Pfizer, si va verso una terza dose
Quella che sino a qualche giorno fa era una possibilità ora sembra diventare una certezza: l’effetto protettivo del vaccino mRNA di Pfizer/Biontech diminuisce dopo circa sei mesi. I timori sono tutti per la variante Delta, che sta causando nuovi focolai in paesi dove le misure di prevenzione del contagio sono ormai ai minimi termini. «Come è già emerso dai dati di applicazione pratica raccolti dal Ministero della Salute israeliano – hanno detto in una nota congiunta i produttori Pfizer e Biontech – l’effetto protettivo del vaccino contro le infezioni e le malattie sintomatiche diminuisce sei mesi dopo la seconda vaccinazione». Sulla base dei dati finora disponibili, è probabile «che sarà necessaria una terza dose entro sei-dodici mesi dopo la vaccinazione completa». C’è anche molta attesa per uno studio su una possibile terza vaccinazione, ma i risultati non sono ancora stati pubblicati, verranno presentati alla FDA statunitense e all’Agenzia europea per i medicinali EMA, nelle prossime settimane.
AUMENTO DEI CASI
A preoccupare gli addetti ai lavori è l’evidenza di come la circolazione della variante Delta stia aumentando in maniera costante anche in Italia. Per questo, oltre al tracciamento dei casi e al completamento dei cicli vaccinali è necessario rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale. Lo si legge nella bozza di Monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute sull’andamento dei contagi da coronavirus in Italia, ora all’esame della cabina di Regia. Intanto, scienziati della McMaster University, in Canada, hanno identificato quello che potrebbe esser il meccanismo alla base di alcune trombosi seguenti al vaccino. I responsabili sarebbero alcuni anticorpi derivanti dalla vaccinazione contro Covid-19 che possono legarsi a una proteina coinvolta nella coagulazione del sangue.Questo meccanismo potrebbe essere alla base della rara complicazione nota come trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino (VITT).