Violenza sulle donne lascia cicatrici molecolari. Lo studio
Le donne che hanno subìto violenza hanno impresse vere e proprie cicatrici molecolari. Questa scoperta può aiutare la scienza a identificare strategie per prevenire gli effetti degli abusi, aumentare la resilienza e prevenire possibili malattie croniche nelle donne sopravvissute alle violenze.
Sono queste le principali indicazioni contenute nello studio pilota “Epigenetica per le donne”, Epigenetics for WomEn (EpiWE). Il lavoro è stato condotto in collaborazione con l’Università di Milano e pubblicato su Healthcare. I ricercatori hanno studiato alcuni marcatori epigenetici associati al PTSD nelle donne che sono sopravvissute alla violenza in ambito relazionale e/o sessuale. Lo stress post-traumatico (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD), è una forma di disagio mentale che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche.
I segni molecolari della violenza: lo studio
I ricercatori hanno confrontato un campione di 62 donne che avevano subito violenze con uno di 50 che non l’aveva subite. I risultati mostrano come la violenza provochi l’ipermetilazione di tre geni legati al funzionamento della memoria, dell’apprendimento e della risposta allo stress. In particolare, la riduzione dell’espressione di questi geni è anche collegata alla manifestazione di almeno un sintomo del PTSD.
La violenza contro le donne è un problema di salute pubblica globale e una violazione dei diritti umani. Basta leggere i numeri per capire la portata del problema: il 31,5% delle donne, tra i 16 e i 70 anni, ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Inoltre, la pandemia da SARS-CoV-2 ha reso la situazione ancora più drammatica. Tra le mura domestiche, mentre tutto il mondo era distratto dall’emergenza pandemica, aumentavano i casi di violenza sulle donne, facendo percepire ancora più difficile la via d’uscita.