Emicrania: malattia neurologica che si può curare
L’emicrania è la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante per il genere umano, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Si tratta di una malattia neurologica che colpisce soprattutto le donne nelle fasi centrali della vita. È una patologia complessa, con una forte componente genetica, ma il decorso e la gravità è influenzato fortemente dallo stile di vita. Oggi sono disponibili diversi farmaci innovativi, specifici e selettivi, come ha spiegato il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e Responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee e sui disturbi del sonno di Humanitas LAB.
Emicrania: sintomi e trattamento
Il dolore emicranico ha una durata che va generalmente dalle 4 e alle 72 ore, è spesso unilaterale, pulsante, di forte intensità ed è aggravato dall’attività fisica. Al dolore si associano nausea, vomito, intolleranza alla luce e ai rumori, dolore cervicale, vertigini, deficit di attenzione e umore depresso.
La fase dolorosa è seguita da una fase disabilitante, con stanchezza, inappetenza, vertigini, stipsi, diuresi, che può prolungare l’incapacità del paziente a riprendere le normali attività anche dopo il termine del dolore.
Alla base dell’emicrania c’è un meccanismo fisiopatogenico complesso. Un ruolo importante nella patogenesi dell’emicrania è rivestito da una proteina denominata peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), che dilata i vasi sanguigni e modula il segnale doloroso nel sistema nervoso. I livelli di questa proteina aumentano in modo significativo durante l’attacco di emicrania e ritornano alla norma con la risoluzione della cefalea.