Disordini alimentari, una vera epidemia tra i giovanissimi
I disordini alimentari, tra cui l’anoressia e la bulimia nervosa, sono sempre più frequenti. Per capirne il motivo servirebbe forse un’analisi molto lunga e approfondita, ma la cosa certa è che questi problemi sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. In tempo di Covid il termine “epidemia” è abusato, ma negli Stati Uniti le associazioni mediche che di disordini alimentari si occupano non esitano a parlare di una vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e le diverse etnie. Forse il messaggio più importante da lanciare e trasmettere è quello di intervenire sinché si è in tempo, perché se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco. E l’occhio deve essere rivolto ai giovani, che sono le prime vittime in tutto il mondo.
LE CAUSE
I disordini alimentari sono malattie molto complesse, influenzate dall’interazione di molti fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici. Ma c’è sempre una componente di sofferenza psicologica, un’ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso. Il ché nella nostra società, che sull’immagine basa il successo o il fallimento della persona, è un rischio enorme. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici c’è di norma l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali. Quindi attenzione a non mettere i giovani sotto pressione più di quanto possano sopportare, o al contrario a trascurarli. Un rischio è anche quello di sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati che si vorrebbero raggiungere per problemi di peso e apparenza. L’anoressia e la bulimia però possono anche dipendere poi da situazioni traumatiche, come ad esempio violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia. Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti.
EFFETTI PSICOLOGICI
Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione comportano ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate. Le ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo. Ma come si può riconoscere un problema alimentare? Ovviamente una grave perdita di peso, ma anche abitudini troppo drastiche sono campanelli d’allarme. L’evitare tutti i cibi ritenuti grassi e il concentrarsi su alimenti ‘sani’ e poco calorici, con una attenzione ossessiva al contenuto calorico e alla composizione dei cibi e alla bilancia è un segnale di allerta. Un altro segnale è un consumo dei pasti estremamente lento, rimuginando a lungo su ogni boccone ingerito. Mangiare piano va bene, anzi fa bene, ma c’è chiaramente un limite che segna il confine tra una buona abitudine e un problema. È evidente che non bisogna mai colpevolizzare chi soffre di un disordine alimentare, ma anzi aiutarlo e (con l’ausilio di esperti) cercare di superare il problema affrontandolo alla radice.