Aggressioni ai medici, no allo status di pubblico ufficiale
I medici nell’esercizio delle proprie funzioni non saranno riconosciuti come pubblici ufficiali. Non perché non sia una buona idea, o perché magari non possa servire a ridurre le aggressioni. La questione è prettamente economica. Dopo aver spiegato che equiparare la figura del medico a quella del pubblico ufficiale sarebbe «esorbitante», il ministro Giulia Grillo ha preferito sostenere altre proposte. Quali? In primis la scelta dell’esecutivo – contenuta nel decreto legge in materia di sicurezza pubblica di prossima emanazione – di estendere l’applicabilità del daspo urbano anche alle strutture sanitarie».
La posizione della Fimmg
In un’intervista a Quotidiano Sanità, il segretario della Federazione italiana dei Medici di Medicina Generale ha chiarito il tema e la posizione dei comici bianchi. «La richiesta che parte dai medici non è quella di un riconoscimento tout court dello status di pubblico ufficiale quanto piuttosto che questa condizione venga riconosciuta (come è riconosciuta in danno al medico nel momento in commette un’omissione d’atti d’ufficio che derivino dal suo contratto o dagli obblighi di legge) nel caso specifico di un’aggressione (…)». Scotti ha poi sottolineato come sia incomprensibile «l’insieme di oneri ed incombenze esorbitanti richiamati dal Ministro Grillo che ricadrebbero sulla categoria se fosse accettata la nostra proposta a tutela di tutti i medici ma che impatta nell’ambito di nostro interesse su quelli che consideriamo più fragili, per le caratteristiche del lavoro e per le logistiche in cui operano ben conosciute dal Ministro Grillo, ovvero i medici di continuità assistenziale».
Malcontento
L’ennesimo diniego arrivato su una proposta attesa da anni ha creato un fortissimo malumore in ambito non solo medico, ma più in generale di quanti lavorano per la salute dei cittadini. Moltissimi sono stati i commenti sulla pagina Facebook divenuta il simbolo di questa battaglia: «Nessuno tocchi Ippocrate», con tante riflessioni sull’opportunità di salvaguardare l’operatività degli addetti ai lavori nell’interesse dei cittadini. In altre parole, quello che si sottolinea è anche che un medico picchiato è una risorsa sottratta al servizio sanitario, in ultima analisi, all’assistenza dei pazienti. Al di là di qualunque altra considerazione, si dovrebbe forse dire che la violenza non è mai una soluzione. Figurarsi se ad essere aggredite sono le persone che ogni giorno sacrificano il proprio privato per salvare o curare altre vite.