Novembre diventa “Movember”, per la salute degli uomini
Anche se il Covid ha oscurato ogni altra esigenza di salute, non di solo Covid ci si ammala. Novembre, ad esempio, è il mese dedicato alla salute maschile: nel mondo si promuovono iniziative riconducibili a “Movember”, titolo che coniuga le parole “Moustache” (baffi) e “November”. Nato nel mondo anglosassone, il movimento Movember è stato inserito dal Global Journal fra le più importanti organizzazioni non governative oggi esistenti, conta su milioni di associati e promuove azioni di sensibilizzazione sulle patologie maschili più diffuse come il tumore della prostata, l’ipertrofia prostatica benigna, l’incontinenza urinaria, la disfunzione erettile.
TUMORE DELLA PROSTATA
La qualità della vita dopo l’asportazione di un tumore alla prostata è il tema della Survey “Europa Uomo” condotta in 25 paesi europei su 3.000 uomini di età superiore ai 45 anni. Dalla ricerca è emerso che il 50% degli intervistati ha avuto pesanti effetti collaterali dopo l’intervento, quali disfunzioni sessuali e incontinenza urinaria. Il carcinoma prostatico è spesso asintomatico nella fase iniziale, ma allora come prevenirlo? Sono fondamentali le visite di controllo dall’urologo e le diagnosi precoci come il dosaggio del PSA, l’esame digito-rettale, l’ecografia prostatica e la biopsia sotto guida ecografica. Anche in caso di diagnosi, però, le soluzioni non mancano, sorveglianza attiva, radioterapia e chirurgia hanno nel tempo aumentato la propria efficacia tanto è che – e questa è la buona notizia – l’indice delle guarigioni supera il 75% e le stime sui tassi di mortalità per neoplasia prostatica sono decrescenti (-15,6% rispetto al 2015).
DISFUNZIONE ERETTILE
Anche la disfunzione erettile può essere un grande problema. Secondo una recente indagine della European Association of Urology (EAU), con interviste a 3.000 uomini e donne europei tra i 20 e i 70 anni, il 17% degli intervistati ha dichiarato di non sapere che cosa sia la disfunzione erettile; il 34% ha fornito risposte errate , il 27% ignora totalmente quali siano le terapie più utilizzate; sempre il 27% ha ammesso di non parlarne né in famiglia né con un medico specialista considerandolo, tuttora, un argomento “tabù”. Per trattarla sono disponibili cure farmacologiche, terapie orali (pillole per l’erezione), iniezioni di prostaglandina o papaverina direttamente nel pene. E si può ricorrere, sei casi limite, anche a soluzioni quali gli impianti di protesi peniene che permettono il pieno ripristino delle funzioni sessuali. Tutto però parte dal prendersi cura di sé e della propria salute grazie alla prevenzione, anche oggi che il mondo è sotto attacco del Covid.