Ma chi lo dice che i nei non si toccano?
In fatto di nei sono ancora molti a credere che “toccarne” uno, nel senso di graffiarlo accidentalmente, possa portare ad un’evoluzione maligna. «Pura fantasia» spiega il professor Nicola Mozzillo, grazie al quale prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei rischi, ma anche dei falsi miti del melanoma. «L’idea che “toccare” i nei possa portare a farli degenerare deriva dagli anni passati. Negli Anni 50, in particolare, del melanoma non si sapeva molto. Questo faceva si che ai chirurghi arrivassero casi ad uno stadio già molto avanzato che, dopo l’intervento, metastatizzavano e finivano con il decesso del paziente».
Un’idea che nasce dall’ignoranza
Il professor Mozzillo chiarisce che naturalmente l’intervento del chirurgo a quel punto poteva avere ben poco a che fare con l’esito nefasto della malattia. Ma, nell’ignoranza generale, si credeva che a causare tutto fosse stata proprio l’operazione di rimozione. Di qui l’idea che «i nei non si toccano». E’ chiaro che irritare volontariamente un neo non è mai una buona idea, ma non bisogna preoccuparsi troppo se accidentalmente si finisce con il provocare un po’ di sanguinamento.
«Il problema – aggiunge il professore – può nascere soprattutto con i nei del cuoio capelluto. Sono nei che non vediamo e che possiamo accidentalmente graffiare anche con il pettine». Il fatto che i nei siano nascosti dai capelli crea qualche problema anche nel controllo “fai da te”, quello che tutti dovremmo fare una volta a settimana davanti allo specchio. Fortunatamente, spiega il professor Mozzillo, è molto raro che un neo sulla testa si trasformi in melanoma. «Ad ogni buon conto – conclude – durante la visita annuale sarà compito del dermatologo analizzare anche il cuoio capelluto e individuare sul nascere eventuali problemi». La cosa importante, insomma, è di avere in testa una sola cosa: l’idea che la prevenzione è l’unico modo di salvarsi la vita.