Dialisi domiciliare riduce costi e migliora vita dei pazienti, lo studio
La dialisi domiciliare, svolta anche in maniera autonoma dal paziente, migliora la qualità della vita, riduce i costi sociali e l’impatto sul Servizio sanitario nazionale. Eppure, tra le opzioni terapeutiche per il trattamento della malattia renale cronica, viene ancora preferita l’emodialisi, praticata solo nei centri specializzati.
È uno dei risultati a cui giunge lo studio, condotto da Altems – Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il lavoro inoltre sarà presentato a Roma, mercoledì 8 maggio presso il Ministero della Salute nell’incontro “DIALISI, CAMBIA TUTTO. Valutazione HTA e percorso clinico assistenziale”.
Dialisi domiciliare, lo studio
Lo studio ha approfondito le opzioni terapeutiche oggi esistenti per la malattia renale cronica. Inoltre ha messo a confronto, attraverso l’approccio di HTA, la dialisi peritoneale e l’emodialisi sulla base di valutazioni costo-utilità e costo-efficacia.
La malattia renale cronica è una patologia che compromette la normale funzionalità del rene. Parlarne è importante per i rischi e i gravi problemi di salute che ne conseguono, sottolineano gli specialisti.
In Italia si stima che circa il 10% della popolazione ne soffra. Nella maggior parte dei casi la diagnosi giunge in fase tardiva.
Secondo il Rapporto 2023 del Registro Italiano di Dialisi (relativo al 2021), l’incidenza della dialisi è di 160 persone su un milione (circa 6mila), con una prevalenza di 762 persone su un milione (circa 45mila).
Durante l’incontro, inoltre, verranno messe in luce le difformità nelle Regioni italiane per l’accesso ai trattamenti. Oggi infatti il 91% dei pazienti in Italia è sottoposto a trattamento dialitico extracorporeo presso un centro ospedaliero pubblico o privato accreditato, solo il 9% riceve la terapia a domicilio con dialisi peritoneale e soltanto 200 pazienti riescono a effettuare il trattamento di emodialisi domiciliare.