Coronavirus: un medico italiano tra i tre “eroi della pandemia”
La sfida per battere il coronavirus si gioca senza sosta. Lo sanno bene i tantissimi medici, i cosiddetti “eroi di corsia” che da settimane hanno messo in pausa la propria vita per dedicarsi giorno e notte alla lotta contro il virus. Un riconoscimento internazionale per aver raccontato – e avvertito il mondo intero – di quanto stava accadendo è stato conferito all’italiano Maurizio Cecconi, primario di anestesia e terapia intensiva dell’Humanitas di Rozzano (Milano). Il medico è stato definito dal Journal of The American Medical Association uno dei tre “eroi della pandemia”. Insieme a lui l’oculista di Wuhan, Li Wenliang, morto di coronavirus dopo averne denunciato la gravità, e Anthony Fauci, l’immunologo della task force Usa. Maurizio Cecconi, 42 anni, tornato in italia da due anni dopo averne trascorsi quattordici in Gran Bretagna, ha organizzato delle videoconferenze con migliaia di colleghi sparsi in tutto il mondo per condividere informazioni sull’emergenza.
Chi sono i tre “eroi della pandemia”
Nell’editoriale, per riconoscere e ringraziare alcuni degli “eroi” emersi finora, si sottolinea come il prof. Cecconi “ha guardato in una telecamera e ha raccontato la storia dei primi giorni della crisi in Lombardia, invitando il mondo a prepararsi all’arrivo di COVID-19”.
Insieme a lui: Li Wenliang, l’oculista di Wuhan morto di COVID che fu tra i primi medici cinesi ad avvisare della possibilità che le gravi polmoniti registrate a Wuhan alla fine del 2019 fossero legate a un coronavirus; e Anthony Fauci, l’infettivologo americano che sta accompagnando gli Stati Uniti nell’affrontare pandemia.
“Ricevo questo riconoscimento con molto orgoglio, ma ci tengo a ricordare che questo è prima di tutto un riconoscimento dello sforzo fatto dalla comunità clinica e scientifica lombarda e italiana. Non siamo eroi, ma abbiamo lavorato insieme con impegno e passione e condiviso tutti i dati e le informazioni in nostro possesso. Siamo felici che questo abbia contribuito ad aiutare gli altri nell’essere più preparati”, ha concluso il prof. Cecconi.