Gravidanza sana e sicura: è anche una questione di testa
Il forte impatto delle condizioni mentali delle donne sulla fertilità e l’andamento della gravidanza. Questo il primo risultato di uno studio condotto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, nell’ambito del progetto EPI1000: “Implementazione di un percorso formativo e informativo finalizzato ad un approccio integrato epigenetico per la prevenzione nei primi 1000 giorni di vita”, finanziato dal Ministero della Salute. Si tratta di una revisione sistematica della letteratura per valutare gli effetti di stati depressivi e altre patologie mentali delle donne sugli esiti della riproduzione.
I dati attuali mostrano, infatti, che circa il 10% delle donne incinta in tutto il mondo ha problemi psichici, spesso aggravatisi in questo periodo di pandemia da COVID 19. Individuarli ed affrontarli è, pertanto, fondamentale per garantire il benessere della madre, del neonato e dell’intera famiglia.
La “scoping review” svolta, seguendo le linee guida PRISMA per le revisioni sistematiche, ha analizzato gli effetti delle condizioni di salute mentale sugli esiti riproduttivi prima e durante la gravidanza. Sono stati analizzati studi di coorte, studi randomizzati controllati e revisioni della letteratura su donne con depressione e patologie mentali, insorte prima e durante la gravidanza, considerando gli esiti periconcezionali, ostetrici e fetali-neonatali.
I risultati evidenziano come le donne che affrontano la gravidanza affette da disturbi psichici hanno un rischio maggiore di aborto spontaneo e altre complicazioni della gravidanza (come ad es. Diabete gestazionale). Qualora, invece, queste problematiche insorgano durante la gravidanza, aumenta la probabilità di nascita pretermine e di basso peso alla nascita del neonato .
Stefania Ruggeri, coordinatrice del progetto EPI1000 e ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione, commenta: “La revisione sistematica che abbiamo condotto insieme agli altri partner del progetto ha dimostrato infatti che queste condizioni hanno degli effetti importanti sugli outcomes della gravidanza. Il prossimo passo sarà valutare gli effetti di queste condizioni su alimentazione e stili di vita in gravidanza e in epoca preconcezionale, anche nel periodo della pandemia”.