La pasta fa bene alla linea e all’umore, meglio se integrale
Che sia semplicemente condita con un filo d’olio o al ragù, la pasta resta uno degli alimenti immancabili sulle tavole degli italiani. In occasione del World Pasta Day dello scorso 25 ottobre, l’endocrinologa e nutrizionista Serena Missori, in collaborazione con Sanità In-Formazione e Consulcesi Club, ha stilato una lista di consigli per rendere la pasta un alimento amico, e non una minaccia alla propria forma. Sceglierla integrale è il primo passo. Consente, infatti, senza rinunciare al gusto, di assumere carboidrati a lento rilascio, cioè che mantengono stabile il livello di zuccheri nel sangue e forniscono energia in modo costante, permettendo all’organismo di assorbirli e usarli lentamente.
L’etichetta
Affinché si tratti di vera pasta integrale, in etichetta deve essere indicata chiaramente la dicitura farina integrale o 100% integrale. La pasta è indicata anche quando si è a dieta, ma non per forza scondita, spiega la nutrizionista, meglio saltarla in padella con un cucchiaino di olio extra vergine di oliva, aglio, che aiuta il corpo ad abbattere i depositi grassi e peperoncino, che aumenta il metabolismo.
Come evitare il gonfiore
Per evitare il gonfiore addominale e non avere picchi di glicemia, è meglio scolarla al dente e sciacquarla sotto l’acqua fredda. Cotture troppo prolungate infatti tendono a rendere gli amidi della pasta più facilmente assimilabili. Inoltre, grandi amiche della pasta sono le verdure : consumarle crude prima di una spaghettata o di un bel piatto di pasta corta, anche un semplice pinzimonio in olio extra vergine di oliva, e a seguire una porzione di verdura cotta, saltata in padella o grigliata (ma non bollita), crea una sorta di paracadute per l’assorbimento degli zuccheri, impedendo un’impennata della glicemia.
Fa bene anche a cena
La pasta a cena fa bene, perché rilassa e aiuta a dimagrire: favorisce la sintesi di serotonina e di melatonina facendo assorbire maggiormente il triptofano. Aiuta il sonno e quindi si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, colpevole dell’aumento di peso.
Quale preferiscono gli italiani?
Il formato più amato, rivela l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane (Aidepi), sono gli spaghetti. Il condimento preferito, invece, secondo una classifica della piattaforma per il cibo a domicilio Just Eat, è la carbonara che toglie lo scettro alla lasagna che finisce al terzo posto del podio. Subito dopo ci sono le tagliatelle al ragù. Secondo l’osservatorio dell’app, inoltre, a vincere sono sempre le specialità regionali, spesso con un notevole interscambio da città a città. I cappelletti bolognesi sono tra i piatti preferiti a Roma, le orecchiette alle cime di rapa sono apprezzate a Trieste e la cacio e pepe è in voga a Torino.
Un po’ di numeri
Il bel paese è leader mondiale sia per produzione che per consumo della pasta. Come mostra lo studio di Aidepi, in media consumiamo circa 23 kg di pasta a testa in un anno, molto più della Tunisia, che arriva a 17 kg, e del Venezuela che si ferma a 12. Rispetto a 20 anni fa (quando per la prima volta si è celebrato il World Pasta Day), nel mondo si mangia molta più pasta made in Italy. Esportiamo in 200 paesi e in media un piatto su 4 proviene da un pastificio italiano. Numeri che in 20 anni hanno fatto aumentare la quota dell’export da 740mila a oltre 2 milioni di tonnellate. Un trend positivo che è continuato anche nei primi mesi del 2018. Da gennaio a luglio le esportazioni del prodotto in Russia sono cresciute del 72,5%, raggiungendo le 20mila tonnellate.