Andare avanti senza lasciare indietro più nessuno
«Ripartire». È l’imperativo contenuto negli appelli che ci giungono da ogni canale di comunicazione in questi giorni di caotica ripresa in epoca Covid-19. Di «post Covid» non si potrà parlare prima di diversi mesi. E allora, ripartire. Ma farlo senza un’analisi, seppure approssimativa, di quelle che sono state le principali criticità sarebbe impossibile. E comunque ci spingerebbe a ripercorrere gli stessi errori. Guardiamo alla grande assente di questa pandemia: la comunicazione da parte della comunità scientifica. I continui appelli, gli annunci, le direttive, a distanza di pochi giorni, se non di ore, in contrasto tra loro, sono solo il segno di una totale mancanza di strategia comunicativa a livello globale. Anche nel nostro Paese, non nuovo in campo sanitario a una certa bulimia nelle nomine, si sono susseguiti centinaia di comitati e sottocomitati. Commissioni nazionali, regionali, comunali che, nonostante l’impegno dei validi professionisti messi in campo, hanno contribuito a creare dal punto di vista comunicativo un disorientamento dei cittadini. Una strategia chiara e la previsione di strumenti a supporto della comunicazione diviene invece un obbligo morale nei confronti di tutti, e ancora più per gli oltre tre milioni di cittadini con disabilità che lottano già ordinariamente contro l’emarginazione sociale. Pensiamo per un attimo a chi convive dalla nascita con la sordità e a quanto sia di vitale importanza la lettura del labiale, non possibile con l’uso dei dispositivi di protezione.
Ripartiamo, sì, ma avendo l’umiltà di farlo guardando agli errori commessi, non dimenticando chi già nella quotidianità è spesso invisibile.
di Marco Trabucco Aurilio
Fonte: Il Mattino – Speciale Salute & Prevenzione