Sushi, attenzione a parassiti e batteri
Il sushi, oltre ad essere ormai di moda per un’aperitivo o per una cena è anche un piatto delizioso e leggero. Non è adatto a tutti, questo va detto, ma quando lo si apprezza diventa impossibile rinunciarvi. Sul sushi esistono vere e proprie scuole di pensiero, tra chi ritiene che sia un alimento sano e biasciato e chi invece lo demonizza parlando di possibili malattie legate a larve e batteri o addirittura alla presenza di metalli pesanti nella carne del pesce. Proviamo allora a capire cosa si può dire con certezza di questo “piatto della discordia”
PERCHE’ FA BENE
Sotto il profilo nutrizionale, il sushi (se cucinato secondo tradizione) è un alimento ben bilanciato e poco calorico. Inoltre, essendo a base di pesce aiuta l’organismo ad assimilare quei nutrienti dei quali abbiamo bisogno per restare in salute. Sotto il profilo calorico, una porzione di sushi contiene in media 180 Kcal. Chiaramente, lo ripetiamo, si fa riferimento ad un sushi tradizionale e non a rielaborazioni che prevedono l’uso di salse o condimenti “esotici”. Un piccolo segreto che in pochi conoscono è la capacità del sushi, o meglio di alcuni nutrienti che contiene, di favorire un buon funzionamento del metabolismo. Tra questi lo iodio che può aiutare un corretto funzionamento della tiroide. Tra le proprietà del sushi, secondo le più recenti ricerche, c’è l’effetto di contrasto all’insorgere di tumori. In particolare, a proteggere dal tumore sarebbe l’alto contenuto di grassi polisaturi nell’olio di pesce. L’omega 3 ha proprietà benefiche per la prostata, ma ha anche l’effetto di abbassare il colesterolo e la pressione, oltre a proteggere da diabete e malattie cardiovascolari. Ciò che fa molto bene è anche il wasabi, una radice che si usa molto per condire il sushi. Il wasabi è un antibatterico e un antisettico naturale. E secondo alcuni ha anche proprietà afrodiasiache. Di certo è ricco di vitamina A e vitamine del gruppo B (B1, B5, B9). Senza dimenticare il suo apporto di ferro, magnesio, sodio, potassio e zinco.
PERCHE’ FA MALE
I rischi del consumo di sushi, trattandosi di un alimento crudo, è legato al possibile proliferare di batteri, vibrioni e parassiti, che potrebbero creare problemi anche gravi. Nel caso del sushi il primo nemico da temere si chiama Anisakis. Se il pesce crudo non è stato debitamente abbattuto, o se non è stato conservato in modo corretto, il rischio è di poter ingerire il parassita. L’Anisakis è immune all’azione dei succhi gastrici e può quindi arrivare sino alla parte terminale dell’intestino dove si insedia in modo permanente. Se questo avviene si possono avere complicanze anche molto serie. I sintomi della sua presenza possono essere i più vari, ma di solito si manifestano forti dolori addominali, febbre, nausea e una forte debilitazione. Altro problema che molto esperti lamentano è l’ingestione di metalli pesanti (come il mercurio) o di altri inquinanti a causa del pesce. Il sushi viene preparato di solito con pesci quali salmoni e tonni, che hanno un ciclo di vita molto lungo e quindi si nutrono e assorbono per anni ciò che c’è nell’ambiente. Se la qualità di questo pesce non è eccelsa, il rischio è di assimigliare negli anni sostanze tossiche che in teoria possono portare a sviluppare patologie anche gravi. E’ evidente che la via di mezzo e il buon senso sono la chiave di questa nostra ricerca di risposta alla domanda: il sushi fa bene o fa male?. Dipende da quanto se ne consuma e dalla qualità del prodotto scelto. Di certo, difficilmente potrà essere di buona qualità se viene proposto ad un prezzo particolarmente basso e magari con la formula all you can eat. Meglio mangiarne un po’ meno ma di buona qualità.