Digiuno intermittente: cos’è e quali sono i rischi della nuova moda
Le diete sono come i capi d’abbigliamento, seguono la moda del momento e se ne trovano di tutti i tipi. Basta fare una ricerca su internet per vedere comparire una lista infinita di risultati. Il problema è che molto spesso chi scrive non è un professionista della nutrizione. Inoltre ogni dieta dipende dalle diverse caratteristiche di ogni persona e non è adattabile a tutti allo stesso modo. Per non parlare dei rischi che si corrono di fronte a patologie che richiederebbero un’apporto nutrizionale specifico. Tuttavia, affidarsi al buon senso, quando non si vuole ricorrere a uno specialista, è la chiave per evitare rischi di malnutrizione. La dieta migliore al mondo, riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale, è quella mediterranea. Una nuova tendenza nel mondo della nutrizione è il digiuno intermittente: partita dall’America, è molto popolare tra gli atleti, in perfetta salute e seguiti da esperti, ed è ritenuta da molti uno dei metodi più efficaci per dimagrire. Non si tratta quindi di una vera e propria dieta, ma di un programma alimentare che più che suggerirti cosa, ti dice quando mangiare. Questo tipo di dieta non è invece adatta alle persone che soffrono di diabete o di pressione del sangue alta e per donne incinta o che allattano. Prima di praticare questo tipo di dieta, è sempre meglio consultare un dottore. In generale, le persone che soffrono di diabete o altri disturbi metabolici, disturbi alimentari, malattie cardiovascolari e cancro dovrebbero evitare il digiuno intermittente, così come le persone anziane, i bambini e le donne incinta.
Digiuno intermittente: come funziona e quali sono i rischi
Come suggerito dal nome stesso, il digiuno intermittente è un approccio nutrizionale che alterna dei periodi in cui si mangia a dei periodi in cui si fa digiuno. Ci sono diversi metodi di digiuno intermittente, con vari schemi. Lo schema 16/8 suddivide la giornata in due parti: 8 ore in cui si mangia e 16 di digiuno. Si può considerare come un prolungamento del digiuno che si fa automaticamente quando si dorme, consumando il primo pasto a mezzogiorno per poi mangiare fino alle 8.00 di sera. Poi esiste la modalità a giorni alterni (5:2): l’idea di questo modello è che per due giorni a settimana si riduce l’apporto calorico a un massimo di 500/600 calorie. I giorni non devono essere consecutivi e negli altri giorni si può mangiare quello che si vuole. Eat Stop Eat: secondo questo modello si mangia un giorno sì e uno no, per una o due volte alla settimana. Nelle ore di digiuno si possono bere bevande ipocaloriche.
Quali effetti sul corpo
Secondo alcuni esperti il digiuno intermittente apporta alcuni benefici: migliora la sensibilità insulinica, soprattutto in combinazione con l’esercizio fisico. Questo punto è importante per chi sta cercando di perdere peso perché, se si hanno livelli di insulina bassi, è più facile bruciare grassi. Gli studi hanno dimostrato che il sovrappeso può interferire sulla capacità dell’insulina di ridurre i livelli di zucchero nel sangue e come conseguenza ne viene rilasciata in quantità maggiore, promuovendo ancora di più l’accumulo di grassi. La secrezione dell’ormone della crescita (GH) aumenta, accelerando la sintesi proteica così da rendere i grassi disponibili come risorsa energetica. Il che significa che si bruciano grassi e si mettono su muscoli più velocemente. Nel mondo del bodybuilding questo ormone è assunto in grandi quantità come agente dopante. Inoltre, secondo alcuni studi il digiuno attiva l’autofagia, che rimuove le cellule danneggiate, contribuisce al rinnovo cellulare e supporta in generale i processi rigenerativi.
Digiuno a intermittenza, fa dimagrire?
Saltando i pasti, si crea un deficit calorico e quindi si perde peso. Ovviamente, a patto che non si compensino i periodi di digiuno con cibi ad alto contenuto di zuccheri o di grassi, dal momento che questo tipo di dieta non dice necessariamente cosa si può e cosa non si può mangiare. Alcuni studi hanno dimostrato che il digiuno intermittente, se fatto correttamente, aiuta anche a prevenire il diabete di tipo 2. In più, il corpo impara a processare in modo più efficiente il cibo consumato in questo lasso di tempo. Uno studio ha anche dimostrato che una combinazione tra l’allenamento della forza e il metodo 16/8 permette di ridurre una percentuale di grasso corporeo maggiore rispetto a quella che si elimina solo con l’allenamento. Tuttavia, non ci sono stati indici di crescita muscolare nei soggetti inclusi nello studio. Difficile stabilire quali siano gli effetti dei digiuni frequenti sullo stato emotivo e sul fisico di ogni persona. Altri studi infatti suggeriscono di mangiare spesso per stimolare il metabolismo. La migliore regola resta sempre quella di saper ascoltare le esigenze del proprio organismo, evitando gli eccessi o le eccessive restrizioni.