Covid, gli oggetti sono a rischio contagio?
Il Covid si può prendere toccando un cellulare o aprendo una maniglia sulla quale si siano poggiate particelle di virus? Sono domande che un po’ tutti si pongono e che ci spinge ad usare in continuazione gel disinfettanti. La risposta è sì, ma è una modalità di contagio abbastanza rara. Ben più rischiosa è la permanenza in ambienti nei quali abbiano soggiornato persone infette. Non a caso gli ospedali hanno visto la nascita di non pochi focolai, soprattutto nel corso della prima ondata. Tornando però alla domanda di partenza: ci si può contagiare attraverso le superfici? Beh, la verità è che, pur non essendo escluso, gli esperti la considerano una modalità molto rara. È vero che il Covid può essere rilevato su maniglie e pulsanti (così come su ogni altro oggetto) ma la sua capacità di infettare diminuisce drasticamente sino ad annullarsi del tutto.
INERTE
Sono diversi gli studi che negli ultimi mesi si sono concentrati su questo problema e in effetti tracce di materiale genetico di Sars-CoV-2 sono state trovate un po’ ovunque. Il fatto è che questo dato non significa di per sé che il Covid sia “attivo” e ancora in grado di infettare. Le particelle virali non resistono per molto tempo fuori da un organismo e diventano via via meno pericolose. Ad esmepio, una ricerca rivelò tracce di coronavirus a 17 giorni dallo sbarco dei passeggeri a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera sulla quale si era diffuso un focolaio, ma non era più in grado di contagiare. C’è insomma una grande distinzione tra ciò che viene rilevato in laboratorio, e tra i test che vengono fatti, e la realtà. Questo accade perché spesso le prove in laboratorio simulano situazioni che nella realtà sono impossibili, o quasi. Ci si può facilmente contagiare, ad esempio, se si tocca una superficie appena contaminata, prima che il virus diventi inerte, toccandosi poi le mani sugli occhi o sul viso. Ma, soprattutto ora che c’è tanta attenzione, è molto raro che accada.
RISCHIO AEROSOL
Un rischio di contagio ben più concreto è dato dall’effetto aerosol, vale a dire da quelle particelle che si vaporizzano e che restano in sospensione nell’aria. Sono pericolose perché sfuggono alle mascherine se queste sono troppo larghe o non aderiscono adeguatamente al viso. Ad esempio alle chirurgiche lasciano molto spazio ai bordi delle guance. Può essere una buona idea provvedere alla capacità filtrante con una mascherina chirurgica o FFP2 e all’aderenza al volto con una mascherina di stoffa messa sopra. Se si riesce ad aggiungere un tessuto che in qualche modo fa aderire meglio le mascherine, si raggiunge una protezione che arriva anche al 90 per cento.