Donne medico, in Campania o la famiglia o il camice
«O medico o mamma». Da un’indagine condotta dalla sezione regionale campana dell’Anaao Assomed (sindacato dei medici dirigenti) viene fuori questa realtà. All’ombra del Vesuvio la condizione delle donne medico è da terzo mondo, una condizione che costringe le dottoresse a scappare verso altri paesi.
L’indagine
L’Anaao ha censito 576 professioniste costrette a vivere di precariato. Un numero enorme se si considera che questa condizione riguarda in Campania il 47% circa del totale dei precari della sanità. Il 24% delle iscritte Anaao vive questa difficoltà e l’85% delle intervistate riesce a malapena a conciliare lavoro e vita privata. Sono donne che in media hanno 50 anni, costrette a dividersi tra il lavoro e la famiglia senza alcun aiuto dal pubblico (si pensi ad esempio gli asili nido aziendali). Un tema molto caro al segretario regionale Anaao Bruno Zuccarelli, per il quale «garantire pari opportunità alle donne è prima di tutto una questione di civiltà. La sanità campana purtroppo è strangolata da anni da tagli lineari e solo ora si inizia ad intravedere una via d’uscita. Per l’Anaao sostenere l’impegno e la professionalità dei medici è un impegno imprescindibile, ancor più quando questa professionalità è legata al contributo di valenti professioniste. Non è tollerabile che nel 2016 queste donne debbano ancora scegliere se seguire la passione per la professione medica o se costruire una famiglia».
Un tavolo regionale
Tutti questi temi sono stati affrontati in un dibattito che ha coinvolto tra gli altri, l’assessore Rita Martone (comune di Caserta) e l’assessore Teresa Mele (comune di Avellino) e Chiara Marciani (delega alle Pari opportunità nella Giunta Regionale della Campania). Proprio la Marciani ha rivelato i dati comunicati dal Garante per l’infanzia, dato che parlano di un 2,8% di bambini che in Campania riescono ad accedere a nidi regionali e solo di un 35% di scuole che possono garantire il tempo prolungato. Per questo l’assessore Marciani ha voluto sottolineare ancora una volta l’impegno della Regione e del suo assessorato affinché si possa cambiare passo. Ad esempio sostenendo il progetto sugli asili nido, uno dei quali sorgerà nel Cardarelli come progetto pilota. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per trovare un’intesa sull’avvio di un tavolo regionale che possa favorire il confronto e portare a risultati fattivi nel più breve tempo possibile.