Covid, il virus è mutato ed è più contagioso
Più contagioso e meno letale, sarebbe questa la nuova direzione del Covid secondo una recente ricerca sulle mutazioni del virus. In particolare, i ricercatori parlano di una mutazione genetica del SarsCov2 che avrebbe preso il sopravvento sulle altre “forme” più diffuse nel mondo. Questa mutazione, dicono i ricercatori della Duke university e del laboratorio nazionale di Los Alamos negli Usa, guidati da Bette Korber, permette al virus di replicarsi meglio e più velocemente all’interno delle cellule e per questo motivo potrebbe rendere il Covid ancor più contagioso. Ma, va detto, è una teoria ancora da dimostrare.
LA MUTAZIONE
La mutazione, chiamata D614G, è avvenuta nella proteina Spike, che apre la strada al virus nelle cellule umane. Una mutazione, come detto, che in laboratorio sembra renderlo più infettivo. Sull’argomento, scrive sul Journal of the American Medical Association l’immunologo Anthony Fauci (non coinvolto nello studio) «i dati mostrano che c’è una mutazione che permette al virus di replicarsi meglio, e forse di avere un’alta carica virale. Non si può dire se una persona con questa mutazione abbia un quadro peggiore – aggiunge -. Sembra che il virus riesca a replicarsi meglio ed essere forse più trasmissibile, ma servono conferme».
MENO RISCHI
A spiegare come gli scienziati siano arrivati ad individuare questa nuova mutazione del Covid è Thushan de Silva, docente in Malattie infettive presso l’Università di Sheffield. Il professore chiarisce che il team ha sequenziato i ceppi di Sars-CoV-2 a Sheffield sin dall’inizio della pandemia, e questo ha permesso di dimostrare che questa mutazione è diventata dominante nei ceppi circolanti. Secondo Thushan de Silva i suggeriscono che il nuovo ceppo è associato a maggiori carichi virali nel tratto respiratorio superiore dei pazienti con Covid, il che significa che la capacità del virus di infettare le persone potrebbe essere aumentata, ma anche che il virus con la mutazione D614G non causi malattie più gravi.