Attenti allo stress, il maggior nemico della salute
Cosa c’è di meglio di evitare di portarsi il lavoro a casa? Evitare di portare a casa lo stress per le discussioni con i colleghi o per i soprusi del capo. A dirlo non è solo il buon senso, ma anche una ricerca della Oakland University, negli Usa, pubblicata sul Journal of Occupational Health Psychology. Dopo una brutta giornata a lavoro può capitare infatti di avere difficoltà a dormire. I pensieri ripetitivi sui comportamenti scortesi in ufficio possono tradursi in insonnia o sonno interrotto.
Attività di decompressione
Un aiuto può arrivare da attività che decomprimono lo stress accumulato, come ascoltare musica, fare yoga o una passeggiata. «Nel nostro mondo professionale competitivo e frenetico – evidenzia Caitlin Demsky, autrice principale dello studio – è più importante più che mai che i lavoratori siano nelle migliori condizioni per avere successo, e una buona notte di sonno è la chiave per farlo». Per la ricerca sono stati intervistati 699 dipendenti del Servizio forestale Usa. È stato chiesto loro di valutare il livello di comportamento scortese sul posto di lavoro, quanto spesso avessero avuto pensieri negativi, se soffrissero di insonnia e quanto fossero in grado di staccare e rilassarsi. I ricercatori hanno anche indagato sulle ore lavorate a settimana e sulla frequenza con cui i partecipanti consumavano alcol, in quanto il consumo di bevande alcoliche è collegato a problemi del sonno. È emerso che l’esperienza di comportamenti negativi sul lavoro risultava collegata a maggiori sintomi di insonnia, incluso il risveglio più volte durante la notte. Ma coloro che erano in grado di rilassarsi dopo il lavoro dormivano meglio. Questo è importante per gli studiosi anche perché ripetuti pensieri negativi sul lavoro possono essere collegati a diversi problemi di salute, tra cui le malattie cardiovascolari, l’aumento della pressione sanguigna e l’affaticamento.
Malattie da stress
Il primo passo che porta alle malattie da stress è lo sviluppo dell’ipertensione, ovvero una condizione in cui i valori della pressione sanguigna sono cronicamente alti. Lo stress riesce a influenzare il funzionamento del sistema cardiovascolare creando i presupposti per un declino delle condizioni di salute. La risposta allo stress è caratterizzata dalla secrezione di alcuni ormoni e dalla inibizione di altri. Le strutture in gioco sono: l’ipotalamo, l’ipofisi e le ghiandole surrenali. Gli ormoni coinvolti sono principalmente l’adrenalina, la noradrenalina e i glicocorticoidi (questi ultimi li incontreremo molto spesso). Questi ormoni vengono immessi nel circolo sanguigno dove possono raggiungere tutti gli organi vitali del corpo (vedi immagine) e indurre in questi importanti cambiamenti. Lo stress diventa dunque un fattore di rischio determinate, un elemento che alla lunga finisce per fare la differenza.