Autopalpazione del seno, guida per riconoscere segnali sospetti
Il carcinoma della mammella è il tumore più diagnosticato in Italia. Nel 2020, secondo il Rapporto Aiom-Airtum, “I numeri del cancro 2020” sono stati stimati 54.976 casi nella popolazione femminile, il 30,3% di tutte le forme tumorali. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità il 5-10% dei tumori al seno è ereditario. Significa che è legato alla presenza di mutazioni nei geni che compongono il DNA. I principali responsabili sono i geni BRCA1 e BRCA2. A fare la differenza nella prognosi è la tempestività nella diagnosi. Oltre ai test di screening fondamentali, stabiliti in base a ogni età, un altro mezzo di prevenzione del tumore del seno è l’autopalpazione. Per questo è importante saper riconoscere cambiamenti che meritano un approfondimento. A fare chiarezza e spiegare quali sono i segnali a cui prestare attenzione è la dottoressa Erika Barbieri, senologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano. “La consapevolezza del proprio corpo riveste un ruolo importante nel rilevare eventuali anomalie o cambiamenti”, spiega la specialista sulle pagine del centro di ricerca.
Età giusta per iniziare
L’autopalpazione si può iniziare a partire dai 20 anni e una volta al mese, suggerisce la specialista. L’ideale è eseguirla quando il seno è più morbido, dal settimo all’undicesimo giorno del ciclo mestruale, calcolato a partire dal primo giorno delle mestruazioni.
Guida per l’autopalpazione del seno
“Per prima cosa – spiega la specialista – è consigliabile mettersi in piedi di fronte a uno specchio per osservare attentamente il proprio seno, inizialmente con le braccia lungo i fianchi e successivamente alzandole.
Durante l’osservazione è bene prestare attenzione a: forma, dimensioni e consistenza della pelle del seno; eventuali secrezioni dai capezzoli; retrazioni della cute o del capezzolo; rossori della pelle; simmetria tra le mammelle.
Dopo questa fase di osservazione – prosegue la specialista – si procede con la pratica effettiva. Mantenendosi in piedi di fronte allo specchio, si posiziona una mano dietro la testa, mentre l’altra viene appoggiata piatta sul seno corrispondente al braccio alzato. Successivamente, si esegue la palpazione con la mano a piatto sul seno eseguendo movimenti circolari intorno al capezzolo, movimenti verso l’alto e movimenti verso il basso.
Si consiglia poi di spremere delicatamente il capezzolo e verificare se vi siano fuoriuscite di secrezioni; da controllare anche il cavo ascellare con le stesse modalità sopra descritte per individuare eventuali linfonodi ingrossati. L’intera procedura va poi ripetuta anche in posizione supina, garantendo così una valutazione completa e accurata”.
Sintomi sospetti
L’autopalpazione è importante ma non si sostituisce alla valutazione del medico. Inoltre gli screening prestabiliti dalle linee guida sono fondamentali per la diagnosi precoce, quando il tumore è ancora difficile da percepire al tatto.
I sintomi da non sottovalutare durante l’autopalpazione sono:
- alterazioni nella forma, nel volume e nel profilo del seno
- nodulo, un indurimento sotto la pelle, al seno o all’ascella
- deformazione del capezzolo (introflessione/retrazione)
- rossore intorno al capezzolo
- perdite di sangue dal capezzolo
- eruzioni cutanee (eczemi) sulla pelle della mammella.
“A ogni età in seguito all’autopalpazione se si rilevano alterazioni o perplessità occorre fare una visita senologica, che comunque a partire dai 25-30 anni dovrebbe essere eseguita annualmente a completamento dell’ecografia mammaria bilaterale, alla quale a partire dai 40 anni va aggiunta anche la mammografia”, conclude la specialista”.