Prurito cronico, l’innovazione potrà fermarlo
Il prurito può essere un fastidio comune, ma quando diventa costante e implacabile può trasformarsi in un vero e proprio incubo. Questo è il caso della Prurigo Nodularis, una malattia cronica debilitante che colpisce molti pazienti, spesso costretti ad affrontare la patologia con farmaci prevalentemente sintomatici, ottenendo risultati deludenti e transitori. Per comprendere meglio cos’è la Prurigo Nodularis e com’è possibile affrontarla, ne abbiamo parlato con la professoressa Maddalena Napolitano, esperta dermatologa e associato di Dermatologia e Venereologia all’Università di Napoli Federico II.
Sintomi
«Questa patologia si distingue per la presenza di prurito intenso e caratteristiche lesioni nodulari secondarie al grattamento, localizzate sugli arti e sul tronco, spesso simmetricamente», ci spiega. «I noduli, che talvolta possono confluire a formare placche, hanno tipicamente un alone violaceo periferico e una superficie erosa». È una condizione debilitante, anche sotto il profilo psicologico. Tuttavia, la professoressa ci dice che presto sarà possibile usare anche in Italia il primo farmaco biologico già approvato in Europa per questa patologia, potendo così trasformare lo standard di cura per i pazienti affetti da questa debilitante malattia. Potremmo, insomma, arrivare ad un drastico cambio di paradigma, controllando il complesso processo infiammatorio alla base della Prurigo Nodularis. Il dramma più grave per chi soffre di questa patologia è oggi proprio quello di non avere un trattamento specifico.
Trattamenti
Finora, i trattamenti disponibili si sono sempre basati su corticosteroidi topici, infiltrazioni intralesionali di corticosteroidi e terapie sistemiche con cortisone e ciclosporina. «Trattamenti utili, certo, ma che possono solo alleviare temporaneamente i sintomi e non possono essere utilizzati a lungo termine a causa dei loro possibili effetti collaterali». Il farmaco biologico consente invece di migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti, riducendo il prurito e il numero di noduli già a partire dalla dodicesima settimana di trattamento, come evidenziato dagli studi registrativi, offrendo ben più che una speranza a coloro che hanno sofferto per anni senza una soluzione efficace. «Gli attacchi di prurito – prosegue la professoressa Napolitano – possono arrivare in qualsiasi momento della giornata e possono durare anche ore. Una condizione devastante».
Qualità di vita
Non meraviglia che questa malattia faccia registrare uno dei più alti impatti sulla qualità di vita (tra le patologie cutanee infiammatorie con prurito cronico, ndr). Peggiore addirittura delle conseguenze di condizioni come il diabete o l’ictus. E i costi sociali sono altissimi. «Chi soffre di Prurigo Nodularis, talvolta non riesce a lavorare, dormire, compiere le più semplici attività quotidiane. Nella mia esperienza – dice Napolitano – ho visto pazienti devastati da un prurito ingestibile che hanno dovuto lasciare il lavoro per tempi molto lunghi, rischiando il licenziamento». Per non parlare di quanti restano incompresi, al punto da omettere le reali motivazioni del loro assenteismo. Questa situazione può generare un profondo senso di stress e abbandono sanitario, con i pazienti che si sentono soli, alla mercé della propria sofferenza. Ecco perché, conoscere meglio questa malattia è essenziale, così come lo è comprendere i meccanismi che la generano.
Infiammazione di tipo 2
«La maggior parte dei casi si osserva tra i 45 e i 50 anni, ma la malattia può colpire pazienti di qualsiasi età», precisa la dermatologa. A livello mondiale, più di 680.000 persone convivono con la Prurigo Nodularis. «Si tratta di una malattia cronica nella quale l’infiammazione di tipo 2 gioca un ruolo cruciale, similmente alla dermatite atopica. Infatti, in circa la metà dei pazienti, la patologia è associata a condizioni atopiche, come la dermatite atopica o l’asma. Nell’altra metà dei casi, la malattia si associa a patologie sistemiche come il diabete, l’insufficienza renale, infezioni gravi o condizioni paraneoplastiche». Tuttavia, la patogenesi della malattia rimane ancora poco chiara.
Intervenire precocemente e bene
«La diagnosi di Prurigo Nodularis è principalmente clinica, supportata in alcuni casi da una biopsia che conferma aspetti istologici specifici. È fondamentale non solo arrivare a una diagnosi corretta, ma anche inquadrare adeguatamente il paziente per gestire al meglio la malattia. Presso il policlinico Federico II abbiamo attivo tutti i giorni un ambulatorio dedicato ai pazienti con Prurigo Nodularis e Dermatite Atopica presso il quale cerchiamo di applicare nella pratica clinica quotidiana quanto emerge dalle nuove evidenze scientifiche.
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Articolo pubblicato su IL MATTINO il giorno 21 aprile 2024 a Firma di Marcella Travazza con la collaborazione del network editoriale PreSa – Prevenzione Salute