Transcan, le ricerche del Pascale all’avanguardia in Europa nella lotta ai tumori
E’ una sorta di sportello bancario voluto da un consorzio di paesi europei per finanziare progetti di ricerca traslazionale in ambito oncologico. Si chiama Transcan, il coordinamento amministrativo è del Ministero della Salute, ma i soldi vengono dati soltanto ai più bravi. Quest’anno il tema su cui i ricercatori dovevano misurarsi per ottenere fondi è stata l’immunoterapia, la nuova e formidabile arma con cui si combattono i tumori. Hanno vinto in sette nell’ambito di una selezione internazionale. Nella lista anche due progetti coordinati da ricercatori del Pascale. I nomi dei due progetti dell’Istituto dei tumori di Napoli? «Hepamut» e «ReVolution», che portano la firma di Luigi Buonaguro e di Stefania Scala.
«La creazione di network tra team scientifici provenienti da diversi Paesi – dicono i due ricercatori – consente di concentrare competenze e approcci complementari sulla stessa proposta progettuale e di raggiungere sinergie che un istituto da solo non potrebbe realizzare». Ognuno dei due progetti include, infatti, partners da varie parti d’Europa: Italia, Francia, Spagna, Belgio, Estonia, Lettonia e Israele.
Nel dettaglio
Il progetto di Luigi Buonaguro, ha lo scopo di identificare molecole (antigeni) mutate utili per lo sviluppo di un vaccino terapeutico per il carcinoma epatocellulare (HCC) che è il tumore maligno primitivo del fegato più comune e rappresenta circa il 6% di tutti i nuovi casi di cancro diagnosticati in tutto il mondo (circa 750.000). «Attualmente, – spiega Buonaguro – la maggior parte dei pazienti arriva all’osservazione in uno stadio della malattia che può essere trattata con terapie con un impatto sulla sopravvivenza solo nel 10 massimo 30 per cento dei casi. In questo quadro generale al Pascale il nostro team multidisciplinare, che coinvolge anche il Direttore della S.C. Chirurgia Oncologica Addominale ad indirizzo epatobiliare, Francesco Izzo, è attivamente impegnato nello sviluppo di strategie vaccinali terapeutiche per il tumore del fegato».
L’altro progetto, quello di Stefania Scala, nasce da una collaborazione con il Dipartimento Uroginecologico dell’Irccs napoletano diretto da Sandro Pignata, ed ha come obiettivo il trattamento del cancro del rene metastatico. «Ogni anno in Italia – spiega Scala – vengono diagnosticati circa 12.000 nuovi casi di tumore del rene ed il 30 per cento si presenta già con malattia diffusa. Il nostro studio si propone di identificare nuovi biomarcatori che consentano di predire ed ottimizzare la risposta ai farmaci già in uso e di potenziare l’efficacia terapeutica attraverso nuove molecole». La buona notizia per il Pascale arriva a meno di un mese dall’insediamento del nuovo direttore generale, Attilio Bianchi, e al termine del mandato di direttore scientifico, Gennaro Ciliberto, in procinto di rivestire il prestigioso incarico al Regina Elena di Roma. «Questo importante risultato – dice Ciliberto – è un chiaro segno della presenza di elevate competenze e del lavoro di squadra portato avanti negli ultimi anni da numerosi protagonisti della nostra ricerca tra cui in particolare Paolo Ascierto e Gerardo Botti. Questo ulteriore finanziamento permetterà di accrescere la visibilità internazionale dell’istituto dei tumori di Napoli e dei suoi ricercatori ogni giorno impegnati a contribuire a scoperte dirette a migliorare la diagnosi e la terapia dei malati oncologici».