Carne sintetica, perché non convince gli esperti
La carne sintetica, creata in laboratorio a partire da una cellula, potrebbe arrivare sulle nostre tavole prima di quanto si possa credere. Per ora il dibattito è aperto e vede contrapposte diverse fazioni di esperti. C’è chi è convinto che sia una sorta di “manna dal cielo”, perché consentirà di attingere ad una fonte di carne praticamente illimitata, e chi invece vede questa strada come pericolosa e potenzialmente dannosa per la salute. Di certo c’è che sarà difficile valutare effetti a lungo termine, visto che si procede in un territorio del tutto inesplorato e l’alimentazione ha un effetto diretto sulla salute. E il rischio che il business e gli interessi in gioco creino incidano sulle scelte politiche non può essere del tutto escluso.
SOLO IN NATURA
Interpellato da Adnkronos, Mauro Minelli (coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata) si è detto sostanzialmente contrario. «Schemi alimentari basati su cibo sintetico – ha detto – non possono avere la capacità di essere utilmente e favorevolmente performanti sul microbiota umano, ciò che impone di cambiare prospettiva rispetto alle innaturali tentazioni del cibo sintetico per ritornare senza alcun indugio ai metodi di agricoltura tradizionali e di allevamento al pascolo. Nel suolo e non in piastre di laboratorio crescono le colture commestibili, ma vivono anche miliardi di insetti, funghi, batteri, lieviti e altri microrganismi indispensabili a rendere fertile e produttivo il terreno e in grado di avere effetti positivi anche sul microbiota».
UN GRANDE BUSINESS
Resta come detto, e non lo si può ignorare, il fatto che questo tipo di alimentazione promette di alimentare business da miliardi di euro. Tanto per citare qualche numero, il primo hamburger sintetico è nato nel 2013 dalle mani del ricercatore Mark Post (università di Maastricht). Il costo fu di 250 mila dollari (circa 265.000 euro al cambio attuale), ma è facile prevedere che i costi di produzione della carne artificiale possano scendere rapidamente, arrivando già nel 2030 al raggiungimento della parità di prezzo tra bistecca “vera” e bistecca “in provetta”, come pronosticato dagli analisti di McKinsey. Un business che gli analisti di Barclays stimano possa arrivare a valere sino a 450 miliardi di dollari nel 2040.