Apnee del sonno, una malattia sottostimata
Si chiamano apnee del sonno e in pochi sanno che questa condizione è una vera e propria malattia, che porta a conseguenze anche molto gravi. Spesso la malattia anche se in una forma molto grave ha pochissimi sintomi, quindi non emerge il dato sintomatico. Il paziente manifesta le complicanze solo dopo molto tempo e di fatto si ha un ritardo diagnostico importante. I dati epidemiologici dicono che in Italia almeno il 10% della popolazione presenta un problema di apnee del sonno. Di questi 2 milioni presentano un quadro conclamato. Per comprendere la dimensione del problema basti pensare che ogni medico di medicina generale ha in carico circa 150 pazienti che soffrono di apnee ostruttive del sonno (OSA) di cui 50 con patologia conclamata. E’ il paziente stesso che fatica a riconoscere la patologia visto che il sonno è una fase della vita in cui c’è una sospensione della coscienza.
Una giornata di studi
Di questa patologia si è discusso a Roma, alla Biblioteca del Senato, Sala degli Atti Parlamentari “Giovanni Spadolini” con una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) dal titolo «Apnee ostruttive durante il sonno e risvolti economico sociali». Stefano Gasparini Presidente AIPO spiega che «la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSA) è una patologia che causa numerosi problemi correlati a un sonno disturbato, ad esempio cardiaci o cerebrovascolari». Gasparini sottolinea che un grosso problema è legato al fatto che la patologia è «certamente sottostimata e sotto diagnosticata. Il suo peso per la nostra sanità – dice – è sicuramente a destinato ad aumentare nei prossimi anni».
L’apporto del Ministero
Intanto il Ministero della Salute ha elaborato un documento condiviso lo scorso maggio presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome dal titolo “Sindrome delle apnee ostruttive del Sonno” che prende in considerazione la malattia in tutti i suoi aspetti: epidemiologici, di prevenzione, con un’analisi dei costi legati alla gestione della malattia. «Ci siamo occupati – ha detto Giancarlo Marano, della Direzione Generale Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute – di elaborare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) della malattia riconducibile all’approccio delle malattie croniche e strutturato in differenti fasi».
I rischi
La cosa incredibile è che stando ai dati della letteratura scientifica i pazienti affetti da OSA hanno un rischio di incorrere in incidenti stradali che è 2,4 volte più alto rispetto alla popolazione generale. La causa non è l’OSA ma la sonnolenza ad essa associata. Più pazienti vengono trattati più si riduce l’impatto economico della patologia. Tuttavia, come detto, il paziente fatica da accettare la propria condizione e tende spesso a cercare vie di fuga. Da un punto di vista diagnostico le nuove tecnologie sono un grande supporto. Grazie ai nuovi approcci è stato possibile identificare tre grandi gruppi di pazienti: un primo gruppo con apnee ostruttive del sonno e insonnia, un secondo gruppo con OSA asintomatica ma comorbidità e un terzo gruppo con OSA ma senza sonnolenza. Le nuove tecnologie sono in grado di cambiare la storia naturale della patologia e il nostro l’approccio nell’affrontarla. E’ necessario comprendere bene il ruolo della telemedicina. L’approccio della telemedicina deve però essere determinabile in termini di tempo e di risorse.