid.
I TAMPONI
Per evitare di incorrere in contagi a sorpresa, molti italiani hanno scelto di ricorrere al tampone fai da te, o magari fatto in farmacia, ma sempre antigenico. Certamente una decisone saggia, ma che non deve trarre in inganno. I tamponi antigienici (quelli rapidi per intendersi) hanno infatti un’attendibilità che è di circa il 60%, ciò significa che 4 infezioni su 10, in media, possono passare inosservate. Dunque, il rischio di fare un tampone antigienico è legato alla percezione di essere al sicuro durante le occasioni sociali di queste feste una volta ricevuto un esito negativo. In questo caso la regola è di considerare l’esito come un’indicazione, ma di rispettare sempre le norme di distanziamento e di buon senso.
DISTANZIAMENTO
Arma essenziale nella lotta al Covid, ancora oggi che molti hanno ricevuto la terza dose, il distanziamento continua ad essere uno dei modi migliori per restare al sicuro dal contagio. Ovviamente non ci si può aspettare un distanziamento pieno, come durante i lockdown, ma di certo mantenere il proprio spazio di sicurezza è essenziale. Anche se ci si trova a tavola con altri familiari e amici. Sarà bene, quindi, che i posti a sedere siano disposti con questo criterio e che ogni commensale mantenga sempre il massimo spazio possibile tra se e chi ha di fronte.
AREAZIONE
Restare in un ambiente con diverse persone per molto tempo significa anche respirare la stessa aria. Ecco perché sarebbe una regola d’oro quella di areare il più possibile gli ambienti ad intervalli regolari. La durata della ventilazione va commisurata alla grandezza dei locali e al numero delle persone che sono presenti. Le principali linee guida internazionali raccomandano 3-6 ricambi all’ora e per garantire la salubrità degli ambienti sarebbe anche bene assicurarsi che le prese e le griglie di ventilazione dell’aria dei condizionatori siano pulite. Per farlo basta un panno inumidito con acqua e sapone oppure con alcol etilico 75%.
MASCHERINA
Ultima regola, ma fondamentale importanza, è quella di tenere in volto la mascherina quando non si sta mangiando. Anche se può sembrare strano tenerla in casa, può fare versante la differenza, soprattutto se si usa una FFP2. Stando agli ultimi studi disponibili, grazie a questo tipo di mascherina, se indossata correttamente, il rischio di infettarsi scende allo 0.01%. Quindi, anche se la cosa può risultare un po’ strana, meglio indossarla anche a casa in occasione di ritrovi con amici e parenti. Regole che in fin dei conti non sono nulla se paragonate ai sacrifici fatti sono ad oggi possono fare veramente la differenze nei prossimi giorni.
GIMBE: Covid19, +42% nuovi casi in 7 giorni
News PresaSale il numero dei nuovi contagi e dei decessi negli ultimi sette giorni e il Governo valuta delle misure ad hoc per contenere la diffusione del virus durante le feste. Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 15-21 dicembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento del +42,3% di nuovi casi (177.257 vs 124.568) e del +33% di decessi (882 vs 663, di cui 45 riferiti a periodi precedenti). Crescono inoltre i casi attualmente positivi del +29,2% (384.144 vs 297.394), le persone in isolamento domiciliare del +29,5%(374.751 vs 289.368), i ricoveri con sintomi del+17% (8.381 vs 7.163) e le terapie intensive del +17,3% (1.012 vs 863).
«Da oltre due mesi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente». Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 28,1%, quello positivi/tamponi molecolari il 10,5% e quello positivi/tamponi antigenici rapidi l’1,2%.
Aumento anche i decessi: 882 negli ultimi 7 giorni (di cui 45 riferiti a periodi precedenti), con una media di 126 al giorno rispetto ai 95 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +17% in area medica e +17,3% in terapia intensiva». «Sul fronte delle terapie intensive – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – preoccupa l’incremento degli ingressi giornalieri: la media mobile a 7 giorni sale a 85 ingressi/die rispetto ai 70 della settimana precedente».
L’efficacia dei vaccini e nuovi casi
La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. In particolare:
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 62,7-78,9%) e soprattutto di malattia grave (dell’83-93,3% per ricoveri ordinari; del91,4-97% per le terapie intensive) e decesso (del 78,3-96,3%).
«L’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante omicron nel nostro Paese, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale – conclude Cartabellotta – aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’ECDC e dall’OMS».