Prevenzione e rapidità di intervento. Le regole per combattere il tumore del colon-retto
Oltre 62.450 persone esaminate, di cui 11.108 attraverso la sigmoidoscopia (FS) e 51.349 con la ricerca del sangue occulto fecale (FIT). 4.585 quelle risultate positive: 1.127 (pari al 10% delle persone esaminate ) positive all’ FS, e 3.458 (pari al 7% delle persone esaminate) positive alla FIT. In totale i tumori invasivi diagnosticati sono stati 146 e 1270 le lesioni benigne che hanno un’alta possibilità di trasformarsi in maligne nel corso di 5 o 10 anni (adenomi avanzati). Più della metà dei tumori invasivi sono stati diagnosticati al primo stadio e questo comporta una maggiore possibilità di guarigione e trattamenti meno impattanti. Da ultimo, mo non meno importante, sono state numerose anche le asportazioni di adenomi avanzati.
Sono questi gli incoraggianti risultati raccolti di recente, del programma di screening della Regione Piemonte per il tumore del colon-retto oragnizzato nel 2015 da Epidemiologia, Screening e Registro Tumori della Città della Salute di Torino.
Il protocollo prevedeva l’invito a tutti i residenti ad effettuare una sigmoidoscopia all’età di 58 anni e l’esecuzione di un test per la ricerca del sangue occulto fecale (FIT) ogni due anni fino all’età di 69 anni per quelli che avessero rifiutato questa possibilità. Una scelta libera, da fare in base alle proprio preferenze personali.
Nello specifico, lungo il corso di tutto l’anno i residenti in Piemonte con 58 anni di età invitati ad eseguire una FS, sono stati 49.133. Il 32,3% delle persone invitate ha eseguito questo tipo di controllo o ha scelto di sottoporsi al FIT (8,3%), mentre 131.320 persone tra i 59 e i 69 anni, sono state chiamate da Prevenzione Serena ad eseguire un FIT. A questo invito ha risposto il 46,3% delle persone.
Numeri alti, che hanno confermato ancora una volta che prevenzione e rapidità di intervento sono le prime regole per un futuro di salute, anche nel caso del tumore del colon-retto.