Ecco come memorizzare durante il sonno
Un “tag” sui ricordi più importanti, gli altri potranno essere rimossi. Tutto succede la notte, stando ad uno studio realizzato da Jan Born dell’ dell’Università di Lubeck in Germania. Ricerca che dà nuovo interesse alle maratone di studio di centinaia di migliaia di studenti nelle ormai celebri “notti prima degli esami”.
Il test
Jan Born con il suo lavoro ha spiegato come il nostro cervello lavori per fare in modo da fissare i ricordi importanti ed eliminare il superfluo. In pratica tutte le informazioni acquisite durante il giorno vengono censite dal nostro cervello, che etichetta solo quelle rilevanti. Il resto è compito dell’ippocampo, che provvede a fissare quelle importati e lascia andare le altre. Lo studio è stato condotto su circa 200 candidati ai quali è stato chiesto di memorizzare alcune parole. Ad alcuni è stato detto che l’indomani avrebbero dovuto sostenere un test. È emerso che dopo una notte di sonno coloro che ricordavano meglio le parole era proprio quelli avvertiti del test. Usando un elettroencefalogramma, Born ha visto che durante la notte il cervello dei partecipanti avvertiti del test era pervaso per più tempo da onde lente, come se per loro il processo di memorizzazione durasse più a lungo.
La tesi di Born
Il motivo per il quale questo meccanismo si innesca, secondo lo scienziato dell’Università di Lubeck è nella consapevolezza del test. In pratica la corteccia prefrontale si attiva per le informazioni importanti e le etichetta. Questo aiuta l’ippocampo a distinguerle dal superfluo e a salvarle in memoria. Quindi è importante “addestrare” il nostro cervello a riconoscere i ricordi importanti da quelli superflui. In questo modo potrebbero nascere nuove tecniche mnemoniche basate sulla consapevolezza e sul sonno. Del resto il sogno di qualsiasi studente è quello di poter imparare durante una pennichella, chissà che questo non diventi possibile in un prossimo futuro .